Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria si mobilitano a sostegno della Fondazione contro l’usura: “Non è possibile che appena festeggiato il decennale dalla sua nascita, la Fondazione sia costretta a chiudere per mancanza di fondi”. Così le organizzazioni sindacali umbre hanno titolato il loro comunicato in difesa di una istituzione che è un valido strumento di lotta ad un reato odioso.
«Questa Fondazione, costituita poco più di 10 anni fa, ha da subito, rappresentato un importantissimo strumento, in difesa degli operatori economici e di molte famiglie, che vivono e lavorano nella nostra regione. Si è adoperata con competenza e spirito di abnegazione, affinché i soggetti coinvolti in particolari momenti di difficoltà, non finissero nelle mani degli usurai.
Testimoniano questa lodevole attività, la grande quantità di interventi effettuati con successo, sia sul fronte della difesa di persone già cadute in queste odiose trappole, sia come deterrente ed elemento di efficace prevenzione, contro il diffondersi di questo odioso crimine, nonché, quindi, come elemento importante del sostegno ad uno sviluppo sano e di qualità della nostra economia.
Abbiamo appreso con profonda preoccupazione, la decisione del presidente e dell’intero consiglio della Fondazione, di rassegnare le proprie dimissioni, per impossibilità di continuare ad operare, a seguito della assoluta mancanza di fondi.
Le Organizzazioni Sindacali, anche in qualità di soggetti promotori si attiveranno immediatamente per chiedere un incontro con il Presidente della Fondazione per concordare iniziative che possano garantire la piena e continua operatività della Fondazione.
Le Organizzazioni Sindacali rivolgono un pressante invito alle Istituzioni di ogni livello, a tutte le Associazioni di categoria, affinché riprendano da subito a sostenere economicamente, con le modalità e le quantità a suo tempo concordate, la Fondazione stessa, per assicurare il regolare svolgimento di una attività, che rappresenta un elemento fondamentale per la legalità e la sicurezza dello sviluppo economico, sociale e civile della comunità regionale.»
