Anche se non è stato ufficialmente annunciato, sarà probabilmente Perugia il luogo ove, in quattro grandi gabbie larghe 10 metri e alte 15, avverranno i primi test al mondo con zanzare “ogm”per combattere la malaria.
A coordinare gli esperimenti sarà infatti il gruppo di Andrea Crisanti, che lavora tra la Gran Bretagna, nell’Imperial College di Londra, e l’Italia, nell’Università di Perugia ed appare improbabile che lo studioso preferisca una terza sede di lavoro, a meno che non sorgano impedimenti tecnici insormontabili per piazzare gabbie alte come un palazzo di cinque piani.
L’obiettivo è “ingannare” zanzare normali con maschi geneticamente modificati resi sterili, fino a ottenere una drastica riduzione delle prime.
Il gruppo di Crisanti è stato il primo al mondo a modificare geneticamente le zanzare anofele che trasmettono la malaria ed a renderle adatte per la tecnologia di rilascio di maschi sterili.
Lo stesso gruppo ha messo a punto una tecnica per riconoscere i maschi fin dai primi stadi di sviluppo, rendendoli fluorescenti in quanto maschi.
L’obiettivo è ridurre drasticamente la popolazione delle zanzare pericolose, ossia potenzialmente in grado di veicolare la malaria, che ogni anno uccide circa tre milioni di persone nel mondo.
La presenza di zanzare africane in Italia non è vista di buon occhio da alcuni, per il timore di una invasione in caso di incidente, ma l’equipe scientifica tranquillizza: ”in caso di rilascio accidentale non possono trasmettere le loro caratteristiche a zanzare autoctone”.
Oltre a questa barriera genetica, l’Italia offrirebbe il vantaggio che “in inverno non ci sono condizioni per la sopravvivenza di zanzare tropicali: il che rappresenta un secondo livello di sicurezza” sempre che la natura non ci metta lo zampino.
- Redazione
- 29 Giugno 2008
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