Condividi su facebook
Condividi su twitter

dopo il lusinghiero esito del “convivio di primavera”, che ha suggellato la piena sintonia tra la comunità di San Savino e INTRA, stiamo preparando per maggio, grazie alla guida e alla competenza di Rosalba Farnesi e Riccardo Testa un nuovo evento: Dal vocabolo di Pornello alla torre medievale del PofaoItinerario naturalistico culturale, da compiersi a piedi, sotto la guida del naturalista Riccardo Testa e la consulenza di Rosalba Farnesi.Chi è interessato a partecipare all’evento è bene si prenoti fin d’ora al mio indirizzo.Grazie e a risentirci presto

Il paese di Pornello, frazione del comune di San Venanzo, si può raggiungere da Est, dalla E45, passando per Marsciano e San Venanzo; o da Ovest, uscendo dall’A1 a Fabro per chi proviene da Sud e prendendo per Ficulle Montegiove, Montegabbione; o uscendo a Chiusi per chi viene da Nord e prendendo per Città della Pieve, Montegiove, Montegabbione.
Il ritrovo alle 9.30 del mattino per un itinerario di circa due ore di percorso lento per un’attenta osservazione naturalistica, rivolta soprattutto alle piante.
Pornello è menzionato nel Sinodo del 1649 come castello appartenente alla Vicaria di Palazzo Bovarino e scende verso il fondo valle dell’alto Fersinone, incontrando la suggestiva chiesetta di campagna, dedicata alla Madonna del Piano, i cui affreschi risalgono al XVI secolo.
Da Pornello si segue un tratto di torrente (m.330 – 313 s.l.m.) per poi risalire su una balza a mezza costa, dove troneggia una snella eppur possente struttura fortificata di epoca medievale –  la Torraccia -, detta anche torre del Pofao (dal toponimo del casale limitrofo): nonostante la predazione di pietre angolari e dei conci delle aperture, è ancora staticamente integra, grazie alla pregevole esecuzione dell’opera muraria, la cui malta durissima lega ancora perfettamente la pietra, magistralmente scalpellinata.
La Torraccia, recentemente ristrutturata, è di epoca medievale: ha forma quadrata con lati di 5,40 m e un’altezza di 19,50 m. Serviva al controllo del territorio che, lungo le rive del Torrente Fersinone, poteva permettere il passaggio di consistenti guarnigioni del Palazzo Bovarino a Frattaguida, sotto Pornello e verso Perugia, attraverso l’alta via su Poggio la Capra e per Collebaldo; oppure da Orvieto attraverso il monte Peglia e San Vito in Monte (s.s. 317). La Torraccia poteva inoltre controllare i possibili guadi per attraversare il torrente i cui vasti campi adiacenti fanno immaginare in quel tratto la possibilità di spiegamenti di forze militari con ampio uso della cavalleria.
Il paesaggio s’è mantenuto integro come nelle precedenti epoche storiche, grazie alla scarsa antropizzazione. Di conseguenza anche la qualità delle acque del Fersinone è straordinaria: l’ambiente naturale, ancora intatto, permette lo sviluppo di interessanti biotipi a tutti i livelli, vegetale, animale e fungino. E’ accertata tra l’altro la presenza del lupo, del gatto selvatico e, seppur incerta, della lontra.
Al ritorno si  passa in prossimità della confluenza con il fosso della Serpolla, uno dei principali affluenti del torrente. Qui il fiume si allarga formando due vasche naturali ricche di pesci, crostacei e gasteropodi. Si segnala inoltre un’interessante presenza di tricotteri, insetti specializzati che indicano l’elevata qualità delle acque.
Suggestive le vedute del castello di Montegiove, del convento della Scarzuola e dell’abitato di Pornello.
Durante il percorso sarà possibile riconoscere specie botaniche dal possibile uso alimentare ed officinale, tipiche della vegetazione spontanea ripariale e  collinare, grazie alla presenza di appassionati ed esperti naturalisti.
Anche se il percorso è facile, si consiglia di indossare scarponcini con suole artigliate e pantaloni tipo jeans o da trekking; di portare con se giubbetto impermeabile in caso di tempo incerto ed eventuali bevande. Né va  dimenticata la macchina fotografica. La gita è prevista ad inizio maggio e, dulcis in fundo, c’è la possibilità di prenotare il pranzo al ristorante “Piccolo Mondo” di San Vito in Monte, ad un quarto d’ora di automobile o, in un agriturismo locale.

 

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter