A Fratta Todina il Centro diurno per anziani non è mai entrato in funzione
A distanza di ben dieci mesi dall’inaugurazione ufficiale , il centro diurno “La Torre” di Fratta Todina destinato ai malati di Alzheimer, di fatto, ancora non è entrato in funzione. Il progetto iniziale, risalente al 2002, prevedeva la creazione di un “Centro diurno per anziani”, sempre collocato all’interno dell’ex palazzo Rivelloni, gestito direttamente dal Comune di Fratta Todina avvalendosi di una forma di integrazione nel servizio con la USL 2. Il centro avrebbe costituito sollievo per le tante famiglie presenti nel territorio comunale e di ambito, alle prese con anziani non autosufficienti o parzialmente tali.
La lungimiranza di tale progetto, visto il progressivo invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento dei relativi bisogni socio-sanitari, avrebbe reso Fratta Todina punto di riferimento all’avanguardia nell’ambito territoriale per i servizi offerti agli anziani.
Sconsideratamente, proprio nel momento in cui si doveva procedere alla richiesta di autorizzazione del servizio, la precedente Amministrazione comunale ha dato luogo a un repentino,quanto inspiegabile, cambio di rotta; gettando alle ortiche il lavoro precedentemente svolto per affidare la gestione del centro direttamente alla USL 2 e destinandolo esclusivamente ai malati di Alzheimer, senza tra l’altro, adoperarsi per garantire una priorità per i malati residenti a Fratta Todina.
Fermo restando il disappunto per il percorso intrapreso,visto il consistente intervallo di tempo intercorso dal momento dell’inaugurazione ad oggi,lasciato oramai alle spalle il clima elettorale, ritengo che sia giunto il momento di dare delle risposte certe e improcrastinabili a tutte quelle famiglie che hanno riposto molte aspettative nell’apertura di questo centro e attendono con trepidazione di ricavare un po’ di sollievo nell’assistenza dei propri familiari malati.
Considerando la drammaticità della situazione vissuta quotidianamente da tante famiglie e sulla scia delle sollecitazioni espresse anche dal consigliere comunale PdL di Marsciano Costantini, si richiede con forza al Sindaco Pintori di Fratta Todina e a tutte le autorità preposte di adoperarsi con fermezza per non ritardare oltre l’apertura effettiva del centro e dare immediata attivazione al servizio,in maniera tale da soddisfare le necessità della collettività.
Cinzia Moriconi – Consigliere comunale e coordinatrice PdL Fratta Todina
30 novembre 2010
Primieri si occupi di Todi invece di pensare alla Regione
Il vice-sindaco di Todi, Primieri, ha rilasciato, nelle scorse ore, una dichiarazione nella quale manifesta perplessità sulla riforma delle comunità montane, in discussione presso le competenti sedi regionali.
Nulla da ridire in merito a posizioni politiche legittime e garbatamente espresse.
Ci preme, però, invitare il vice-sindaco Primieri ad occuparsi, in tema di riforme, anche di ciò che è di sua più stretta competenza ed influenza. Il Consiglio comunale di Todi, per esempio, ha approvato nelle scorse settimane un percorso per l’unificazione dei due enti tuderti Etab e Veralli Cortesi: saremmo grati al vice-sindaco se potesse imprimere vigore a questo progetto che temiamo corra il rischio di essere accantonato per polemiche interne al centrodestra, mantenendo così gli attuali consigli di amministrazione e presidenti.
Con l’occasione, facciamo notare al vice-sindaco che gli interventi sulla strada del Tevermorto non sono stati ne’ sufficienti, ne’ risolutivi, a differenza di quanto da lui dichiarato con nota del 10 novembre 2010 riportata dalla stampa, dove si leggeva che: “Gli interventi, realizzati ad un costo 150mila euro, assicurano una buona percorribilità del percorso con il miglioramento del fondo stradale e soprattutto hanno messo in sicurezza dei tratti di strada che alla prima avvisaglia di piena erano i primi ad impaludarsi con gravi disagi per i residenti.” Purtroppo negli ultimi giorni la strada è stata interrotta a causa delle prime avvisaglie di piena del Tevere, come prima e meglio di prima.
Partito Democratico Todi
29 novembre 2010
Ciani: "Buoni segnali per l’economia tuderte"
Nonostante rimangano ancora svariate e gravi preoccupazioni per il momento economico che stiamo vivendo, è necessario concentrare l’attenzione su alcuni piccoli ma grandi risultati. I risultati dei contributi per le attività artigiane presentate alla stampa nella seconda metà dello scorso mese di luglio, hanno attivato l’Amministrazione.
Le due misure previste dal Comune di Todi per artigiani e commercianti hanno consentito di azzerare gli interessi dei prestiti contratti dagli artigiani del nostro territorio, tanto che sono state ammesse a contributo tutte le 19 domande presentate entro il 30 settembre ultimo scorso. Altrettanto vale per le misure a favore di chi avesse aperto nuove iniziative commerciali nel centro storico nei primi nove mesi del 2010: a fronte di dieci nuove aperture nel centro storico, le cinque attività che hanno presentato richiesta sono state ammesse al contributo una tantum di 1.500 euro, elevato a 3.000 per giovani e donne.
Registriamo ancora oggi con soddisfazione l’apertura nei prossimi giorni di un nuovo esercizio commerciale da parte di un imprenditore che opera con successo già da tempo in altre realtà ed ha scelto anche la città di Todi per ampliare il suo business. Altro recente segnale positivo si registra per la festa organizzata il 3 dicembre per il riconoscimento della D.O.C. Todi; successo dei produttori di uva e vino locali per il tramite della loro associazione di categoria e di questa amministrazione comunale. La cooperativa Tudernum invita i propri soci, e tutti i produttori di uva e di vino, per questo evento, uniti dall’unica soddisfazione di un riconoscimento ambito ed atteso da lungo tempo. Piccoli grandi segnali di una città e di un territorio che non si rassegna di fronte alle difficoltà ma reagisce con energia ed inventiva. Mi riferisco a chi sceglie di dare il proprio contributo con il lavoro silenzioso ma efficace, preferendo questo ultimo allo sport nazionale del lamento chiassoso volto alla ricerca del sensazionalismo, cercando poi di attribuire i propri problemi agli altri, salvo ottenere quale unico risultato l’allontanamento dal raggiungimento della meta finale.
Mario Ciani – Assessore al Bilancio del Comune di Todi
29 novembre 2010
Infatti, la proposta arriva poco tempo dopo la recente legge regionale che ha accorpato le Comunità Montane riducendole alle cinque attuali e quindi in ritardo rispetto ai problemi che da anni affliggono gli enti montani.
Occorrerà allora verificare con attenzione i contenuti della proposta, ancora troppo generica, fermo restando che la creazione di una nuova agenzia regionale di forestazione e bonifica, a cui affidare le funzioni ed il personale delle Comunità Montane, presuppone un nuovo apparato burocratico che allontana sempre più la pubblica amministrazione dai cittadini e non risolve i problemi legati ai costi di gestione. Anzi, la creazione di questo apparato regionale peserà sulle tasche dei cittadini a discapito dell’efficienza e funzionalità della pubblica amministrazione. Inoltre mi sembra un inversione di marcia rispetto al principio di sussidiarietà garantito all’art. 118 della nostra Costituzione, che stabilisce che le attività amministrative vengano svolte dall’entità territoriale amministrativa più vicina ai cittadini e solo se rese in maniera più efficiente ed efficace siano esercitate dai livelli amministrativi territoriali superiori quali Regioni e Province.
In sostanza si cerca di affrontare, peraltro solo in parte, la problematica legata al personale in esubero perdendo di vista la parte legata alla gestione delle funzioni di programmazione e progettazione nel settore ambientale che hanno fino ad oggi caratterizzato le Comunità Montane.
Al di là della propaganda, l’operazione legata al disegno di legge ha come scopo il trasferimento nell’Agenzia regionale di circa 600 dipendenti con contratto agricolo-forestale e di circa settanta impiegati dei circa 400 dipendenti pubblici presenti negli enti destinati a scomparire. Tuttavia è ancora tutto da chiarire che fine faranno tutti quei lavoratori che non potranno transitare nella nuova Agenzia. In buona sostanza, così come presentato, il progetto non risolve il problema di molti lavoratori che non potranno transitare nell’agenzia di bonifica e forestazione, colpisce i cittadini che avranno meno servizi e depaupera il territorio regionale di risorse e professionalità. Serve un disegno più organico che affronti a 360 gradi le problematiche ed allora anche i Comuni faranno la loro parte.
Moreno Primieri – vicesindaco di Todi
29 novembre 2010
Il nuovo ospedale è pronto, piaccia o non piaccia al sindaco di Todi
L’affollato incontro sulla Sanità locale, organizzato dai gruppi consiliari del Pd e Ps-Mre, nella sala del Consiglio Comunale di Todi, con la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha portato molte notizie utili alla cittadinanza.
Il progetto di costruzione del nuovo ospedale comprensoriale di Pantalla tra un mese esatto sarà formalmente concluso. Il Direttore generale della ASL2 ha dichiarato, infatti, che, entro tale periodo, la Btp, ditta incaricata della costruzione dell’ospedale comprensoriale, consegnerà formalmente l’opera e quindi dopo le feste natalizie cominceranno le attività di arredo e di istallazione delle apparecchiature medicali che si dovrebbero concludere in un paio di mesi. Saranno passati appena quattro anni dall’inizio dei lavori quando il nuovo ospedale entrerà in funzione ed il “pubblico” avrà dato, così, prova di saper essere efficiente, nel rispetto dei tempi programmati.
Nel nuovo ospedale i servizi presenti nelle due attuali strutture saranno riorganizzati in sette macro aree (pronto soccorso, radiologia, ortopedia, chirurgia, medicina, ostetricia e pediatria) ed a questi si aggiungeranno altri servizi come oculistica e riabilitazione cardiologia. Ci saranno cinque sale operatorie, di cui una per l’emergenza-urgenza ed una sezione di ospedale di distretto, dove potranno sostare i malati che, usciti dall’ospedale per acuti, non sono ancora pronti per un’assistenza domiciliare. E ci saranno strumentazioni diagnostiche nuove ed all’avanguardia, compresa la Risonanza Magnetica.
La stessa Presidente Marini ha fornito importanti rassicurazioni che l’investimento nel nuovo ospedale di 120 posti letto e 17.500 mq di superficie complessiva (40 milioni di spesa tra lavori edili, arredi ed attrezzature) sarà valorizzato al massimo con attività medico-chirurgiche di tutto rispetto.
Per quanto riguarda la vecchia struttura di Porta Romana, la Regione e la ASL sono state molto chiare: la Sanità è pronta a rioccupare parte degli spazi con i servizi di distretto e di prevenzione attualmente dislocati in altre sedi e, novità, anche per potenziare le attività del centro per i disturbi alimentari di Palazzo Francisci.
Inoltre la Regione è disposta a prevedere nella vecchia struttura la sede dei medici di medicina generale di base e di pediatria associati e la sede di associazioni di volontariato e no profit (Croce Rossa, Avis, Università della terza età, etc…).
Per il Pronto Soccorso, nel rispetto dei Piani Sanitari Regionale e Nazionale, la sede prevista è quella del nuovo ospedale, mentre è in corso una ristrutturazione del servizio di Pronto Intervento del 118, dislocando le ambulanze in modo da garantire il raggiungimento di ogni luogo del territorio nei tempi previsti dagli standard sanitari.
Sono questi i molti elementi di chiarezza scaturiti dall’incontro, di fronte ai quali il Sindaco di Todi, evidentemente in difficoltà, ha risposto con un comunicato stampa privo di senso, mettendo in dubbio i tempi di completamento del nuovo ospedale e tornando con toni polemici sulla questione della strada per l’accesso al nuovo ospedale.
Partiamo dalla questione della strada. In quattro anni il Comune di Todi, nonostante il finanziamento di 400.000 euro messo a disposizione dalla Regione Umbria, non è stato in grado ne’ di produrre una adeguata progettazione esecutiva del nuovo tracciato previsto nel PRG ne’ di realizzare le opere minime di interconnessione tra la strada interna all’ospedale e quella esterna (la cosiddetta rotonda). Sulla nuova strada la Regione si è dovuta sostituire al Comune, per non lasciare il nuovo ospedale senza una via di accesso adeguata; sul resto, di competenza dell’Amministrazione di Todi, la confusione regna ancora sovrana, tanto che il Sindaco afferma, oggi, provando in qualche modo a giustificarsi, che non ha i soldi stanziati dalla Regione.
Evidentemente, però, mente, sapendo di mentire. Da tre anni, infatti, nel piano triennale delle opere pubbliche è inserita la somma di 400.000 euro con destinazione vincolata per la nuova strada. Ora delle due l’una: o la somma non è certa e per questo non poteva essere inserita nel bilancio oppure la somma è certa, ma Ruggiano, per giustificarsi delle inadempienze, afferma il falso fino al punto di adombrare un’irregolarità amministrativa.
Non solo: da notizie di stampa il Comune ha indetto una gara pubblica per la realizzazione dell’opera e c’è da chiedersi, allora, se i fondi non sono certi, come ha fatto ad indire la gara. Anche qui ci troveremmo di fronte ad una grave irregolarità amministrativa, sanzionabile sul piano contabile.
E per la struttura di Porta Romana, il Comune cosa propone? La questione non lo riguarda? Pensa di continuare nella latitanza e nella mistificazione? Noi abbiamo più volte sollecitato un progetto complessivo ed avanzato alcune proposte concrete per utilizzare la parte restante dell’immobile: scuole, uffici comunali e provinciali, sedi di associazioni…
Ruggiano ed i suoi hanno sempre risposto con polemiche, bugie, inadempienze e falsità.
La verità, piaccia o non piaccia al Sindaco, è che in primavera il nuovo ospedale sarà operante e la struttura di Porta Romana dismessa, che la Regione ha rispettato i tempi, mentre il Comune di Todi in quattro anni ha prodotto solo sterili polemiche e nessun fatto: nessun progetto per il riutilizzo della struttura di Porta Romana e nemmeno una semplice rotonda a Pantalla.
Questi sono i fatti ed è inutile provare a nascondersi.
Partito Democratico Todi
28 novembre 2010
Gli enti sono responsabili per la cadute da motociclo sulle loro strade
I danni conseguenti agli incidenti determinati dalla negligenza dell’Amministrazione che ha la proprietà ovvero la disponibilità e il godimento del bene demaniale, in particolare di strada pubblica, allorché si verifichino nel custodire la res e/o nel fornire agli utenti adeguate segnalazioni devono essere risarciti dal Comune di competenza, in quanto sullo stesso gravano gli obblighi del custode.
Segnalo con soddisfazione il principio espresso con una recentissima pronuncia (Cass. Civ. Sez. III, sentenza 15/10/2010, n. 21328), che ha ribadito e precisato alcuni principi già enunciati in una sentenza di solo alcuni mesi prima (Cass. Civ. Sez. III, sentenza 22 aprile 2010, n. 9456).
La giurisprudenza si è occupata in numerosissime occasioni delle richieste di risarcimento per danni avanzate da cittadini nei confronti dell’Ente; si è parlato, in proposito, di responsabilità della P.A. per l’esistenza di “trabocchetti” o “insidie nascoste”.
In particolare nella circostanza la Suprema Corte ha accolto il ricorso di un uomo che aveva chiesto di essere risarcito dal Comune per i danni subiti a causa di un incidente occorsogli cadendo dalla sua vespa, in una strada antica, sdrucciolevole e caratterizzata da numerosi avvallamenti, situata nel centro storico di un piccolo Comune siciliano.
I giudici di piazza Cavour hanno quindi accolto il ricorso sostenendo che le motivazioni muovono dalla constatazione che, in base all’art. 2051 del codice civile, incombe sul Comune sia l’obbligo di custodire e fare manutenzione sulla strada che quello di ridurre, in ogni modo possibile, il pericolo di incidenti, attraverso la segnaletica che evidenzi le condizioni della strada e/o mediante l’impiego di agenti di polizia municipale, come prescritto da diversi articoli del codice della strada.
Secondo quanto stabilisce l’art. 2051 c.c., del resto, spetta al Comune l’onere di provare che il danno è stato provocato dal caso fortuito ovvero, in tutto o in parte, dalla condotta colposa dell’utente.
Giovanni D’Agata, dipart. Tutela del Consumatore – Idv
27 novembre 2010
La risposta di Epifani al comitato "pro tutto" su San Fortunato
Se quelli del comitato "pro tutto" (adesso che non c’è più la Zarina), si fossero informati, saprebbero che gli uffici tecnici hanno già effettuato i dovuti sopralluoghi e redatto un progetto per un intervento sul tetto di San Fortunato ed in particolare i settori più bassi da dove filtra l’acqua nelle cappelle, dove insistono affreschi che sono in parte deteriorati. Avessero il pudore di tacere, poiché sanno benissimo che Il Tempio in queste, ed anche in peggiori condizioni, ce lo hanno tenuto i Sinistri e così ce lo hanno lasciato. Mai fatta manutenzione, per cui è da oltre dieci anni che piove a "scroscio" nella cappella Gregoriana e nelle altre. Non dicono come hanno fatto ridurre il coro ligneo e la fine miseranda della canne dell’organo. L’Amministrazione ha reperito i fondi necessari ed al più presto si interverrà per sanare un’altra delle molteplici "mascalzonate politiche" perpetrate dalle amministrazioni di Centrosinistra. Piove quando fa loro comodo. Un accenno alla Fontana della Rua, in merito alla quale insistono sulla frattura del bordo, frattura che esisteva da tempo. Prima non se ne erano accorti, malgrado la frequentazione della piazzetta da parte della Zarina e dei suoi manutengoli. Il sottoscritto, accortamente, ebbe a fotografare il bordo della fontana, prima dei lavori della sua riattivazione. Quindi ci sono le foto e tanto di testimoni. Bello vero l’Anfiteatro? Si vantano di aver fatto interrompere i lavori di ripulitura e di sistemazione ma è già ridiventato un erbaio, un mondezzaio ed un parcheggio per auto. Che Dio li perdoni.
Mario Epifani – consigliere Fiamma Tuderte
27 novembre 2010
Consolazione: il comitato segnala sfacelo all’assessore
Non è stato fatto nulla.
L’acqua seguita a cadere copiosissima all’interno della chiesa mettendo a grave rischio, crediamo, anche l’incolumità dei fedeli e dei visitatori nonché di tutti quelli che frequentano il Liceo Jacopone.
La situazione è molto grave. In quelle gronde che prima erano piene solo di terra ed erbacce, ora ci sono i primi virgulti di pioppo che stanno alzandosi verso il cielo. Non osiamo immaginare cosa ci sia sopra il tetto. Nel frattempo l’acqua invade in maniera devastante l’interno delle cappelle, mettendone a rischio anche la staticità. Non vorremmo avere anche a Todi un’altra Pompei o un altro San Giacomo come a Spoleto.
Ci permettiamo di segnalare questo sfacelo anche all’Assessore alla Cultura del Comune di Todi, la prof.ssa Margherita Bergamini Simoni, dato che si è verificato che, un’accidentale distrazione, le ha fatto sfuggire la rottura del bordo della Fonte Cesia, lo scempio della Consolazione, l’aggressione all’Anfiteatro Romano, l’installazione di una fontana davanti le Fontane Scarnabecco ed altro ancora.
Vorremmo farci parte diligente e segnalarle questa situazione, affinché, finalmente, possa far sentire forte e chiara la sua voce, almeno questa volta, in merito alla tutela dei monumenti della città che riteniamo facciano parte integrante delle competenze del suo assessorato.
Comitato “Difendiamo la Consolazione”
26 novembre 2010
A Fratta Todina è una battaglia contro i mulini a vento…
Sto pensando che a volte mi sembra di fare la guerra contro i mulini a vento… che io come i miei amici consiglieri potremmo passare le nostre serate al cinema, con gli amici, in famiglia, vicino al fuoco o in qualsiasi altro posto…
Eppure anche questa sera abbiamo dedicato il nostro tempo a vedere a controllare a progettare a preparare il prossimo Consiglio Comunale.
Credeteci, a prescindere dalla idee, che possono unirci o dividerci, vederci a volte l’uno da una parte o dall’altra del tavolo, ci sono delle cose a Fratta, che sono assurde… cose che come in un famoso film "voi umani non potete nemmeno immaginare"…
E allora cerchiamo con tutte le nostre forze di dire no, di capire il perchè di certe scelte, di dire BASTA a certi errori che anno dopo anno si ripeteno sistematicamente nella loro drammaticità.
Noi non diciamo No, perchè siamo opposizione, Noi diciamo No, perchè sprecare denaro pubblico non ha senso, perchè le cose vanno fatte con criterio e nell’interesse di tutti… perchè ci sentiamo attaccare ogni giorno per le famose " leggi ad personam" e a Fratta fanno regolamenti e bandi "ad personam"… perchè Noi non siamo contro la raccolta differenziata, ma vogliamo pagare per il servizio, e non per un NON servizio, perchè noi prima di abbassare la testa e pagare avremmo protestato con tutte le nostre forze e in tutte le sedi… perchè per noi la scuola di Fratta è importante, così come la sua messa in sicurezza, ma non vogliamo un altro asilo e un ampliamento della scuola materna a costi assurdi (1.200.000 €) visto che non ne vediamo l’esigenza e perchè anche noi, come i tecnici comunali capiamo che non siamo in grado di sostenerne i costi di una tale spesa e soprattutto dell’eventuale nuova struttura… perchè per noi le strade vanno fatte, ma con criterio, e rispettando tutti i canoni di sicurezza, perchè le curve, dossi e paroboliche sono più adatte ad un circuito di formula uno che a una strada comunale… perchè per Noi non ha senso speculare sulla sicurezza dei
cittadini, trincerandosi dietro a un "non ci sono i fondi", quando poi quelli che abbiamo li sperperiamo con scelte demenziali… perchè per noi comunque Fratta è e sarà sempre il nostro Paese!
Massimiliano Scapicchi – Gruppo Pdl Fratta Todina
25 novembre 2010
Mura medievali di Massa Martana addio…
Desidero portare a conoscenza di uno spiacevole avvenimento verificatosi lo scorso mese di settembre a Massa Martana. Una consistente cortina di mura medioevali che cingevano il castello del capoluogo, sul lato occidentale, è stata inspiegabilmente demolita. Questo tratto di mura medioevali era stato recentemente messo in evidenza dalla pulitura della rupe, nell’ambito dei lavori di consolidamento.
Sopra la rupe si erge, da secoli, probabilmente da prima dell’anno 1000, il castello di
Massa Martana. Il ritrovamento rivestiva grande importanza perché era la conferma dell’esistenza di una cinta muraria anche sul lato occidentale, aggettante sopra l’alta rupe.
Le continue frane su quel versante, documentate inoppugnabilmente da documenti dell’Archivio Storico del Comune di Massa Martana fin dal 1570 e verificatesi poi anche nei secoli XVII e XVIII, fino all’ultima del 1960, avevano causato il crollo totale delle mura che difendevano il centro storico anche sul fronte occidentale, tanto che qualcuno ipotizzava che, su quel lato, il castello medioevale di Massa Martana non avesse mai avuto mura, protetto solo dall’alta e ripida rupe.
Il recente ritrovamento, quindi, assumeva un’importanza notevole perché testimoniava la reale presenza di mura per tutto il circuito del castello, come d’altronde si poteva evincere da alcune antiche mappe del 1700 e dei primi anni del 1800.
I ruderi, seppur non nelle migliori condizioni, per un lungo tratto di circa 50 metri, mostravano una solida e accurata tessitura muraria di inconfondibile epoca medioevale, con feritoie, aperture, torri e bastioni, arditamente impostati sui contrafforti della rupe stessa.
Era pertanto auspicabile che tale reperto, per la sua unicità e per l’alto valore storico, documentale, culturale e anche affettivo per la comunità di Massa Martana venisse salvato, restaurato e valorizzato.
Questa aspettativa è stata anche sottoposta all’attenzione dell’Amministrazione Comunale con una interrogazione, presentata e discussa nel Consiglio Comunale del 20 settembre, nella quale si sottolineava l’importanza del manufatto e se ne auspicava la salvaguardia ed il restauro.
L’Amministrazione Comunale e il Sindaco rispondevano alle richieste degli interroganti per bocca dell’ingegnere Giuseppe Federici, direttore dei lavori di consolidamento della rupe, il quale, sosteneva che “tecnicamente non è possibile recuperare le mura, comunque di scarso valore”.
Sulla base di questo discutibilissimo e superficiale, se non errato parere, le mura in questione erano già state demolite e rase al suolo distruggendo irreparabilmente una importante e significativa testimonianza della storia e della struttura architettonica del Castello di Massa Martana.
prof. Carlo Ridolfi
24 novembre 2010
Mense scolastiche di Todi: la protesta di lavoratori e sindacati
Quest’anno, a pochi giorni dall’inizio della scuola, l’Amministrazione comunale ha deciso di rivedere le gare d’appalto per i servizi mensa e accompagnamento negli scuolabus dei bambini iscritti alla scuola dell’infanzia.
A seguito degli aumenti, intorno al 20%, delle rette per mense e trasporti scolastici era naturale attendersi un miglioramento o, quantomeno, il mantenimento dei servizi prestati fino allo scorso anno scolastico ai bambini ed alle famiglie. Invece, allo stato attuale delle cose, un miglioramento non c’è stato, mentre il mantenimento dei servizi è stato ed è possibile solo attraverso il sacrificio delle lavoratrici da anni addette a mense e trasporti.
I cittadini di Todi ed in particolare i genitori dei bambini devono sapere che:
1.L’Amministrazione comunale, che pur sapeva della scadenza dell’appalto, ha preso la decisione di rivedere i servizi molto tardi, solo dopo la metà di agosto, quando ormai non c’erano più i termini per indire una gara europea e rimettere in gara servizi analoghi a quelli in essere fino allo scorso anno scolastico;
2.I due servizi, trasporto e mense, che per anni sono stati svolti dalle stesse persone, le quali prima accompagnavano i bambini e poi lavoravano alle cucine, sono stati distinti in gara, per poter rientrare sotto le soglie degli appalti gestibili senza procedure europee;
3.Diversamente dal passato, quando i due servizi erano in capo ad un unico soggetto che si aggiudicava la gara, quest’anno hanno vinto i due servizi due società diverse, per cui i servizi ed il personale sono distinti, con l’effetto che le elasticità prima possibili oggi si rivelano impraticabili e tutto è gestito con grande fatica;
4.La gara è stata aggiudicata al ribasso e le lavoratrici addette alle mense hanno subito tagli negli orari di lavoro di circa il 35%: è di tutta evidenza che la qualità della cucina sia legata anche e soprattutto al tempo a disposizione delle cuoche: la qualità del servizio, quindi, pur restando nei limiti standard, è comunque diminuita;
5.Il personale addetto alle mense ha subito un drastico ridimensionamento dei salari e quotidianamente, per scrupolo di coscienza e per non lasciare il lavoro a metà, si presta ad ore di straordinario, ad oggi, non ancora retribuite;
6.L’obiettivo dell’Amministrazione di ridurre i costi del servizio è stato raggiunto, quindi, solo con il taglio delle ore delle addette alle mense e con il risultato di una cucina “più frettolosa”;
7.Il carico è stato sostenuto, alla fine dei giochi, da dieci lavoratrici e famiglie che, nel giro di pochi giorni, hanno visto ridursi in maniera consistente i propri stipendi, quasi dimezzati e sui quali facevano conto, come tutti.
E allora ci chiediamo: queste famiglie non avevano forse diritto a conoscere la situazione in tempo, per poi, magari, organizzarsi diversamente? Non sarebbe stato più giusto e corretto trattare l’argomento non sul finir dell’estate, ma con tempi ragionevoli e rispettosi delle lavoratrici e delle loro famiglie?
LE LAVORATRICI ADDETTE ALLE MENSE SCOLASTICHE
LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI Fisascat CISL – Filcams CGIL
24 novembre 2010
Il Pd di Todi condivide la protesta dei commercianti del centro storico
Le preoccupazioni e la protesta dei commercianti del centro-storico di Todi, sia con la chiusura in anticipo delle saracinesche sia con le dichiarazioni alla stampa, sono condivisibili ed è doveroso diventino quanto prima elementi di dibattito cittadino, pubblico e politico.
Anche di recente abbiamo chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario, per discutere seriamente l’intera materia ed individuare chiare linee di indirizzo per il lavoro dell’amministrazione comunale in modo da mettere fine agli spot, alla superficialità, al fare finta che basti la carta per risolvere i problemi. Siamo in attesa che, tra una polemica e l’altra, sempre innescate dall’amministrazione comunale, si giunga presto a questa seduta consiliare, possibilmente prima delle feste natalizie.
Siamo certi che la situazione attuale, oltre agli elementi di crisi ed incertezza economica non certo derivanti dal contesto locale, sia appesantita in maniera rilevante da una gestione amministrativa della città superficiale nella quotidianità e di assoluta improvvisazione per quanto riguarda il futuro.
La sospensione del servizio di collegamento con l’ascensore tra il parcheggio di porta Orvietana ed il centro (a seguito di revisione quinquennale che ha riscontrato l’usura di alcune parti meccaniche e perciò da sostituire) rappresenta un esempio di superficialità e incapacità nell’individuare le priorità: è mancata una trasparente e chiara informazione alla città, preferendo far correre le più disparate voci, non si è data risposta alla interrogazione urgente presentata a proposito dal gruppo consiliare del PD, non si sono voluti impegnare per tempo i soldi necessari, preferendo spendere soldi in maniera discutibile e certamente non urgente. Ne siano prova: l’acquisto delle pistole per i vigili, l’installazione del varco elettronico alla Consolazione, la stazione mobile di polizia, quasi sempre in garage, mai in giro per la città e le frazioni. Solo con questi tre esempi siamo oltre i 100.000 euro!
E per il futuro ci troviamo di fronte a programmi e progetti che porteranno solo danni: minori posti auto nelle aree del centro, attivazione del varco elettronico, pedonalizzazione di piazza Garibaldi e di piazza del Mercato Vecchio, riduzione dei posti gratuiti per i residenti, sconvolgimento delle aree intorno al Mercato Vecchio per creare un solo piano parcheggi interrato da 90 posti! Il tutto con una spesa di 4 milioni di euro a carico dei contribuenti e dei clienti del futuro parcheggio.
Si rilanciano poi megaprogetti di parcheggi già bocciati dal mercato come quello di piazzale Santo Stefano a Porta fratta.
Su tutto questo chiediamo discussione e scelte condivise e, francamente, ci sembra un diritto di tutti.
Partito Democratico Todi
22 novembre 2010
Legambiente chiede delle linee guida per la green economy dell’Umbria
Entro gennaio 2011 le Regioni dovranno fissare le proprie regole per integrare le fonti rinnovabili nel territorio. Una grande occasione per ragionare di futuro e di una green economy che sia capace di dare risposta ai problemi dell’edilizia, della qualità urbana, dell’agricoltura, delle piccole e medie imprese anche per una regione come l’Umbria.
Legambiente si rivolge alla Presidente Catiuscia Marini affinché la Regione Umbria non perda questa occasione per stabilire le proprie regole relative alla diffusione di impianti per le energie rinnovabili nel proprio territorio perché con l’approvazione da parte del Governo delle linee guida nazionali, si chiude la stagione dell’incertezza normativa e si apre una nuova fase: le Regioni potranno ora fissare regole certe in modo da garantire trasparenza e efficacia delle procedure di realizzazione degli impianti e di tutela del paesaggio. In caso contrario invece, da febbraio, si dovranno utilizzare le indicazioni, peraltro incomplete, delle Linee Guida nazionali.
Le nostre proposte vogliono contribuire a costruire un confronto ampio, per condividere una visione di forte sviluppo delle rinnovabili che permetta all’Italia di raggiungere gli obiettivi europei sviluppando filiere produttive capaci di offrire nuove opportunità occupazionali, sostenendo le attività economiche esistenti, puntando ad integrare gli impianti nel paesaggio e nel territorio garantendo trasparenza e legalità.
Le Linee guida devono dunque definire un quadro di regole capace di garantire per le diverse fonti la più’ efficace integrazione ambientale e paesaggistica. Un risultato che si può ottenere innanzitutto definendo per gli impianti eolici, solari, da biomasse, idroelettrici, geotermici le aree non idonee, e introducendo criteri per la più corretta progettazione e integrazionedelle differenti fonti nel paesaggio, secondo un principio di progressività, in modo da semplificare l’iter per gli impianti di dimensione ridotta e in regime di scambio sul posto.
L’individuazione dei riferimenti per la più efficace diffusione degli impianti da fonti rinnovabili passa quindi per due percorsi paralleli: per un’attenta analisi dei caratteri del territorio per l’individuazione delle aree non idonee e attraverso criteri che permettano di orientare la progettazione verso una attenta integrazione negli edifici e nel paesaggio.
Alle Linee Guida si deve accompagnare la massima attenzione alla trasparenza dei processi e all’informazione dei cittadini, a garantire in ogni modo la legalità. In questa direzione è necessario che le Regioni si impegnino per dare notizia di tutte le procedure, norme e vincoli che riguardano i progetti da fonti rinnovabili, lo stato dell’iter per ogni progetto e il quadro delle installazioni nel territorio, attraverso un sito internet adeguatamente aggiornato.
Legambiente Umbria
21 novembre 2010
Preoccupazione per lo stato della chiesa di San Fortunato
La Chiesa di San Fortunato si trova da tempo in condizioni pessime di conservazione e manutenzione, in particolare per ciò che riguarda le strutture di copertura, anche portanti, e di smaltimento delle acque meteoriche e questa situazione è sotto gli occhi di tutti i cittadini e fedeli del comprensorio Tuderte.
Ho tentato da tempo di segnalare i fatti e di essere ascoltato da coloro che hanno la responsabilità giuridica, politica e religiosa ma le mie note sono state accolte con fastidio e con attribuzione di responsabilità al solito "governo ladro" per cui trasmetto queste foto che documentano il grave pericolo di danno irrimediabile alle strutture portanti e di copertura della Chiesa per dovere civico e perché non voglio rinunciare alla lotta per la valorizzazione del patrimonio storico ed architettonico del Tuderte, frutto del lavoro e dell’ingegno di tante generazioni del passato ed oggetto di disprezzo da parte di quella del presente che attende ogni dissesto e crollo solo per specularci sopra.
Renato Domenico Orsini
19 novembre 2010
A Gualdo Tadino avviato il percorso per l’acqua pubblica
Grazie ai proponenti la mozione voluta ed organizzata dal Comitato Pro Acqua Gualdo con la raccolta firme, alla tenacia di coloro che si sono offerti di portare in Consiglio le firme raccolte dato che noi non avremmo potuto farlo(in particolare si ringrazia Graciolini Gianluca), dei rappresentanti del Comitato stesso presenti e vigilanti in consiglio fino alla fine della votazione, è oramai ufficialmente avviato e deliberato il percorso che porterà alla modifica dello statuto Comunale con l’inserimento della clausola vincolante sull’acqua "bene comune universale, la cui gestione è priva di rilevanza economica e fini di lucro".
E’ una grande vittoria, di rilievo nazionale, la vittoria oggi è della democrazia partecipata, di tutti i gualdesi a cui diciamo grazie per averci dato fiducia, della gente che ha richiesto con forza il riconoscimento del "bene umano universale acqua", dopo che con il Decreto Ronchi è divenuta merce che risponde soltanto ai Consigli di Amministrazione.
Il percorso da seguire per la ripubblicizzazione dei servizi sarà lungo, ma ancora una volta il Comitato promette vigilanza e attenzione massima a tutte le tappe che seguiranno ed esorta la popolazione a continuare insieme perché è solo attraverso la partecipazione massima che si recupera l’equità sociale.
On.le Ferruccio Fazio Ministro della Salute
On.le Maurizio Sacconi Ministro Lavoro e Politiche Sociali
On.le Giulio Tremonti Ministro Economia e Finanza
Egregi Ministri,
Vi scrivono due malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), a nome di numerosi altri malati e dalle loro famiglie, che da anni attendono l’approvazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per una assistenza domiciliare adeguata e che possa definirsi degna di un paese civile.
I malati SLA e le loro famiglie sono stanchi di promesse: hanno seguito per anni i lavori delle Commissioni, ultima in ordine di tempo la Consulta delle Malattie Neuromuscolari che, nominata dal Ministro Fazio, ha prodotto documenti regolarmente accantonati.
I "nuovi" Livelli Essenziali di Assistenza, ritirati oltre due anni fa dall’attuale governo, “sono stati rivisti e su quello schema sono confluite elaborazioni e considerazioni provenienti dalla Commissione nazionale per la definizione e l’aggiornamento dei LEA, organismo che è stato istituito appositamente, che nell’approvare i vari elaborati, ha tenuto presente non solo del rapporto positivo costo-efficacia, ma anche del criterio della coerenza col quadro delle disponibilità finanziarie del servizio nazionale” (per usare le parole del Sottosegretario Vegas). Due lunghi anni per arrivare ad una nuova stesura e poi, dal febbraio di quest’anno, la pratica è ferma sul tavolo del Ministro dell’Economia per la quantificazione dei costi.
Più che una scrivania, un binario morto.
Scesi in piazza, il 21 giugno, siamo stati frettolosamente congedati dal Sottosegretario Letta, ertosi allora a Presidio in favore dei disabili e garante di una pronta approvazione dei LEA.
In ultimo, un ordine del giorno approvato dal Governo impegnava il Governo stesso ad emanare, entro il 30 settembre 2010, il DPCM sui LEA, termine da considerarsi perentorio, salvo che il Ministro Tremonti non fosse intervenuto in Aula a riferire sulla mancata emanazione, chiarendone il motivo.
E, infine, Vi chiediamo: che ne stato dei 300 milioni stanziati dal Ministro Sacconi per la non autosufficienza?
Anche se indignati, stanchi, delusi e molti di noi addirittura alla disperazione, non abbiamo perso la voglia di lottare per vivere una vita degna, perciò abbiamo deciso che
Il giorno 16 novembre 2010 dalle ore 10,30 noi, malati in carrozzina, anche con tracheostomia e PEG, saremo davanti al Ministero dell’Economia per farci carico di un PRESIDIO PERMANENTE sino a che il Ministro Tremonti non ci darà risposte esaustive.
In fondo cosa chiediamo?
Niente di straordinario, solo il rispetto del diritto costituzionale ad una vita accettabile e dignitosa per tutti i malati e i loro familiari.
Vi rendiamo noto quanto è urgente e prioritario in questo senso:
1. Copertura finanziaria ed approvazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e relativo nomenclatore tariffario degli ausili.
2. Finanziamento di 100 milioni di euro per il percorso assistenziale proposto dalla Consulta Ministeriale delle malattie neuromuscolari, tale finanziamento dovrà essere riservato al sostegno alle famiglie per la formazione e l’assunzione di Assistenti Familiari. Le Regioni dovranno contribuire con una pari quota.
3. Finanziamento di 10 milioni di euro per ricerca di base e clinica da effettuarsi in 10 centri universitari italiani con metodologie ed obiettivi condivisi e sinergici.
Tutte le persone non autosufficienti e tutti coloro che sono affetti da gravi malattie altamente invalidanti attendono da Voi provvedimenti concreti. Speriamo vivamente che non appena riceverete questa lettera decidiate subito che la vita delle persone è più importante di tante spese che possono aspettare, come ad esempio i miliardi previsti per gli aerei da combattimento F35, che sono uno schiaffo all’intelligenza umana ed alla vita stessa.
13 novembre 2010
Stanziamento scandaloso per il terremoto di Marsciano
Il riconoscimento della questione terremoto di Marsciano all’interno della Legge Finanziaria, non cancella il fatto che siamo in presenza di uno stanziamento scandaloso, una misera concessione! Sono colpito da tanta pochezza di una classe dirigente che prima se ne va meglio sarà per tutti. La nostra disgrazia più grande non è stato il terremoto, ma il fatto che sia accaduto sotto questo Governo che non sta facendo altro che alimentare il discredito verso le istituzioni oltre che verso il nostro paese. Se le cose rimanessero in questo modo sarebbe una indecenza. Peraltro conquistata dietro il lavoro pressante solo di una parte dei nostri parlamentari, che ringrazio davvero. Mi aspetto ora che tutti i parlamentari umbri, per un senso di giustizia, si facciano carico, durante il prosieguo della discussione in Aula, di una battaglia aperta per stanziamenti più adeguati.
Forse, a questo punto, l’unico modo per essere trattati più seriamente, da paese moderno e civile, è riaffrontare la questione ricostruzione con un governo diverso, in grado di capire che lo stanziamento di fondi adeguati per queste calamità (non solo la nostra) è anche un modo per far ripartire l’economia in un momento di difficoltà molto serie. Il messaggio che arriva da queste decisioni è devastante. E’ come dire ai cittadini che uno Stato non sa riconoscere né diritti né priorità di intervento, pur in presenza di comunità ed Enti Locali che, consapevoli delle difficoltà, non avevano chiesto tutto e subito. Comunque il lavoro prosegue. Ora insieme alla Regione, cercheremo di capire quali iniziative mettere in campo. Tutto ci si può chiedere meno di accettare questa elemosina senza reagire.
10 novembre 2010
Emicom, si discute sulla nomina del liquidatore e la Fim Cisl Umbria prende posizione. “Non si può dare all’intera partita un impulso esclusivamente liquidatorio, il Concordato (qualora venisse omologato) non può segnare la fine definitiva di Emicom –ha dichiarato il segretario generale regionale Fim Cisl Umbria Adolfo Pierotti- Le valutazioni devono essere fatte su quello che ancora noi auspichiamo, ossia la salvaguardia dell’occupazione, e della tenuta sociale e industriale dell’azienda e non sulle persone. Se dovesse prevalere la linea disfattista sarebbe la fine, in primo luogo per il messaggio trasmesso ai creditori. La Fim Cisl Umbria si impegnerà affinché le attività rimangano, questo per il bene dei lavoratori e del loro futuro”. La Fim Cisl Umbria, infatti, ritiene che la vicenda non possa essere chiusa né con il Concordato né con la cessione di rami di azienda, anche se hanno garantito un parziale recupero della forza lavoro. “Pertanto –ha ribadito Pierotti- abbiamo ancora obiettivi importanti da raggiungere, la messa in sicurezza di A.E.A., verso la quale anche le istituzioni, su pressione dei sindacati, hanno ribadito il proprio impegno. La tenuta occupazionale nella città di Massa Martana, che potrebbe non essere scontata, deve rimanere come obiettivo prioritario per avere ulteriori opportunità. Il sito di Terni dovrà essere un luogo dove potranno trovare cittadinanza i lavoratori e non qualcos’altro. Su questo versante c’è molto da lavorare”. Pierotti ha poi aggiunto che “fino a quando la situazione non è degenerata (richiesta di Concordato), avevamo i nostri interlocutori che si erano assunti degli impegni ben precisi che per noi significa solo ed esclusivamente risolvere i problemi dei lavoratori. Quindi, la nostra garanzia per il rispetto delle procedure è il Tribunale di Perugia, che siamo convinti che sarà vigile e attento e non crediamo che abbia bisogno di suggerimenti. Sul resto ci sono degli impegni che per noi rimangono gli stessi, sapendo però che abbiamo bisogno di interlocutori che sappiano darci delle risposte sul piano occupazionale e di prospettiva”.
5 novembre 2010
Il Movimento per la qualità della vita su Olmeto e zootecnia
In particolare sui vari punti della mozione n. 206 del PD, osserviamo:
1) che le attività zootecniche non sono una grande risorsa per l’economia né per gli allevatori, né per l’occupazione, né per l’indotto, visto che in regime di soccida, poco o nulla resta nel territorio. Per quanto riguarda la salubrità e la vivibilità del territorio, se ne lasci la valutazione a chi vi abita e chi ne soffre da decenni!!
2) Sostenere che la densità dei capi allevati equivale a 2 capi per ettaro potrebbe essere realistico a condizione che tutta la superficie del Comune di Marsciano (giardini pubblici, rotonde, strade, giardini e verde pubblico e privato ecc. ecc.) sia a disposizione degli allevamenti. In realtà il territorio interessato è pari a circa 25 km2, di cui solo una piccola parte a disposizione degli allevatori.
3) L’ordinanza del Sindaco di Marsciano per la chiusura del biodigestore in data 11 Agosto 2009 è stata richiesta dall’ARPA in data 05 Agosto 2009 Prot. N. 15841. Nello stesso documento dell’ARPA viene inoltre richiesto un ulteriore provvedimento per il divieto del reinstallo suinicolo, così come già richiesto al Comune di Marsciano dalla Sezione Territoriale ARPA in data 09 Febbraio 2009 Prot. N. 2795.
4) Le nostre osservazioni sul progetto presentato dalla società S.I.A. relativo a “impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi tramite operazione di trattamento biologico D8”, sono state già depositate nei tempi utili presso Regione e Provincia, senza peraltro avere a tutt’oggi ottenuto risposte. La richiesta per questa tipologia di impianto conferma che oltre agli organi di stampa con pubblicazioni di Aprile 2010, altri soggetti sono evidentemente al corrente del parere del Ministero dell’Ambiente sulla classificazione come rifiuti dei residui dell’impianto di biodigestione. Inoltre il mantenimento dello status quo del corpo idrico Genna e di conseguenza Nestore e Tevere, è in contrasto con il Piano Tutela Acque che richiede un netto miglioramento della qualità delle acque entro il 2015.
5) Le subdole considerazioni riportate sulla mozione e riguardanti una ipotetica riapertura dell’impianto non sono accettabili. E’ viceversa urgente affrontare la vera radice del problema che è la realizzazione di un piano zootecnico ambientalmente sostenibile.
6) Visto che la mozione di cui sopra, riconosce che le problematiche esistenti sono conseguenza dei limiti tecnologici fin dalla costruzione dell’impianto di Olmeto, è ovvio che la causa delle emergenze sono in gran parte imputabili all’impianto stesso.
7) Ignoriamo il nesso tra il consumo annuo di gas del biodigestore e il consumo della metà degli abitanti di Marsciano città.
8) Per quanto riguarda il traffico delle autobotti, questo non si può paragonare ad un traffico cittadino in quanto si svolgeva su strade poco più che di campagna che attraversano il centro di tre-quattro frazioni.
anche alla luce dei risultati delle analisi effettuate in maniera autonoma dal Comitato antinquinamento, presso un laboratorio di analisi ambientali accreditato a livello nazionale, con lo scopo di autotutela della salute degli abitanti già gravemente compromessa,
• che il territorio in questione rientri nell’elenco delle zone vulnerabili ai nitrati;
• che venga effettuata al più presto la bonifica delle lagune e dei laghetti;
• che venga effettuato lo smantellamento in tempi ragionevoli dell’impianto;
• che venga attivata l’incentivazione della depurazione a carico del singolo allevatore imprenditore senza alcuna imposizione, oltre che a favorire la creazione di una filiera corta tutta umbra con il conseguente ovvio superamento della pratica della soccida.
Il Movimento per la qualità della vita Marsciano
2 novembre 2010
L’apertura della Stagione di Prosa… ma Perugia, non a Todi!
Anche quest’anno è iniziata la stagione teatrale. Le serate si articoleranno in un susseguirsi di spettacoli vivi ed interessanti che sicuramente allieteranno questo lungo e freddo inverno che ci attende.
Poche sere fa c’è stata l’apertura della stagione con un classico del teatro, ma malgrado fosse un classico, non è mancato il divertimento, l’attenzione del pubblico, il piacere di passare una serata con uno spettacolo interpretato da grandi professionisti che hanno fatto scorrere via il tempo in maniera talmente veloce che solo un’occhiata all’orologio ha permesso di quantificare la lunghezza dello stesso.
La sapiente regia ha dato un continuum armonico a tutta la rappresentazione, senza far mai calare minimamente il livello d’attenzione e d’interesse da parte del pubblico. Le scene, nella loro semplicità, hanno avuto l’intelligenza di far entrare lo spettatore all’interno della casa ed attraversare con essa le traversie folli di tutti i protagonisti. I costumi hanno incarnato integralmente il motivo grottesco, pregnante, in tutta la pièce. Tutti questi medici e sapienti arrampicati sui tacchi, con pance sporgenti e gobbe pronunciate hanno reso ancor di più inverosimili le loro diagnosi e le loro cure propinate così inderogabilmente al sempre compiaciuto, ossequioso della medicina e dei dottori: Argante.
“Il malato immaginario” di Molière, sotto la sapiente regia, non priva di sorprese, di Gabriele Lavia ha positivamente preso quanti temevano una lettura più compassata del testo. Tutti gli attori che hanno ruotato intorno a Lavia hanno dato una freschissima e leggera interpretazione della loro parte suscitando l’ilarità di un pubblico giovane ed attento ad ogni passaggio.
Questo spettacolo di apertura della Stagione di Prosa 2010/2011 del Teatro Stabile dell’Umbria vedrà susseguirsi al Teatro Morlacchi 14 spettacoli che andranno dal citato Malato Immaginario di Lavia a Celestini, passando per Silvio Orlando, Moni Ovadia fino a Glauco Mauri. Una stagione estremamente promettente, degna della tradizione dello Stabile dell’Umbria.
E’ un vero peccato che si debba fare il sacrificio di prendere la propria auto per recarsi a Perugia per vedere questa ricca stagione teatrale visto che era lo stesso Stabile dell’Umbria a presentare a Todi molti dei pezzi della stessa stagione perugina. Pazienza. Sopporteremo con piacere questi disagi. Sappiamo già che saranno ripagati da un’ottima programmazione e dal piacere di vedere il Teatro Morlacchi sempre pieno, come lo è stato per la VI replica delle sette in programma nello spettacolo d’apertura.
Paolo Ferracchiati
2 novembre 2010
Cosa vuole fare Ruggiano del vecchio ospedale di Todi?
Nei giorni scorsi i consiglieri di Pdl e Fiamma Tuderte hanno presentato in consiglio comunale un ordine del giorno in cui chiedono all’amministrazione Ruggiano di attivarsi per concentrare nella vecchia struttura ospedaliera di Porta Romana i servizi sanitari oggi dislocati sul territorio tuderte, oltre qualche ambulatorio per medici di base.
Il ritardo con cui la maggioranza che sostiene la giunta Ruggiano affronta il tema è imbarazzante.
Per almeno due anni, come forze di opposizione, abbiamo chiesto in ogni modo di affrontare il problema: con richieste di consigli comunali, ordini del giorno, iniziative pubbliche, comunicati stampa, volantini.
E per due anni il centrodestra e la giunta Ruggiano sono rimasti in silenzio, noncuranti del destino di una delle zone più importanti della città.
Oggi presentano una proposta già ampiamente valutata e dibattuta. L’idea di concentrare nella vecchia struttura ospedaliera tutti i servizi sanitari presenti a Todi è stata lanciata dal centrosinistra molto tempo fa ed, anche in occasione di incontri pubblici, chi doveva esprimersi ha già manifestato da mesi la propria disponibilità a lavorare a questa soluzione, ASL e Regione compresi.
Peccato che nel centrodestra non se ne siano accorti e che oggi se ne escano con la patetica questione che la Regione non ha ritenuto ancora necessario trattare l’argomento. Chi non lo ha trattato finora sono solo gli amministratori di Todi, che continuano a scaricare proprie responsabilità su altri.
Anche su questo tema la città ha accumulato ritardi pesanti, si sono persi mesi di lavoro preziosi, quelli necessari a qualsiasi piano di conversione della struttura di Porta Romana. È chiaro che la responsabilità è solo di chi sta amministrando Todi in maniera del tutto inadeguata.
Vale la pena, poi, di ricordare al centrodestra tuderte che la struttura di Porta Romana supera i 6.000 mq di superficie calpestabile e l’eventuale organizzazione dei servizi sanitari nello stabile coprirà al massimo un terzo degli spazi disponibili.
Vorremmo conoscere, quindi, quali idee ha l’amministrazione comunale sui restanti 4.000 mq ed in quali tempi pensa di realizzare gli interventi. Soluzioni e, soprattutto, tempi di intervento sono determinanti per la vitalità del rione di Porta Romana.
A tal proposito ricordiamo che in data 9 settembre 2010 i gruppi consiliari Pd e Ps-Mre hanno pubblicamente lanciato una proposta, ben più articolata di quella presentata dai consiglieri di centrodestra, suggerendo all’amministrazione Ruggiano di lavorare all’ipotesi di inserire nella struttura di Porta Romana: una “Cittadella della Salute”, che raggruppi tutti i servizi sanitari oggi dislocati sul territorio (Centro di Salute,Servizi di Riabilitazione, Poliambulatorio Specialistico, uffici amministrativi U.S.L., etc.); studi di Medici di medicina generale convenzionati con la U.S.L.; sedi di associazioni no profit (Croce Rossa, Avis, etc.); uffici e servizi comunali (scuole ed altri servizi oggi collocati in locali in affitto); uffici e servizi della Provincia (Sportello Unico, Polizia Provinciale). Vorremmo conoscere in merito la posizione degli amministratori di Todi.
Partito Democratico Todi
Partito Socialista
Movimento Repubblicani Europei
2 novembre 2010
Plauso di Athanor al Todi Arte Festival 2010
Il fatto che “Athanor” insista a scrivere “scala” in luogo di “scalea”, induce a credere che, al di là della grammatica virtuale, viva anche una vita virtuale: quella che gli fa vedere le folle di spettatori, gli fa scambiare per apprezzamenti le segnalazioni giornalistiche e gli fa immaginare un mucchio di altre cose (complimenti, consensi a voce, consensi informatici, ) da cui trarre commossi pizzicori. Come anche gli fa fraintendere la struttura, nonché il senso, di un testo, dove non si dice che non è piaciuto “alcuno spettacolo” , ma si fa una selezione, peraltro argomentata, che parte dal nuovo del penoso concerto inaugurale al non brutto ma neanche nuovo, e dunque inadatto ad un festival, di altri spettacoli. Sì, non nuovo. Vediamo Cinzia Leone? Lei stessa dice “Tratto da “Poche idee ma molto confuse” , il Recital “Poche idee e basta” mantiene il contenuto dello spettacolo stesso, che continua nonostante sia passato del tempo, a rimanere di un`attualità disarmante… Mi dispiace che lo spettacolo sia ancora così godibile ..e lo dice in occasione di una recita del 17 aprile 2009 a Mestre*, dove si capisce che il nuovo titolo esprime il rifacimento di un altro ( stesso titolo di Todi) addirittura più vecchio, che infatti troviamo nel 2006 a Roma, al Teatro dei Satiri* e dunque si tratta, evidentemente, dello stesso monologo, diversamente titolato e, forse, un minimo ritoccato, che gira da quattro anni: come fa, dunque, ad essere “una produzione del 2010”? Paganini e il suo sirtaki? Se si legge “Paganini Da Tango a Sirtaki, Omaggio a Zorba. Musiche originali di Alessandro Russo (tango) e Marco Schiavoni (sirtaki), coreografie Luigi Martelletta Compagnia Nazionale Raffaele Paganini venerdi 15 dicembre 2006 Teatro Regina – Cattolica e più sotto, si dice di Paganini che “presenta una sua produzione”, e si ritrova tutto, stesso titolo, stesso coreografo, e persino stessa descrizione del secondo quadro (“Alle soglie del matrimonio, un uomo viene assalito dai dubbi e dai timori e imprevedibilmente si allontana dalla sua amata e dalla sua terra, la Grecia…” )* nell’opuscolo illustrativo di Todi Arte Festival, quale differenza passerebbe tra quello e questo? Enrico Capuano? Se è scritto “Ma è nel 2002 con Tammuriatarock che inizia ad avere una certa popolarità e in cui compaiono importanti collaborazioni …”( dunque titoli identici, della band e dello spettacolo) quale sarebbe il distinguo da chi scrive che è stato varato nel 2002 e condotto per l’Italia da otto anni, seppur “ con ovvi ritocchi al programma”? Le differenze sono,appunto, nella virtuale realtà di Athanor, che poi non è capace soltanto di questo: al già citato processo di dilatazione ( numeri, spettatori, consensi) ne unisce un altro, opposto, di contrazione, là dove allude alle “solitarie serate” di Todi Notte ( che con i Folk Road e Sparagna chiamavano in piazza fino a sette-ottocento persone, cioè il triplo de suoi sparuti gruppetti “sottopalco” registrati persino da impietose foto) e immagina addirittura uno Spada Festival meno frequentato del suo, aggiungendo, in ambedue i casi, una facoltà di veggenza, visto che non ha conosciuto né l’una né l’altro. Certo, poi nemmeno la somma di queste facoltà concentrate riesce a fargli difendere le amenità sparate sui i già monchi pezzi d’opera alla Consolazione, su cui saggiamente sorvola, o a rendergli credibile la difesa dei disguidi organizzativi, che sono stati sotto gli occhi di tutti, o lo mette in grado di insistere su Apuleio, da cui si disimpegna consigliando ai “tanti curiosi” di leggerlo, e in tal caso facendo bene, così finalmente costoro glielo racconteranno com’è. Certo che non riesce a farlo e preferisce, dunque, chiedere avalli di dizionario del tutto inutili, perché dietro ai termini c’è una storia ed è quella che conta. Un dizionario che, sia detto per inciso, farebbe bene a frequentare per altri motivi. Ma, insomma, ognuno fa quello che può. Meglio, però, se Athanor facesse ancora un’altra cosa, la stessa che consiglia a me e che io, ovviamente, non farò. Ma con una differenza: mentre a me consiglia “al” silenzio meditativo, io gli consiglio “il” silenzio e basta: pago di aver trovato una città come Todi, dove l’hanno preso sul serio. Questo lo compenserà di ogni silenzio. Ah! dimenticavo. Ho onorato l’appuntamento per l’inaugurazione della stagione di prosa 2010-2011. Felice, anzi, di averlo onorato in un teatro gremito di novantotto persone, compresi vigili del fuoco, maschere, avventizi e qualche attore che per questioni di regia era seduto in platea.
Manfredo Retti – direttore "Città Viva"
*Cinzia Leone – Poche idee ma confuse, Google pag. 2
*Ibidem, pag. 1 n° 1
*Paganini Da Tango a Sirtaki, Google, pag. 1 n°4
*Enrico Capuano Tammurriata Rock, Google, pag. 1 n° 5
2 novembre 2010
Plauso di pubblico al Todi Arte Festival 2010
La critica è importante quando è costruttiva e propositiva, ma quando diventa uno strumento per formulare delle illazioni faziose e prive di fondamento, allora è bene che il sig. Retti segua il buon senso che consiglia al silenzio meditativo.
Esprimere un giudizio puramente personale sugli spettacoli dell’ultima edizione del Todiartefestival è legittimo. Se a Retti non è piaciuto alcuno spettacolo, a nessuno gliene importa anche perché, uno su migliaia di spettatori ci sta pure; ma se viene a dirci che nella manifestazione non c’è stata organizzazione, né pubblico né incassi, né comunicazione, allora ci fa pensare che l’unico fantasma a Todi durante il Festival era proprio lui.
In relazione alla pretestuosa polemica sull’uso di Amore e Psiche,crediamo ci sia poco da aggiungere se non da consigliare ai tanti curiosi, di leggersi Apuleio…
Per noi il suo scritto, unito all’opera del Canova, sono stati fonte d’ispirazione per creare un titolo ad un festival in grado di trasmettere il piacere che le varie forme d’arte possono suscitare nel pubblico.
Come si vede, usiamo preferire il termine festival perchè, come ben spiegato dallo “Zanichelli”(Vocabolario della Lingua Italiana- XII Ed.,p.697) “Manifestazione organizzata periodicamente per presentare al pubblico opere musicali, teatrali o cinematografiche talora con assegnazione finale di premi”. E in effetti il programma del Todiartefestival, giunto alla sua XXV edizione, prevedeva spettacoli teatrali, musicali,di danza , mostre di pittura, di ceramica e di scultura oltre che il “Premio ai migliori Doppiatori Italiani”. Ma veniamo ad altri dati certi.
Il Todiartfestival 2010 ha chiuso con un consuntivo economico, registrato sugli incassi solo per gli spettacoli del 31 agosto e 1- 4 -5 settembre, di € 62.064,00 come dai modelli C1 vidimati Siae, con una media di circa 200 spettatori sia per il Don Chisciotte che per l’ Iliade. Il tutto esaurito è stato registrato con Massimo Ranieri e poi , a seguire, con Raffaele Paganini: ma gli abitanti di Todi questo lo sanno bene! Lo spettacolo di Enrico Capuano non ha avuto un numero importante di presenze purtroppo a causa del maltempo poiché la sera del concerto, sino alle 19.30, ha piovuto e la temperatura era di 13 C°!
Grande successo invece lo ha registrato la serata del Premio Todiartefestival ( novità assoluta per questa edizione del Festival) cui hanno partecipato le più importanti voci dei doppiatori del cinema con il parterre completamente pieno che ha fatto dimenticare agli abitanti di Todi le solitarie e deprimenti serate di “Todi Notte”.
La sera dello spettacolo inaugurale del 29 agosto, al Tempio della Consolazione, era stato predisposto un parterre di 350 posti e durante il concerto erano tutti occupati: questo ci fa credere che quello era il numero dei presenti!
Lo spettacolo di Massimo Ranieri è una produzione in attività da tre anni ma quello andato in scena a Todi è una nuova versione che, pur avendo mantenuto il vecchio titolo, ha previsto nuovi inserimenti artistici. Comunque nessuno vieta che se uno spettacolo è stato già presentato in Umbria non possa essere riproposto e, visto il successo di pubblico accorso anche da fuori regione, la nostra scelta è stata vincente.
Per quanto riguarda lo spettacolo di Paganini è una nuova produzione dell’estate 2010.
Tammuritarock di Enrico Capuano, non è il titolo dello spettacolo bensì il nome della sua band e il concerto che ha proposto a Todi è un percorso musicale dei più importanti brani tratti dai suoi album quali: “Fai la cosa giusta” 1993, “Onda d’urto” 1996, “Tammuriatarock” 2002, “Lascia che sia” 2004, e “Fuori dalla stanza” 2008.
Lo show di Cinzia Leone in “Poche idee…e basta” è una produzione del 2010 mentre quello precedente fu “Outlet” che debuttò in prima nazionale nel novembre del 2007 al teatro Sociale di Amelia gestito dall’Athanor Eventi.
Il recital dal titolo “Stringiam’ci a coorte” è stato spostato dalla scala del Tempio di S. Fortunato a P.zza del Popolo per un motivo fondamentale: la “Commissione di vigilanza sugli spettacoli” riunitasi il 30 agosto, non ha autorizzato il passaggio di linee elettriche sulla succitata scala e, poiché i recital avevano la necessità di strumentazioni elettroniche, l’unico luogo autorizzato è stato il palco di P.zza del Popolo (l’avviso dello spostamento dei recital era ben visibile sulla porta del teatro Comunale).
Alla luce dei risultati ottenuti, il Festival ha saputo coinvolgere migliaia di persone che sono accorse agli spettacoli del weekend complimentandosi per l’organizzazione anche tramite mail giunte al sito dell’Athanor Eventi e del Comune di Todi.
Con un pizzico d’orgoglio da parte nostra è doveroso evidenziare che autorevoli testate giornalistiche, come la Repubblica, hanno rilevato la qualità del Todiartefestival 2010 ( leggi articoli di: la Repubblica del 16 luglio 2010 e 28 agosto 2010).
Infine l’Athanor Eventi dà appuntamento al pubblico di Todi per la prossima Stagione di Prosa 2010-2011 presso il Teatro Comunale con un programma all’insegna della qualità artistica e culturale.
Ufficio stampa Athanor Eventi
16 novembre 2010
Inceneritori in Umbria e cittadini in rete
Il problema del trattamento termico dei rifiuti coinvolge tutti i cittadini umbri. Ce lo dimostra la mobilitazione dell’ opinione pubblica intorno all’iniziativa di Cittadini in Rete che sta iniziando a varcare i confini comunali e provinciali nonostante l’assordante silenzio della carta stampata.
Dopo l’iniziativa del 29 ottobre a Pontevalleceppi stiamo raccogliendo, giorno dopo giorno, l’appoggio di cittadini ed associazioni che ci contattano chiedendoci di aderire ufficialmente alla rete. Ultima, ma solo in termini di tempo, l’adesione del Popolo Viola di Perugia promotore anche un incontro tra una nostra rappresentanza ed un analogo gruppo che si sta costituendo, proprio in questi giorni a Spoleto. Sempre in questi giorni abbiamo accolto l’adesione del Comitato Popolare per l’ Ambiente di Bettona e le richieste di incontro da parte di alcuni comitati di Gubbio e Terni.
Diverse sono le situazioni specifiche ma tutte accumunate dalla preoccupazione che dietro la scusa del trattamento termico dei rifiuti si nasconda un enorme affare commerciale a spese dei cittadini, dei posti di lavoro e soprattutto della salute pubblica.
L’intento della rete è oramai dichiarato, unire e mobilitare le forze civiche informando in maniera non strumentale la popolazione e chiedendo alle amministrazioni di dare il dovuto spazio ai processi partecipativi, una fase imprescindibile nella definizione di scelte strategiche che coinvolgono direttamente la salute della gente.
Crediamo che i livelli di raccolta differenziata imposti dalla comunità europea e ribaditi nel piano regionale dei rifiuti vadano letti come un obiettivo minimo da raggiungere prima di iniziare a prendere in considerazione qualsiasi altra tecnologia. Il grave ritardo rispetto a questa road map va unicamente ascritto alla scarsa volontà politica delle nostre amministrazioni che invitiamo a procedere in tal senso ora senza ulteriori indugi e demagogie. Ragionare di inceneritori oggi frapporrebbe un pericoloso ostacolo a quel salto culturale che altrove è già stato compiuto, evitando il ricorso a pratiche dannose per l’ambiente e per l’uomo.
Sapere che il nostro invito ad unire le forze associative e civiche sta superando i confini comunali non può che confermare la validità del nostro progetto stimolandoci ad accelerare ed andare avanti. Credo che ciascun comitato si potrà far carico del coinvolgimento dei politici locali in relazione alle differenti realtà presenti sul territorio (e ce ne sono tante). La condivisione delle competenze all’interno della rete potrà senza dubbio contribuire al successo di questa mobilitazione che anche se parte dai comuni necessariamente dovrà poi arrivare ad un coinvolgimento unitario provinciale e regionale.
Il veicolo delle nostre informazioni sino ad oggi è stato principalmente Internet, con gli spazi concessi da qualche testata on line e grazie al tam tam di facebook. Completamente assente invece l’appoggio della carta stampata, sorprendentemente disinteressata all’attività di una rete che rappresenta ed esprime una cospicua fetta del mondo civico ed associazionistico perugino ed ora non solo.
Claudio Santi – cittadini in rete
15 novembre 2010
Rifondazione comunista sui non-finanziamenti per la ricostruzione post-terremoto del marscianese
A quasi un anno dal sisma che ha colpito le nostre frazioni arriva, ad incupire il già grigio umore dei terremotati, la decisione governativa di assegnare a questa emergenza solo 6 milioni di euro, per di più scaglionati in 2 anni. La decisione è incredibile e mostra la miopia e l’incapacità di collegare alla realtà i dati che arrivano sulla scrivania di sottosegretari e presidenti di commissione.
La cifra è inadeguata perfino per poter immaginare una ricostruzione a breve termine e non tiene conto del fatto che molti terremotati sono costretti a sistemazioni di ripiego che possono reggere per mesi ma non certo per anni.
Probabilmente la sfortuna di questa comunità è stata quella di aver saputo reagire con dignità e impegno alle forti difficoltà cui è andata incontro: il fatto che non una sola persona sia rimasta un solo giorno sotto una tenda e che tutti siano stati collocati in sistemazioni dignitose, ha fatto sì che le sofferenze e le rinunce non siano divenute carne da macello per telegiornali e trasmissioni strappalacrime. Questo però nulla toglie al fatto che la prospettiva di non avere certezze sul proprio futuro rischia di gettare nello sconforto chi finora ha dimostrato autocontrollo e pacatezza.
Ci chiediamo se sia davvero necessario, per vedere applicati i nostri diritti, ricorrere a manifestazioni e gesti eclatanti. Se dobbiamo essere educati al fatto che solo chi urla più forte e espone i muscoli riesce a farsi intendere, mentre coloro che nel rispetto delle istituzioni attendono risposte vengono inesorabilmente messi da parte, ne prendiamo atto.
Nei prossimi giorni, se nel passaggio in aula del provvedimento non avverranno modifiche sostanziose, chiederemo ai cittadini e ai comitati di farsi sentire e di dimostrare, nel rispetto della legalità ma senza mezzi termini, quanto ci sentiamo ridicolizzati da questa elemosina. Dopo le garanzie ricevute in ogni sede ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano e questo governo, che taglia senza guardare e dice di risparmiare colpendo sempre gli stessi, fa economie sulle spalle dei terremotati; non capendo che proprio investimenti forti da parte delle amministrazioni (sempre vigilando sulla correttezza dei processi) possono contribuire ad interrompere la fase di depressione economica che ci troviamo ad affrontare.
Cristian Mattioli – Rifondazione Comunista Marsciano
14 novembre 2010