Condividi su facebook
Condividi su twitter
L'Umbria chiederà che la gestione del "capitolo" sia reinserito tra aiuti diretti e non spezzettato dentro i Psr regionali
cecchini-fernanda

La Regione Umbria promuoverà un’azione congiunta, insieme alle altre Regioni affinché il Governo italiano, nel negoziato sulla nuova Pac, si impegni a far reintrodurre le risorse per la gestione del rischio in agricoltura tra gli aiuti diretti. È quanto ha affermato l’assessore regionale alle Politiche agricole, Fernanda Cecchini, nel suo intervento al convegno nazionale sul settore assicurativo in agricoltura che, organizzato dal “Cesar” (Centro per lo sviluppo agricolo e rurale) e da Europe-Direct Umbria, si è svolto alla Facoltà di Agraria, a Perugia.
“Condividiamo le preoccupazioni delle imprese agricole e degli operatori della ‘filiera’ assicurativa – ha detto – sulla proposta della nuova politica comunitaria che determinerà il futuro dell’agricoltura dal 2014 e dal 2020, che prevede che la gestione del rischio sia da ricondurre nell’ambito dei Programmi di sviluppo rurali regionali. Non intendiamo, infatti, sottrarre risorse alle azioni innovative e di investimento per sostenere la crescita e la competitività delle imprese agricole umbre, come saremmo costretti a fare poiché, pur nell’incertezza di come si concluderà il negoziato, i fondi destinati ai ‘Psr’ non potranno crescere rispetto ad oggi”.
Nell’ultimo anno in Italia sono state utilizzate per gli aiuti pubblici compensativi alle perdite di produzione dovute a eventi atmosferici e andamenti climatici risorse comunitarie della Pac per 70 milioni di euro e 36 milioni provenienti dall’Ocm vino, che hanno consentito di far fronte alla costante riduzione delle risorse nazionali, pari a poco più di 23 milioni di euro.
Accanto alle questioni finanziarie, c’è quella del modello di gestione, “non certo secondaria – ha sottolineato l’assessore Cecchini.  Il modello di gestione centralizzata attraverso ‘Agea e gli altri organismi pagatori, dopo un periodo di rodaggio, grazie alla costruttiva cooperazione tra tutte le componenti istituzionali, Ministero, Regioni, Ismea, Agea, Consorzi di difesa e compagnie assicurative, ha dato risposte buone, senza appesantire gli oneri burocratici per l’agricoltore che presenta un’unica domanda sia per ottenere i contributi Pac sia per la contribuzione assicurativa agevolata. Pensare di spezzettare la gestione tra i 21 ‘Psr’ regionali – ha affermato – può determinare disparità e una velocità variabile tra le Regioni. Anche se l’Umbria non ha problemi in termini di capacità di gestione finanziaria dei fondi europei per lo sviluppo rurale, in altre realtà regionali questi problemi esistono”.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter