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Accumunare nella stessa sorte il concusso ed il concussore, chi subisce senza denunciare e chi minaccia conseguenze se non si paga, rendendo i due partecipi dello stesso reato fa cadere quel contrasto di interessi che ha reso possibile scoprire tanti potenti estortori, anche a distanza di tempo
corruzione

Il Pd ha presentato un emendamento al ddl anticorruzione, che prevede un inasprimento delle pene per i reati di corruzione e un conseguente aumento degli anni necessari alla prescrizione, con cui chiede l’abolizione del reato di concussione  (di fatto estorcere) e l’incorporazione in quello di corruzione.

La norma che si vuole abrogare prevede che “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio ( concussore) che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri costringe o induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni”.

Lo scopo è di “rendere più netti i contorni dei comportamenti corruttivi rispetto a situazioni in cui la vittima subisce pressioni, minacce, anche indirette, o violenza da parte del pubblico ufficiale che abusa delle sue funzioni”.
Tale normativa sarebbe stata chiesta anche da Ocse e Consiglio d’Europa per contrastare più efficacemente la corruzione internazionale.
Si ritiene, infatti, che il concusso viene spesso  considerato “vittima” e quindi non è punibile.

Quindi se l’attuale concusso denuncia subito le pressioni si salva, se invece le subisce si considera corrotto come il corruttore.
In teoria il discorso non sembra fare una piega
, ma a ben rifletterci sembra un’altra trovata per tenere lontana la giustizia dai potenti.

Infatti, una volta che l’ex concusso ha accettato, senza fiatare, magari perché con l’acqua alla gola, le richieste dell’ex concussore si trova legato mano e piedi a quest’ultimo: se lo denuncia, anche lui subisce la stessa sorte.
Quindi addio al quel contrasto di interessi che ha fatto riemergere fatti criminosi a distanza di tempo a carico di amministratori pubblici
.

Ma forse c’è qualcuno che, dopo aver compiuto il suo bel misfatto, non vuole dormire sonni agitati pensando che prima o poi “l’altro” tiri fuori la storia, in tribunale o anche extragiudiziariamente.
In definitiva un emendamento tecnicamente perfetto, all’apparenza moralmente giusto ma in pratica salva concussori, termine che deriva dal latino concussus, participio passato di concutere, in italiano “estorcere”.
Eppoi, se uno che ha gli pagato il pizzo denuncia dopo un pò un deliquente non ha conseguenze penali, mentre uno che gli ha pagato il pizzo denuncia dopo un pò un amministratore pubblico va in galera con lui.

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