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La diffusione del batterio Xylella fastidiosa che dissecca gli ulivi viene trattata come se fosse solo un problema della Puglia, mentre il batterio si propaga con rapidità, favorito anche dai cambiamenti climatici in corso che potrebbero essere la ragione vera del disastro che si sta verificando
ulivi_malati

E’ di questi giorni l’allarmante notizia del
disseccamento rapido di ulivi in Puglia a causa della
diffusione del batterio Xylella fastidiosa.
Impegnati nelle solite stucchevoli diatribe politiche – partitiche, pochi di quelli che contano hanno percepito la gravità della situazione, che farebbe impallidire la moria dei castagni in corso, anche qui per una reazione con colpevole ritardo, mentre i cambiamenti climatici stanno rendendo più facile l’avanzata di batteri e parassiti.
Per l’Umbria un attacco agli ulivi sarebbe devastante per l’intera economia

La zona attualmente interessata dall’infezione – sottolinea il Movimento 5 Stelle di Perugia – sarebbe
pari già a 8 mila ettari e l’Osservatorio fitosanitario pugliese, in collaborazione con gli enti di ricerca locali e nazionali, ha vietato la movimentazione di tutto il materiale vegetale vivo infetto dalle aree interessate.
Migliaia di ulivi saranno abbattuti e si teme il contagio nel resto d’Italia perché il batterio, dicono gli esperti, si propaga con particolare rapidità.

L’Umbria è una Regione lontana dalla Puglia ma di certo
l’attenzione per questo enorme disastro ambientale ed economico deve essere mantenuta alta dagli enti preposti tenuto conto che il marchio DOP umbro è una delle nostre principali risorse economiche, oltre che una garanzia di tutela del patrimonio paesaggistico.
I dati forniti dal Consorzio dop Umbria ci dicono che la nostra è l’unica Regione i cui confini sono coincidenti con quelli della DOP e che 27.000 sono gli ettari di uliveti, 250 i frantoi, 90.000 i quintali annui d’olio prodotti di cui 8.000 certificati DOP.

Il Movimento5 Stelle nazionale ha già presentato una risoluzione al Governo attuale nella quale si chiede di predisporre tutte le misure necessarie a risolvere il complesso del disseccamento rapido dell’ulivo ed a coinvolgere attivamente le istituzioni e gli enti di ricerca addetti, in considerazione della proficua sinergia già messa in atto per risolvere positivamente un fenomeno che, data la rilevanza del settore olivicolo locale, si configura come di interesse collettivo e non soltanto dei produttori e conduttori di uliveti.

La stessa organizzazione, per tutelare l’intera economia del settore in Umbria, chiede la stessa assunzione di responsabilità di Regione ed enti locali mediante urgenti misure atte a prevenire un disastro annunciato con l’auspicio che sia adeguatamente realizzato il coordinamento tra le rispettive responsabilità a livello europeo e nazionale.

Peraltro non tutti sono concordi nell’attribuire al batterio la causa primaria della moria e qui torna l’attenzione sul fatto che negli ultimi decenni l’habitat dell’ulivo si è spostato di un centinaio di km a nord e di un centinaio di metri in altitudine, per cui i vecchi oliveti starebbero vivendo in zone non proprio ideali e quindi meno resistenti agli attacchi di elementi patogeni che prima non facevano danni.

E’ quanto si vuole accertare attraverso l’isolamento (in corso) in coltura pura del batterio, che ne consenta la definitiva ed incontrovertibile identificazione e permetta la conduzione di prove di patogenicità che possano una volta per tutte accertarne il comportamento su ulivo. A ciò si aggiunga la ricerca dei possibili vettori, anch’essa in effettuazione.

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