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C'è chi ritiene che gli ulivi del Salento non siano affatto infettati da un batterio trasmesso dagli insetti e che sia tutta una speculazione fondata su un problema stagionale superato dalla Natura
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Il pericolo che, con la copiosa importazione in Umbria di olive pugliesi, arrivasse anche la cicala portatrice di un batterio dannoso per gli ulivi, potrebbe essere una falso allarme a quel che sostiene il Forum Ambiente Salute.

Non è che le foto pubblicate convincano pienamente i non esperti, ma per il forum “Chi si è recato nei giorni scorsi nelle aree “rosse”, quelle maggiormente colpite dal fenomeno dell’essiccazione degli ulivi, vi ha trovato alberi in pieno vigore rigenerativo. Tutto questo in uliveti abbandonati, che non hanno subito nessun intervento “curativo”, ed è tutto un tripudio di germogli e di nuova vegetazione!”

Il Forum, quindi sostiene che “Il brutto gioco messo in piedi ad arte, e che oggi crolla rovinosamente, è ormai fin troppo palese.
Dopo esser stati chiamati ad intervenire per studiare la particolare sintomatologia del disseccamento di alcuni rami degli ulivi, (chiamati anche da alcuni nostri attivisti, cittadini sensibili all’ambiente), dei tecnici preposti giunti sui luoghi vi trovano sugli alberi diversi patogeni, insetti e muffe, ma anche poi un batterio, di questo i primi studi ben dimostrano essere non patogeno per alcuna coltura e, addirittura, un batterio che esperimenti pubblicati, inoculato nell’ulivo, non ha dato mai sintomatologie patogene."

“Si dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di Xylella fastidiosa appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa patogenicità per l’olivo” (articolo pubblicato il 30 ottobre 2013 sul sito della Accademia dei Georgofili, per l’approfondimento sul caso degli olivi salentini).”
“Per di più l’innocuo batterio potrebbe essere persino endemico ed endofito, come anche ipotizzato da alcuni stimati docenti universitari locali, ovvero presente ovunque e da sempre nel Salento in maniera del tutto asintomatica.
Eppure, senza una diagnosi alcuna, o con una traballante diagnosi, vacillante e scarna, contestata anche pubblicamente da locali ricercatori universitari, si voleva procedere, o meglio, imporre con sanzioni e coercizioni, una TERAPIA FINALE sugli ulivi salentini.”

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