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Nella media valle del Tevere umbro, ad un incremento degli arrivi, non ha fatto riscontro un significativo aumento delle presenze
turismo

 

Nei dati (fonte Regione Umbria) di arrivi e partenze registrati fino a settembre 2013, messi a confronto con il 2012 risulta che nella media valle del Tevere  c’è stato un aumento degli arrivi del +6,20%, delle  presenze +0,83%.

Valori su cui prima di entusiasmarsi occorre riflettere.
In primo luogo che il confronto e’ fatto con il 2012, che ha fatto registrare in Umbria una performance negativa rispetto al 2011,  quando si è tornati ai livelli di poco superiore a quelli di 10 anni prima.
In secondo luogo aumenta nel comprensorio il turismo mordi e fuggi: all’aumento degli arrivi corrisponde una quasi stabilità delle presenze, mentre nello spoletino, per esempio, l’incremento di quasi il 6,5% negli arrivi va a braccetto con quello delle presenze.
 Stesso trend, anche se con incrementi minori, nell’assisano.

Tutti gli altri comprensori sono in negativo  e questo accentua una crisi in cui l’eccessiva proliferazione di strutture ha sicuramente la sua buona parte: nel settore alberghiero – e’ detto in una nota di Federalberghi – si e’ passati da 529 a 566 strutture; nell’extralberghiero addirittura da 1.777 a 3.918.
L’enorme incremento ha provocato una forte riduzione dell’indice di utilizzo medio (per l’alberghiero dal 37% del 2002 si e’ passati al 30,4% del 2012, nell’extralberghiero dal 21,9% del 2002 al 14,6% del 2012).

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