Condividi su facebook
Condividi su twitter

Il Forum dell’Umbria a Roma con Simone Pillon e Gianfranco Amato, insieme agli amici di Manif pour tous, l’associazione nata in Francia che oggi in Italia ha trovato con il Forum grande sintonia sui temi etici relativi alle leggi basate sull’ideologia “gender”.
Per raccontare l’ingiustizia di trattare cose diverse in modo uguale, al Senato della Repubblica, nella sala Caduti di Nassirya, i due relatori, e il portavoce di Manif, Filippo Savarese sono intervenuti in una conferenza stampa partecipata anche da diversi senatori, dove sono state esaminate le due leggi “calde” in discussione in questo periodo in Parlamento: la cosiddetta “Scalfarotto” sull’omofobia, una legge bavaglio costruita appositamente per boicottare le attività degli oppositori politici sulla base delle proprie opinioni; e la legge sul “divorzio breve”, che riduce il tempo del divorzio tra due persone che si sono giurate amore eterno a meno di quello utile per disfare una società commerciale. Due testi che hanno come obiettivo principale lo scardinamento dell’impalcatura sociale che poggia sul modello familiare, per destrutturare la società e renderla quanto di più liquido possibile, funzionale ai dettami della moda consumistica corrente, secondo il modello del supermercato dei diritti individuali, e della riduzione dei riferimenti costituzionali alla famiglia naturale.
Dopo essere passate in Francia queste norme hanno provocato una fenomenale risposta di tutta la popolazione francese di ogni ceto e idea politica, che rifiuta l’imposizione ideologica di ristrette minoranze che con la loro idea politica stanno tentando di ribaltare la società in senso omonormativo.
Il consenso dei promotori politici che hanno appoggiato queste leggi sono oggi crollati a livelli di partito da retrovia e quotidiane sono le critiche anche della stessa base elettorale francese, segno che chi tocca questi temi politicamente è spacciato, ma è anche la manifestazione di un’assenza totale di risposte politiche alle vere esigenze della popolazione, alla caduta a picco dell’occupazione e delle risorse finanziarie a tutela del welfare per la gente comune, quasi che ciò serva a distogliere l’opinione pubblica dai reali problemi. E in effetti, è molto raro sentir parlare di questi aspetti, a parte un’esasperata propaganda mediatica sui temi etici, talvolta per assenza di argomenti, basata su artefazione dei fatti.
Un assaggio di questa voglia di famiglia senza altri aggettivi qualificativi è emerso nel flash mob successivo alla conferenza che ha visto qualche centinaio di simpatizzanti ribadire la richiesta di libertà di espressione delle proprie opinioni a onta di qualsiasi legge bavaglio.
Le coscienze si stanno svegliando ed è particolarmente significativo che nonostante lo scientifico oscuramento mediatico pressoché trasversale dei media sottoposti al politically correct, il popolo, quello vero, non quello virtuale dei partiti padronali, e di sistema, è riuscito, pur senza aiuto, a parlare dalle e alle Istituzioni per gridare il suo desiderio di libertà.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter