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Nell’ambito della discussione sull’individuazione delle tariffe TASI e IMU abbiamo chiesto alla struttura Comunale di quantificare il costo di tre operazioni che avrebbero rappresentato segnali politici importanti:

 

  1. L’aumento delle esenzioni per reddito Isee da 6.000€ (limite sotto il quale si attesta un numero bassissimo di famiglie) a 10.000€.
  2. L’esenzione dei tributi TASI e IMU per tutte quelle attività poste nei centri storici oltre a quelle sottoposte alla problematica dei lavori del PUC. Sono infatti, per noi, degli importanti presidi sociali da difendere e incentivare prima ancora di premiare nuove aperture.
  3. L’abbassamento della TASI sulla prima abitazione.

 

I tempi ristretti della discussione e lo studio differito del Bilancio rispetto a queste delibere non hanno permesso una quantificazione realistica delle nostre proposte che quindi non sono state prese in considerazione. Ci riserviamo di proporre ulteriori misure di equità e giustizia tributaria nell’elaborazione delle tariffe TARI (ex TARSU) e addizionale IRPEF. Il Comune di Marsciano ha confermato una tassazione massima su quasi tutte le poste mettendo in essere una politica che è esattamente l’opposto di quello di cui aveva bisogno la nostra comunità. Da questo punto di vista il nostro convinto voto contrario è relativo sia all’operato dell’Amministrazione Comunale che all’operato dei vari governi bipartisan che si sono susseguiti in questi anni che hanno concepito una tassa come la TASI che abbassa gli esborsi per le residenze di lusso e li aumenta per le abitazioni comuni. Queste politiche confuse e recessive stanno distruggendo L’Italia attraverso un progetto lucido a servizio della Germania che ci vuole utilizzare come serbatoio di manodopera a basso costo.

 

Gli ultimi sviluppi della questione Vinacce hanno reso evidente a tutti che l’intera partita era di natura prettamente politica. Politica è stato il suggerimento alla ditta di una soluzione marscianese della crisi di Ponte Valleceppi, politica è stata la reazione dell’Amministrazione Comunale spinta dalla rabbia popolare, politica la pressione sugli Enti che, subito dopo le elezioni, hanno cambiato i pareri sullo stoccaggio aperto o chiuso delle vinacce. Fino ad arrivare al compromesso che ci viene proposto oggi come la soluzione. Un compromesso politico che è arrivato fino al TAR che, con una decisione molto poco usuale, non si pronuncia pienamente sul merito e lascia due settimane di tempo alle parti per accordarsi. Un copione talmente ben scritto da risultare quasi credibile. Noi siamo assolutamente contrari a questo esito perché il tutto avverrebbe attraverso un’ordinanza sindacale che autorizza lo stoccaggio in silos bag ma che non annulla né l’autorizzazione allo stoccaggio aperto al Cerro, che potrebbe avvenire successivamente, né le mire della proprietà sui terreni di Papiano.

 

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