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Scosse sull'altopiano dell'Alfina e tra Citerna e San Giustino
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Il terremoto oggi sui monti Vulsini, seppure non di livello elevato, sembra abbia voluto dare un avvertimento proprio a quelli che vorrebbero sfruttare la geotermia della zona, con iniezioni di liquidi ad alta pressione sull’altopiano dell’Alfina. Una procedura che in varie parti del mondo è associata quanto meno ad una maggiore frequenza di movimenti sismici.

La scossa di magnitudo 2.6 alle 15,40 ha avuto il suo ipocentro a poca profondità – 6,1 km – e con epicentro tra Castel Giorgio e San Lorenzo Nuovo, sul versante umbro del confine col Lazio, a circa 600 mt sul livello del mare.
Entro i 10 km dall’epicentro, oltre Castel Giorgio e San Lorenzo Nuovo, anche Castel Viscardo e, nel Lazio: Bolsena e Grotte di Castro.

Ma il sisma, con un più alto livello, s’è avvicinato anche al nord della regione scendendo lungo l’alto corso del fiume Tevere e Citerna San Giustino si sono trovate nel raggio di 10 km dall’epicentro di una scossa di magnitudo 3.6 alle 16.51 ed a una profondità di 8,5 km, che è andata a far compagnia alle tante che da tanto tempo si succedono tra Gubbio e Pietralunga.
Anche in questo caso il terremoto ha scelto come epicentro una zona di confine, ma stavolta in territorio toscano.

In entrambe le zone si sono avute anche altre scosse di minore intensità

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