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In relazione al giudizio sulla politica culturale tuderte, c’è una sostanziale differenza  di atteggiamento fra le forze di centrosinistra e quelle di centrodestra che hanno governato nella scorsa legislatura.  Abbiamo ben impressi infatti i giudizi trancianti con cui Rossini, allora segretario del PD, ed i partiti a lui alleati, demonizzavano le manifestazioni culturali cittadine, non di meno il Todi Arte Festival.
Giudizi dal sapore politico e strumentale che non hanno mai valutato le iniziative nel merito, ma unicamente espressi per attaccare l’amministrazione a guida centrodestra. Pertanto, mai abbiamo letto interventi oggettivi del centrosinistra,  nemmeno di fronte alle migliaia di spettatori con cui i direttori Castrica e Leonardi, riempirono la Piazza,  facendo del Festival un grande momento di aggregazione, di cultura e di vitalità per la città tutta. Non avendo, a differenza di altri, la presunzione di esprimere giudizi sulla qualità del palinsesto (in difformità di quanto faceva Rossini), tuttavia non possiamo non rilevare come il Festival sia tornato ad essere “cosa per pochi”.
A poco vale la scelta della gratuità degli spettacoli (di un festival tra l’altro finanziato quasi interamente da contributi pubblici ammontanti ad € 300.000), ma la sensazione è che si continui ad investire in una manifestazione il cui ritorno non è proporzionato all’investimento.  Basta uscire un metro dalla piazza o dal Teatro per avere chiaro come nella città il Festival non sia percepito.  Ne ci soddisfa l’idea di un Festival i cui numeri si contano sui contatti virtuali nei social network.
Apprezziamo lo sforzo di chi a questo Festival lavora,  ma prendiamo atto della necessità di rivedere una formula che non soddisfa più Todi e che deve avere il coraggio di una discontinuità ormai necessaria. Sulla questione dei finanziamenti pubblici i consiglieri dei gruppi di opposizione preannunciano verifiche nei vari livelli istituzionali di Regione e Comune, continuando a lavorare uniti  per creare una necessaria alternativa di governo delle nostre istituzioni.

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