Condividi su facebook
Condividi su twitter
Intervento del vice presidente del Consiglio comunale di Todi sulle polemiche dopo i gravi attentati di Parigi
berrettoniultima

In questi giorni il tragico attentato che ha colpito Parigi mi porta con il cuore a stringermi intorno ai familiari delle vittime, al popolo Francese e all’Europa tutta. Lo stesso pensiero, che ho avuto in passato e che ho tuttora, lo rivolgo ai familiari delle migliaia di innocenti uccisi aldilà dei nostri confini Europei che, nel silenzio dell’interesse generale, giacciono sotto le macerie. Bambini, donne, uomini, civili per lo più uccisi da una “guerra” non voluta, destinatari di odio prodotto da un estremismo.
Nella natura barbara di questi attentati terroristici non possiamo non vedere soltanto un gesto di una violenza cieca e inqualificabile mosso da un’ideologia estrema che non può avere per alcun motivo una giustificazione culturale, sociale e tantomeno religiosa. Credo che le religioni hanno e percorrono sempre un fondamento di pace e di dialogo. Vale per il Cristianesimo come per l’Islam.
Anche se ferme sono state le posizioni dei musulmani che con forza hanno condannato gli attentati, i paladini dell’identitarismo hanno iniziato a sferrare i loro colpi, cavalcando le paure, partorendo l’idea malsana che “necessita più sicurezza contro il nemico esterno, l’Islam”.
Come se la responsabilità di ciò che è successo sia di oltre un miliardo e mezzo di credenti. Ed ecco i “Bastardi islamici” di Libero, accompagnato da un Salvini a dir poco imbarazzante. Ma la strada della scempiaggine politica è corta e di lì a poco anche Todi viene investita.
Spunta così un’interrogazione consiliare che altro non può che trovare tutto il mio sdegno sia morale che politico. Associare la tragedia Francese alle richieste di asilo è un atto politico grave che trova il suo fondamento solo nel crudo sciacallaggio di qualche consenso.
Io non ci sto a far passare il messaggio distorto che immigrazione vuol dire terrorismo. Non avere la capacità di distinguere chi è pericoloso da chi è in pericolo apre uno degli scenari più amari dei nostri tempi che lascia spazio alla paura e alla rinuncia della nostra e dell’altrui libertà di ricerca di una vita migliore, di un riscatto sociale. Uomini, donne e bambini che muoiono a centinaia ogni giorno, perseguitati, torturati, seviziati, imprigionati, senza cibo né acqua, sotto le bombe di un attentato o di una risposta a tale.
Non portare al centro del proprio pensiero politico la dignità umana e la sua inviolabilità è un errore che non dobbiamo tollerare. Etichettare chi richiede asilo come lo straniero da cacciare, il diverso, per fede, per colore della pelle, per provenienza, per usanze, apre le porte ad una nuova forma di razzismo che cavalcata dai paladini dell’identitarismo crea una guerra fra poveri che non genera presupposti per una risposta concreta nei confronti di un mondo che cambia.
Ricordo ai sostenitori di odio che anche Papa Francesco ci invita ad accogliere. Come ricordo ai sostenitori di politiche intolleranti che il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) si pone l’obiettivo di accompagnare ogni singola persona accolta lungo un percorso di (ri)conquista della propria autonomia negata altrove.
Come possiamo noi, Europei, titolari, fruitori e protettori di “Liberté, Égalité, Fraternité”, non concederle ad altri?
Abbiamo di fronte sfide politiche importanti e prese di posizione necessarie. Rimaniamo umani.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter