Tutti i dati raccolti finora, e i modelli elaborati in base ad essi, concordano nell’indicare che la faglia si estende per 25 chilometri, ha uno spessore compreso fra 10 e 12 chilometri ha cominciato a rompersi in corrispondenza della zona di Accumoli, da dove si è estesa sia verso Nord che verso Sud.
“Abbiamo anche capito dove si immerge”, ha detto il sismologo Cocco, vale a dire che in profondità la faglia è inclinata in direzione del Tirreno. Adesso c’è anche un’idea più precisa di quanto sia complesso il sistema di faglie nella zona colpita dal terremoto.
Erano faglie che esistevano già prima del sisma del 24 agosto e che in seguito al terremoto hanno cominciato a spostarsi.
Secondo il sismologo Antonio Piersanti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), “la Terra ci sta dando degli avvertimenti perché in Italia avverranno dei terremoti più forti di questo; abbiamo la certezza che arriveranno a magnitudo 7, che equivale a un fattore +30 di energia liberata rispetto a una magnitudo 6.0 come quello di Amatrice.”
Interessante l’analisi degli scuotimenti e movimento dei terreni nella zona terremotata ed in particolare nella zona di Norcia che appare aver resistito meglio nonostante i valori registrati siano stati tra i più elevati: PRELIMINARY STUDY OF RIETI EARTHQUAKE GROUND MOTION DATA V4. – https://ingvterremoti.files.wordpress.com/2016/09/2016-09-04_analisi_dati_strong_motion.pdf