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Martedì 28 marzo lo spettacolo di teatro-canzone: Neri Marcorè tra De André e Pasolini
Teatro_Quello_che_non_ho

Dopo le felici esperienze di “Eretici e corsari”, “Un certo Signor G” e “Beatles Submarine”, Neri Marcorè torna sul palco come protagonista di “Quello che non ho”, uno spettacolo di teatro canzone nel corso del quale recita e canta, accompagnato dalle voci e dalle chitarre di Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini.

Scritto e diretto da Giorgio Gallione, lo spettacolo, in scena al Teatro Comunale di Todi martedì 28 marzo, si ispira a due giganti del nostro recente passato, Pier Paolo Pasolini e Fabrizio De André, portando in scena il sentimento di indignazione civile del primo e le “anime salve” del secondo.

In equilibrio instabile tra ansia del presente e speranza del futuro, “Quello che non ho” è un affresco teatrale che si interroga sulla nostra epoca. Lo fa raccontando storie emblematiche, anche in chiave satirica, che mettono a nudo le contraddizioni della nostra società globalizzata, dove – come affermava Pasolini nel documentario La rabbia – continua ad esserci sviluppo senza progresso. A questo tessuto narrativo, basato su episodi di cronaca internazionale, riflessioni di carattere economico e sociale, si incrociano le canzoni di Fabrizio De Andrè, da Khorakhané a Don Raffaè a Smisurata Preghiera – poesie in musica che passano dalle ribellioni e i sarcasmi giovanili alla visionarietà dolente delle “anime salve” e dei “non allineati” contemporanei.

Idealmente dallo spettacolo emerge un dialogo, etico e politico, tra le narrazioni dell’Italia e del mondo lasciateci in eredità da due artisti lontani tra loro ma curiosamente spesso in assonanza.

“Nelle ultime stagioni insieme a Neri Marcorè abbiamo molto frequentato il teatro musicale, costruendo spettacoli che guardavano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale – commenta Giorgio Gallione – Con Quello che non ho siamo di fronte a un anomalo, reinventato esempio di teatro canzone che, traendo linfa dalla visione del mondo e dalla poetica di Pasolini e De Andrè, prova a raccontare l’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali”.

 

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