Condividi su facebook
Condividi su twitter
Interrogazione dei consiglieri regionali Carla Casciari e Gianfranco Chiacchieroni per conoscere l'orientamento della Giunta
farmacia

I consiglieri regionali del Partito democratico Carla Casciari e Gianfranco Chiacchieroni hanno presentato un’interrogazione per conoscere “quali sono gli intendimenti per sostenere le farmacie rurali quali fondamentali presidi territoriali e se è intenzione della Giunta una revisione dell’indennità per il disagiato servizio, così come avvenuto in altre regioni con orografia affine all’Umbria”.
Nell’atto, i due consiglieri regionali spiegano che “la popolazione di un luogo rappresenta anche l’identità, la tipicità e la storia di un territorio. Lo spopolamento, inteso non solo come semplice abbandono dei luoghi, ma anche come carenza di risorse e limite ai processi di qualificazione e sostenibilità territoriale, è, quindi, un grave rischio sotto un punto di vista socio–culturale, economico e fisico–geologico.  L’Umbria è da decenni soggetta a tale fenomeno, specie nelle zone rurali e nelle aree di montagna. Si tratta di un fenomeno attualmente destinato a peggiorare nelle zone colpite dal terremoto e che rischiano di ritrovarsi abbandonate. In questa direzione vanno gli investimenti della programmazione fondi UE ‘Aree Interne’, finalizzati ad agevolare il permanere degli abitanti in queste località incentivandone turismo, attività commerciali e servizi.

“Al fine di contrastare tale fenomeno, per il mantenimento in vita dei piccoli comuni e delle frazioni – si legge nell’atto – è fondamentale la permanenza di importanti presidi quali per esempio gli uffici postali e le farmacie. Le farmacie rurali, collocate in realtà meno appetibili in una logica di mercato, rappresentano un vero punto di forza del Servizio sanitario per il ruolo attivo e decisivo che possono svolgere per garantire effettivamente a tutti i cittadini una parità di livelli di prestazioni. In virtù della loro ubicazione in piccoli agglomerati, hanno una funzione sociale fondamentale, perché spesso rappresentano il solo presidio sanitario presente su un dato territorio. In Umbria alcuni comuni hanno iniziato un progetto sperimentale che prevede non solo i servizi CUP, ma anche lo svolgimento di tutte le funzioni amministrative a contenuto non discrezionale, come la riscossione dei tickets e la scelta del medico di fiducia presso le farmacie territoriali, arrivando fino a svolgere in rete le funzioni di ufficio per le relazioni con il pubblico (URP). Come avviene in molti Paese europei, le farmacie possono diventare anche un punto di riferimento per le campagne di prevenzione da malattie ad alto impatto sociale, con il farmacista rurale che potrebbe avere un ruolo importante in tale attività preventiva”.

Chiacchieroni e Casciari spiegano quindi l’inserimento del cosiddetto “disagiato servizio”: con Legge numero 221 del 1968 il Parlamento aveva previsto una integrazione del reddito per le farmacie disagiate e le Regioni avevano predisposto con propria legge, in aggiunta all’indennità di ‘disagiata residenza’ sulla base dei requisiti di ubicazione in Comuni, frazioni o centri con popolazione molto bassa (438,99 euro l’anno per comuni fino a 1000 abitanti), anche un’ indennità di disagiato servizio basata sul fatturato annuo delle farmacie. L’art. 245 del Testo Unico in materia di sanità e servizi sociali della Regione Umbria ha riproposto l’erogazione da parte delle USL di un’indennità annua lorda per disagiato servizio a titolari e direttori delle farmacie rurali che si trovano in comuni, frazioni o centri abitati con meno di 5mila abitanti, con un volume d’affari dell’anno precedente che non superi 154mila 937 euro, da un massimo di 3.099 euro annui lordi fino ad un minimo di 1.033 euro annui lordi per i fatturati più elevati”.
“In Umbria – specificano Chiacchieroni e Casciari – insistono 83 farmacie rurali che percepiscono l’indennità di disagiata residenza ma, di queste, nel 2015 soltanto 10 hanno ottenuto anche la misura aggiuntiva del disagiato servizio per un volume di spesa pari a 22mila 844,12 euro. La Regione Umbria, a differenza di molte altre regioni, non ha, infatti, provveduto ad adeguare al costo della vita effettivo le misure delle due indennità in tempi recenti. Da ultimo, molte di queste 83 farmacie si trovano in territori colpiti dall’ultimo evento sismico e rappresentano un presidio essenziale in zone a grave rischio di spopolamento e sempre più un punto di riferimento anche sociale per gli abitanti. L’indennità di disagiata residenza per un comune umbro con meno di 1000 abitanti è pari a 438,99 euro, mentre nelle Marche si arriva a 1800 euro. L’indennità di disagiato servizio per una farmacia umbra con fatturato di 140mila euro è di 1.033 euro mentre nelle Marche è di  13mila euro”.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter