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Un'azienda locale, "Il Poggiolo", tra Monte Castello e Todi, ha rilanciato una produzione tipica, maturata al sole e raccolta a mano, con migliaia di confezioni vendute solo su prenotazione
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Fino a non molto tempo fa non c’era famiglia di campagna (e a volte anche di città) che in zona non provvedesse in questo periodo a “fare i pomodori”, ovvero a preparare in casa la “passata di pomodoro”. Una consuetudine domestica negli ultimi anni venuta progressivamente meno, sia per mancanza di tempo che per i rischi legati alla preparazione delle conserve fatte in casa (sviluppo di muffe e batteri e, soprattutto, botulino).

La riscoperta e la crescente richiesta di produzioni locali, tipiche e a chilometri zero ha portato alcune aziende ortofrutticole a puntare su tale “nicchia”, così da valorizzare le coltivazioni in campo con la trasformazione del pomodoro, chiudendo la filiera dal campo al consumatore finale. Nella media valle del Tevere l’intuizione è venuta già da qualche anno a “Il Poggiolo” di Madonna del Piano, impresa agricola con sede tra Monte Castello di Vibio e Todi, con terreni irrigui e stabilmento in prossimità del fiume Tevere.

L’azienda, alla terza generazione, si sviluppa su una ventina di ettari, di cui circa 2.000 di serre destinate esclusivamente agli ortaggi, con un assortimento di una quarantina di prodotti, parte dei quali trasformati e confezionati il laboratorio come confetture, salse, succhi e conserve. Un modo per diversificare l’attività agricola, accorciare la distanza dal mercato finale, già messa in atto con la vendita diretta, e rivalutare alcune specificità valoriali della tradizione contadina.

Tra queste, appunto, anche la passata di pomodoro. Tutto parte dal campo, dove quest’anno è quasi un ettaro la superficie investita a pomodori da conserva, fatti maturare naturalmente al sole e raccolti rigorosamente a mano. Ma l’altra particolarità è che la vendita dell’intera produzione di bottiglie di passata avviene su prenotazione, senza fare magazzino, con consegna ad una clientela ormai affezionata ed in continua crescita su tutto il territorio regionale.

La famiglia Ciucci, i titolari, sono partiti sperimentalmente con 2-3 mila pezzi, saliti velocemente fino a raggiungere le 15 mila confezioni già prenotate nell’annata in corso. Un anno peraltro difficile per l’agricoltura in generale, causa siccità in primis, ed anche per il settore ortofrutticolo, alle prese anche con congiunture di mercato, (s)regolato sempre più dalla grande distribuzione, spesso eccessivamente penalizzanti per i coltivatori.
Da qui la necessità e la sfida, raccolta per tempo da “Il Poggiolo”, di inventarsi nuove strategie che, “al di là dei facili slogan – sottolinea Matteo Ciucci, perito agrario ormai da tempo alla guida dell’azienda di famiglia – lascia sempre al centro la qualità della produzione primaria, quella dei campi”.

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