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Il "Cesarino" al centro di un progetto di valorizzazione che verrà presentato a Monte Castello di Vibio venerdì 23 settembre
Senza nome

Il territorio tuderte, grazie alla saggezza dei più anziani, ha conservato una ricchezza di biodiversità sopravvissuta fortunosamente al “rullo compressore” della nuova agricoltura degli anni ’60 e ’70, quando con la fine del mondo mezzadrile vennero spazzate vie dai campi centinaia di varietà di frutti, viti, ortaggi, cereali, sotto la pressione delle novità provenienti dalla ricerca dell’industria del miglioramento genetico.

Negli ultimi anni, grazie ad una ritrovata sensibilità, alla quale ha contribuito da ultimo anche l’Expo 2015, ed in Umbria all’accurato lavoro di soggetti preposti, quali ad esempio il Parco Tecnologico di Pantalla ma anche l’Istituto Agrario di Todi, si è vissuto un periodo di grande ri-scoperta di varietà che si credevano addirittura perdute o delle quali si ignorava l’esistenza.

L’ultimo caso è quello del Pomodoro “De Cesare” o “Cesarino” che, dimenticato in un angolo di terra di Madonna del Piano, nel Comune di Monte Castello di Vibio, sta tornando protagonista e che, venerdì 22 settembre, sarà protagonista prima di un convegno e poi di una cena a tema, con un programma che ne vuole mettere a fuoco la storia e le peculiarità produttive e gastronomiche.

Per valorizzare questo presidio locale è stata fondata un’associazione della quale è presidente Anthony Poli; tra i fondatori anche Tonino Mecarelli, genero di Cesare Falchetti, l’anziano agricoltore che ha conservato e perpetuato, anno dopo anno, la particolare varietà di pomodoro, le cui tracce più antiche risalgono al 1896 nella zona sanvenanzese del monte Peglia.

Rustico, resistente alle avversità, il pomodoro “Cesarino” si semina a “spaglio” con la luna calante di marzo. Cresce bene anche in terreni aridi, non ha bisogno di molta acqua e reagisce bene alla siccità, manifesta una più alta resistenza a malattie fungine e all’attacco degli insetti. Le prime “prove” lo indicano particolarmente adatto alla preparazione di sughi e passate, ma sicuramente buono per insalate e quindi consumato fresco.

Motore interessato dell’iniziativa di valorizzazione è Matteo Ciucci, perito agrario e titolare dell’Azienda agricola “Il Poggiolo”, impegnata proprio nella coltivazione e lavorazione degli ortaggi lungo la piana del Tevere, proprio a Madonna del Piano, lungo la strada da Todi a Fratta Todina, nei pressi del ponte di Montemolino. Insieme a lui altre imprese locali impegnate nell’agroalimentare, con la benedizione dell’Amministrazione comunale, interessata all’operazione culturale ma anche ad un progetto economico di sviluppo sostenibile.

Venerdì 22 settembre, alle ore 17:30, nella Sala consiliare del Comune di Monte Castello, si farà il punto del lavoro fatto e di quello che si vorrebbe portare avanti intorno al pomodoro “Cesarino”, il cui marchio è stato intanto registrato per tutelarlo da possibili contraffazioni. La sera, invece, è prevista una cena-degustazione, curata dal montecastellese “Grottino di Zio Totò”, presso il centro “La Peschiera”, ancora una volta a Madonna del Piano, con vista sulla vallata del fiume Tevere dove si spera di vedere il pomodoro salvato dall’estinzione riconquistare nei prossimi anni sempre maggiori spazi.

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