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La finale dell'evento, organizzato dalla Protezione Civile con il patrocinio del Comune, lo stesso giorno della stessa giornata internazionale contro la violenza sulle donne
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Nei giorni scorsi è stata pubblicata su una nuova pagina Facebook e su un account Instagram creati ad hoc la locandina della prima edizione di “Una miss per Todi 2017”. Casting il 29 ottobre e 12 novembre in un lounge music bar locale e finale il 25 novembre presso il Teatro Comunale.

Niente di strano si dirà: di un concorso di bellezza riservato alle “femmine fin dalla nascita” (testuale) nate tra l’89 e il 99 se ne potrebbe anche sentire forte l’esigenza.

Ma cosa c’è allora che non va in tutto questo? Almeno la scelta della data di proclamazione della miss tuderte coincide con la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999, ma probabilmente – e auspicabilmente – non nota agli organizzatori e all’Amministrazione comunale di Todi, la quale figura con tanto di logo come soggetto patrocinante.

Perché se fosse stata nota e se si avesse chiaro l’obiettivo della Giornata Internazionale finalizzata a favorire momenti di riflessione sull’importanza del rispetto per le differenze di genere si sarebbe forse potuto utilizzare uno spazio pubblico, importante come il teatro comunale, per altra cosa sul tema? Magari per sensibilizzare sulla necessità di abbattere gli stereotipi di genere?

Se si vuole ignorare la scelta infelice della data di proclamazione, un’altra cosa bizzarra salta all’occhio: a organizzare il salsolmaggiore nostrano è una onlus, La Rosa dell’Umbria, che sul sito del Cesvol, associazione delle associazioni di volontariato umbre, è presentata come: “Nata nel 2001, ha lo scopo di operare nelle attività di previsione, prevenzione, di intervenire per emergenze e per il ripristino di qualsiasi evento disastroso, per la collettività, seguendo finalità di carattere sociale e culturale in collaborazione con gli Enti-Locali preposti”. Stessa immagine che si ha dell’associazione accedendo al sito ufficiale dove tutto parla di protezione civile. Che la ricerca della bellezza tuderte sia diventata emergenza di questo tipo?

Con l’obiettivo di trovare una risposta a queste domande si è fatta una ricerca sugli atti del Comune di Todi, dove magari si sarebbe potuto leggere il motivo per il quale l’Amministrazione comunale abbia deliberato il patrocinio a una miss per Todi.
Ma, caso strano vuole che non ci sia al momento un atto pubblicato a riguardo. Magari la locandina aveva carattere di emergenza e non c’è stato tempo di formalizzare e pubblicare in sezione trasparenza?

Su Facebook si sono già polarizzate opinioni a difesa della grande opportunità per la città di fregiarsi di una bella miss o contrarie al concorso e alla sua finale il 25 novembre, come è normale possa avvenire sui social network. Senza fare processi alle intenzioni, di sicuro c’è che di modelli positivi che possano garantire parità e eliminare gli stereotipi si avverte forte il bisogno. Perché, come scritto dalla sociologa Priulla, “prima di liberarsi di uno stereotipo bisogna accorgersi della sua esistenza. Il primo passo è riconoscere il sessismo che è in noi, nelle nostre parole, nelle nostre abitudini, nei nostri concetti, perfino nei nostri silenzi”.

Nella foto: ironia sul web per una delle affermazioni di Miss Italia.

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