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L'associazione tuderte che gestisce il parco della Fabbrica della Piana ha portato avanti delle indagini per proprio conto in attesa degli esiti di quella dei carabinieri
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Un articolo uscito sul quotidiano on line “iltamtam” ha reso pubblico il grave atto vandalico che ha sfregiato il Parco Storico della Fabbrica della Piana. Lo scorso 27 gennaio quando anonimi delinquenti hanno orribilmente imbrattato con vernice spray entrambi i lati (non soltanto il lato a monte, come si legge nell’articolo) del poderoso Muro Vici, opera di contenimento delle frane costruita tra il 1814 e il1816 su progetto del famoso architetto Andrea Vici, noto soprattutto per aver realizzato gli acquedotti della Reggia di Caserta in qualità di assistente del Vanvitelli.

L’azione scellerata è stata tenuta segreta sino ad oggi per permettere alle forze dell’ordine di indagare sull’identità dei colpevoli. A tal proposito l’Associazione Toward Sky, che gestisce il parco e le sottostanti gallerie in convenzione col Comune, ha subito sporto denuncia contro anonimi presso l’Arma dei Carabinieri. In seguito all’accaduto l’Associazione ha raccolto immagini fotografiche di diversi ragazzotti sospetti che si aggiravano nel parco ed ha anche individuato alcuni profili social di giovani inneggianti al graffitismo, alla musica rap e all’uso di droghe. Purtroppo ad un mese di distanza dall’accaduto bisogna costatare che le forze dell’ordine hanno fatto troppo poco e che gli importanti indizi raccolti sono rimasti chiusi in qualche cassetto.

Va detto che anche se l’identità precisa degli autori del gesto è ancora sconosciuta, è invece ben chiaro a quali ambienti essi appartengono. Infatti da anni il parco è abitualmente frequentato, di mattina, dai ragazzi dell’Istituto Tecnico Professionale che marinano le lezioni e, nel pomeriggio, dagli studenti del convitto dell’Istituto Agrario. L’abbondante immondizia lasciata da questi abitué rivela che il parco viene utilizzato come luogo di consumo di tabacco, alcool e droghe quali hascisc e marijuana. Tali presenze, inizialmente accolte con gentilezza dai gestori, sono pian piano degenerate in danneggiamenti delle staccionate, abbandono di rifiuti, in un terribile episodio di violenza sugli animali (alcuni mesi fa è stato rinvenuto il corpo di un piccione prima torturato con degli aghi poi fatto esplodere con dei petardi), e nello scellerato atto vandalico di gennaio.

Un’ulteriore nota stonata in questa vicenda è costituita dal silenzio e dall’immobilità riscontrata da parte della dirigenza comune ai due istituti, informata dei fatti dagli stessi Carabinieri. Nessuno pretende una fucilazione, ma ci sarebbero stati molti altri mezzi per scoprire l’identità e per punire i colpevoli. Per esempio si sarebbe potuto sospendere le libere uscite dal convitto in attesa di una confessione o di una delazione, oppure si sarebbe potuto organizzare un incontro tra i gestori dell’area e gli studenti per spiegare la gravità del gesto, o ancora una giornata in cui gli studenti avrebbero pulito i graffiti con spazzole e solventi. Nulla di tutto questo è stato fatto. Sarebbe bastata anche una telefonata, ma non è arrivata nemmeno quella.

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