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Quattro generazioni di Brizioli e Castrichini, raccolti in novant'anni di età, si sono ritrovati per rinsaldare i rapporti di parentela
brizioli castrihini

Il decano porta il nome di Sestilio Castrichini, 92 anni. Le ultime arrivate due gnomette di appena 19 mesi, Ludovica ed Emma Ginevra. In mezzo novant’anni e quattro generazioni. Risultato: 105 persone sedute a tavola con in comune due cognomi: Brizioli e Castrichini.

E’ successo a Todi, domenica scorsa, presso il ristorante Villaluisa, dove si sono ritrovate decine di famiglie discendenti in linea più o meno diretta dalle coppie Elvezio & Annunziata Brizioli e Domenico & Maria Castrichini. Dieci i figli nati dalla prima unione, undici dalla seconda. Altri tempi, verrebbe da dire.

Il perchè dell’abbinamento Brizioli-Castrichini è presto detto: due fratelli di una famiglia hanno sposato tre sorelle (fidatevi, sarebbe troppo complicato a spiegarvi qui in poche righe) dell’altra. Chi si è assunto l’onere di diramare gli inviti è partito da loro per ricostruire l’intero albero genealogico, poi fatto trovare come segnaposto a futura memoria.

L’iniziativa, alla sua prima edizione, è nata per risaldare i rapporti tra le due famiglie, a più riprese imparentate e caratterizzate da forti sentimenti di unità e solidarietà: obiettivo primario quello di trasferire tali sentimenti anche ai più giovani, tra i quali, per ovvi motivi, la conoscenza e la frequentazione risultava meno attiva.

All’appello, come si diceva, hanno risposto in tanti, anche quelli emigrati fuori regione e comunque più lontano dalla frazione di Monticello, una sorta di culla originaria delle due dinastie, tanto che gli organizzatori hanno voluto che fosse della rimpatriata anche la signora Montanucci, detta Bibi, una sorta di istituzione del paesino tuderte.

Una bella giornata, sicuramente, per i partecipanti alla mega riunione di famiglia: “perchè la famiglia – si leggeva scritto sotto l’albero genealogico – è una fabbrica di speranza, è una grande opportunità , è il luogo dove si coltivano i sogni e dove ci si sente al sicuro”.

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