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La realizzazione del nuovo ospedale in tempi brevi è essenziale per fermare lo scadimento dei servizi.

Per il nuovo ospedale comprensoriale della media valle del Tevere sembra iniziata l’ultima tappa di un percorso che, idealmente lanciato negli anni Settanta, stava per concretizzarsi nei primi anni Ottanta, sull’intuizione degli ex amministratori dei disciolti enti ospedalieri di Todi e Marsciano presieduti da Pazzaglia ed Antonini, ma fu affossato successivamente da chi per lungo periodo ha governato la sanità locale e che, anche in tempi recenti, ha provato vanamente ad opporsi anche al nuovo progetto. Ma torniamo all’oggi, al qui e ora, ad una struttura sanitaria pensata per servire un bacino di utenza che, da Massa Martana a Deruta, conta circa 55 mila abitanti.

Per l’opera complessiva sono stati stanziati 34,343 milioni di euro derivanti per circa 21 milioni dallo Stato, per circa 7 milioni dalla vendita dell’ospedale di Todi e per la restante parte dalla Regione Umbria. Della cifra suddetta ora, al netto del ribasso d’asta, 20 milioni e 325 mila euro, oltre l’iva, saranno destinati a lavori ed impianti tecnologici. Sin da adesso oltre quattro milioni di euro sono a disposizione per lavori aggiuntivi imprevisti o per varianti in corso d’opera.

Il progetto preliminare del nuovo ospedale era stato formalmente approvato il 29 dicembre del 2005. Il progetto esecutivo era invece del 12 maggio 2006, data in cui era stata bandita la gara alla cui conclusione, in seduta pubblica della commissione giudicatrice, erano presenti solo i rappresentanti dell’impresa vincitrice. Tale fatto lascia, se non presagire, almeno sperare che nessun nuovo ostacolo (leggasi ricorsi) si frapporrà all’immediata esecuzione dell’opera, anche se grande è il malumore dei costruttori umbri, i quali si sono visti scippare sotto casa una delle più significative opere pubbliche appaltate di recente nella regione.

Il presidio ospedaliero di Pantalla si svilupperà su una superficie di oltre 17 mila metri quadrati e prevederà attività di degenza chirurgica e medica, di day hospital, week hospital, day surgery, post-acuzie e riabilitazioni, oltre alla presenza di ambulatori. La configurazione predisposta si richiama alle caratteristiche generali degli ultimi modelli sanitari opportunamente adeguata alla realtà regionale, con particolare attenzione agli aspetti della razionalizzazione dell’edificio ma anche dell’umanizzazione del presidio.

Sul completamento della nuova struttura ospedaliera in tempi rapidi è fondata gran parte della speranza di mantenere nella media valle del Tevere un livello di sanità che non scada a livelli minimi, sia in termini qualitativi che di autonomia. Livelli minimi in cui al momento si rischia di precipitare (si parla di procedere alla chiusura dei reparti la domenica) complici le ristrettezze finanziarie della Usl 2, la pressione delle aziende sanitarie perugine alla disperata ricerca del loro “spazio vitale” e di una certa timidezza propositiva da parte della dirigenza dell’Unità sanitaria.

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