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Programmi elettorali all'insegna della qualità della vita

Forse perché gli anni declinano e anche perché penso alla giovinezza trascorsa in città belle e pulite, Verona dove sono nato e Gorizia e Trieste dove sono cresciuto, rivendico adesso il bisogno di pulizia e luminosità, che sono merci sempre più rare, soprattutto la prima.

Non so se coloro che scenderanno in campo per la carica di sindaco di Todi hanno presente che cosa vuol dire qualità della vita e se si stanno proponendo di mettere nel proprio bagaglio elettorale tutti gli obiettivi che si ispirano a quell’esigenza. Per aiutarli tenterò di dire che cosa s’intende per qualità della vita per come l’avverto io, e con me tanti altri.

Coloro che presenteranno la propria candidatura (nei tempi remoti il candidato alle cariche pubbliche indossava la toga candida per manifestare la pulizia dei propositi) dovrebbero avere animo attento e sensibile. Il governo della cosa pubblica consiste in atti, iniziative e delibere ma è anche attitudine a percepire gli umori degli amministrati, a coglierne le attese e precederne i desideri. La scuola politica spesso trascura questo aspetto, non avverte il peso della delusione provocata dall’aver tralasciato cose apparentemente minute. Sorretto da questo convincimento sostengo che un buon amministratore deve avere, con altre virtù, passione per la funzionalità dei servizi meno appariscenti. E non delegare mai, perché gli occhi del padrone di casa sanno cogliere le fallanze meglio di un pur diligente delegato.

Qualità della vita può sembrare un concetto astratto, ma se si pone attenzione a quello che vediamo appena usciti di casa, sarà facile redigere un elenco delle cose che si debbono fare, elenco che per la mia parte affido ai candidati.

Le pensiline per l’attesa dei mezzi pubblici non sono frequentate da chi vuole fare il sindaco ma lo sono dalla gente comune. E la gente comune che aspetta l’autobus vede i vetri infranti in gran parte delle fermate. Queste pensiline non sono illuminate e l’illuminazione è necessaria per gli anziani e perché l’attesa di un autobus non dev’essere vissuta come una punizione. L’illuminazione rende però evidente lo stato penoso in cui si trovano le tettoie. Vanno illuminate, ripulite e riordinate.

I bagni pubblici sotto i palazzi comunali sono in abbandono. L’ho già scritto su queste pagine ricordando che i cessi di una città turistica sono il primo biglietto da visita. I candidati a sindaco non frequentano questi luoghi di decenza, ma la gente comune sì e vorrebbe trovare porte che si chiudono, scarichi e rubinetti che funzionano, illuminazione appropriata con tutto quello che serve. E già che ci siamo anche le pareti ripulite per non essere costretti a leggere oscenità.

Tutte le strade di Todi, come quelle umbre in genere, sono in pessime condizioni. Sia che si venga da Collevalenza, sia dalla superstrada non si ha mai la sensazione dell’ingresso al nobile contesto urbano. Vogliono pensarci lorsignori? Aiole fiorite, con essenze rinnovate ai cambi di stagione, ben protette da cordoli, sarebbero un bel segnale di benvenuto. Costa, certo costa, il decoro urbano, ma se il Comune ritenesse di non avere le risorse per questo arredo perché non chiedere ai vivai che prosperano nella zona di sponsorizzare l’opera di abbellimento? Sarebbero felici di provvedere, magari in collaborazione tra loro. Un appello per il bello non lascia indifferente nessuno.

E a proposito di strade vengo alla parte dolente. Le strisce bianche che dovrebbero trovarsi ai lati della carreggiata sono quasi ovunque invisibili. E deteriorati o abbattuti sono molti catarifrangenti. In campagna d’inverno, con il buio e la nebbia, è difficile percorrere strade anche abituali senza rischiare di finire nei campi. E’ pretesa fuori misura chiedere ai candidati d’impegnarsi perché le strade siano percorribili in sicurezza? Anche gli attraversamenti pedonali sono poco visibili e a rischio in prossimità degli incroci dove pure i segnali di stop e di precedenza, disegnati sull’asfalto, sono cancellati dall’usura. Non so quanto costa al Comune di Todi questo tipo di segnaletica e m’indigna pensare che migliaia di euro vengano spesi per segnali destinati a scomparire dopo pochi mesi. E ciò accade a Ponte Rio, a Pian di Porto, a Collevalenza e su su salendo lungo tutte le strade che portano al colle. Non so se i candidati alla carica conoscono altri sistemi per rendere durevole questo tipo di segnalazione. Ci sono e consistono nell’incollaggio sull’asfalto di frecce, strisce, segnali. Durano anni, sempre ben visibili anche in climi ben più difficili dei nostri. (…)

Immagino che gli aspiranti sindaco siano forniti di automobile. Percorrano le strade del comprensorio e prendano nota di tutti i cartelli arrugginiti, deformati, oltraggiati da scritte sceme, e s’impegnino a rinnovarli. Che bel gesto sarebbe se qualcuno di questi cartelli venisse regalato dal nuovo sindaco al momento dell’insediamento.

Condivido totalmente le argomentazioni a proposito della dequalificazione della piazza bella e nobile, vistosamente deteriorata dalle automobili, dal calcio, dalle scorrerie, dalle intemperanze. Ebbene i candidati giurino d’intervenire con forza costringendo i vigili urbani a far rispettare limiti e divieti. Le norme ci sono e la legge dispone, perché è tollerata tanta indifferenza?

Presumo che i candidati pratichino la raccolta differenziata dei rifiuti, siano abituali frequentatori dell’Isola ecologica, ne conoscano il funzionamento e sappiano in che cosa consiste il lavoro di quei sette giovani che lì vigilano ed educano. Può essere utile ai candidati ascoltare i racconti di questi sette operatori alle prese con la maleducazione, l’indifferenza, l’arroganza. C’è gente che butta di tutto nei contenitori dell’immondizia o lascia i sacchetti con i rifiuti dove capita. C’è gente che ancora ignora che la carta, la plastica, il vetro, i metalli sono materia prima preziosa e non sa – ma nessuno ha avuto i nonni contadini? – che tutti gli avanzi di cucina possono essere riconvertiti in terriccio senza fatica. S’impegnino i candidati in quest’opera di dissodamento culturale portando i collaboratori e tutti gli aspiranti assessori, nessuno escluso, in visite didattiche all’Isola ecologica per capire come si fa e perché si deve fare. E promettano di vigilare con fermezza e con il rigore delle contravvenzioni per impedire che la prima cartaccia abbandonata per terra autorizzi a pensare che lì è stata aperta una discarica. Chi ha visto le strade di Todi dopo la festa di San Martino non può restare in silenzio.

Si convincano i candidati che la battaglia per la pulizia e il decoro e l’educazione ambientale può fare di loro degli omuncoli o dei giganti. Omuncoli esposti al nostro scherno, se vivranno questa prova senza il rigore necessario. Giganti se sapranno far partecipi tutti della collettiva responsabilità contro il sudiciume.

Immagino che i candidati viaggino, vadano all’estero (Todi è gemellata con città di altri Paesi) e vedano che altrove i comportamenti sono diversi, più seri e consapevoli, più rispettosi. Si rassicurino: l’etnia conta poco. Ciò che pesa è l’esempio e il timore delle sanzioni. Promettano di far pesare, allora, le sanzioni contro i furbetti, gli altezzosi, i prepotenti. Perderanno una modesta porzione di consenso ma ne avranno tanto di più da noi, gente comune, educata, rispettosa e pacifica. Ed avranno tanto consenso e plauso se sapranno proteggere questi straordinari panorami dall’incuria, dalla speculazione, dalle costruzioni fuori regola, dalle spoliazioni del bello. Ma di questo ci sarà occasione di parlare in maniera più approfondita.

Ho trascurato altri aspetti del quotidiano che tutti vorremmo all’insegna della qualità e lascio ai lettori-elettori di stilare una propria lista.

Per finire una proposta provocatoria. Si facciano affiancare, i candidati, da consiglieri “per la qualità della vita”, gente saggia senza interessi riposti, senza pretese economiche, senza tessere e affiliazioni. Gratuite ombre parlanti con l’autorità necessaria per farsi obbedire. Per rendere più marcato e pressante il ruolo di suggeritori della qualità questi censori – come i magistrati romani incaricati di accertare il patrimonio e la condotta morale e civile – dovrebbero poter applicare dure sanzioni non a carico dei cittadini ma dei sindaci inadempienti. Hai promesso e non mantenuto? Zac! Via una parte di stipendio. Avevi detto e non hai fatto? Zac! Via un’altra parte di emolumento. Che ve ne pare? Un candidato che accettasse queste condizioni avrebbe il mio voto convinto e quello di una vasta schiera di amici.

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