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La repressione della velocità va assumendo rilevanza anche sotto l'aspetto economico.

La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie…”, così recita il primo comma dell’articolo 1 del Codice della strada. Per perseguire tale finalità il primo elemento da tenere sotto controllo è la velocità, unanimemente riconosciuta come la causa principale degli incidenti e la prima causa di morte. Con simili premesse ci sarebbe poco da discutere sui controlli effettuati dalle autorità competenti in materia, invece da qualche tempo si fa un gran protestare per l’uso indiscriminato che alcune forze di polizia farebbero dei famigerati autovelox, ovvero di quelle strumentazioni atte a rilevare e fotografare gli eccessi di velocità.
Su queste pagine sono state ospitate di recente alcune lettere-denuncia e molte altre dello stesso tenore sono arrivate in seguito in redazione. L’accusa mossa è che alcune Amministrazioni comunali ricorrano all’autovelox non tanto per tutelare la sicurezza stradale quanto per fare cassa: ne sarebbero prova il posizionamento in tratti stradali caratterizzati da limiti anacronistici e che non trovano fondamento sotto l’aspetto della sicurezza, il dislocamento “sudbolo” delle apparecchiature e, infine, la scelta di mandare i vigili urbani ad elevare multe pure lungo la superstrada, dove ci sono già polizia e carabinieri per far rispettare le norme del codice della strada. “Il rischio – ha lamentato di recente l’associazione di consumatori “Telefonoblu Umbria” – è di perdere il senso del vero rapporto fra cittadino ed istituzioni”.
Per capire come si comportano in proposito i Comuni della media valle del Tevere, abbiamo chiesto ai sindaci e ai comandi delle varie polizie municipali di trasmetterci i dati relativi agli incassi delle contravvenzioni elevate tramite autovelox. Le cifre comunicateci le riportiamo senza commenti nella tabella allegata, lasciando ai lettori le considerazioni del caso. Per completezza di informazione aggiungiamo soltanto che mentre alcune Amministrazioni (Collazzone, Marsciano e Todi) hanno l’apparecchiatura in proprietà, altre esternalizzano il servizio o prendono in noleggio l’autovelox da ditte private, riconoscendo alle stesse un “aggio” che è commisurato in genere in misura superiore al 20% degli incassi registrati.
La questione, come ci è stato fatto notare da alcuni addetti ai lavori, è ricca di molteplici sfaccettature tecniche ed amministrative, tanto da meritare ulteriori approfondimenti in uno dei prossimi numeri, dove si cercherà di mettere magari in relazione anche come una seria attività di prevenzione e controllo possa contribuire alla diminuzione degli incidenti stradali.

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