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Calo progressivo dell'utenza, troppi cantieri aperti, sovrapposizione dell'offerta su ferro e gomma

“C’è l’impegno della Giunta regionale a razionalizzare e rimodulare i servizi della Fcu su tutto il territorio regionale. A rivedere le corse tra i due capoluoghi e quelle della tratta Sansepolcro-Terni, a ragionare sull’asse est-ovest, a monitorare i lavori dell’elettrificazione, a completare l’opera di eliminazione dei passaggi a livello, a garantire una maggiore velocizzazione, ad assicurare un servizio migliore per gli utenti, a continuare nell’alleggerimento del personale. La Ferrovia centrale umbra non va chiusa, dovrà restare un’azienda pubblica”.
Sono queste alcune delle risposte fornite dall’assessore regionale ai trasporti Giuseppe Mascio all’interpellanza presentata dal centrodestra e illustrata in aula dal capogruppo di Forza Italia Fiammetta Modena. L’esponente di opposizione ha puntato l’attenzione sulla sostenibilità economica della Fcu, ricordando che “il bilancio del 2004 era stato chiuso in pareggio grazie a un contributo straordinario di un milione e 700 mila euro da parte della Regione, quello del 2005 ha avuto bisogno di 720 mila
euro”. Nell’interpellanza la Casa delle Libertà aveva sottolineato che “l’analisi dell’efficienza ed efficacia dei servizio ha costi elevati di criticità, c’è un calo progressivo dell’utenza, troppi cantieri aperti senza miglioramento per il servizio, sovrapposizione dell’offerta su ferro e gomma. Il rapporto ricavi/costi è di circa 13 punti inferiore al limite del 35 per cento, da ciò un’assoluta insostenibilità della produzione dei servivi di trasporto, sotto il profilo economico e finanziario”. I consiglieri del centrodestra (Urbani, Lignani Marchesani, Laffranco,Melasecche, Tracchegiani, Zaffini, Sebastiani, Nevi, De Sio e Mantovani) avevano auspicato che “il contratto di servizio va rinegoziato perché i soli costi del personale (208 dipendenti), oltre 8 milioni e mezzo di euro, esauriscono il totale dei corrispettivi netti dei contratti di programma e servizio (pari a 8 milioni e 720mila euro)”. Modena in aula insistendo sulla sostenibilità economica della Fcu in rapporto alla qualità dei servizi ha detto: “Non si può ignorare questo aspetto, la materia deve essere oggetto di indagini contabili
approfondite. Altrimenti è meglio chiudere tutto”. L’assessore Mascio ha ricordato gli sforzi e gli impegni assunti per rimodernare la Fcu: “Nella tratta Terni-Cesi a dicembre scorso sono stati eliminati i passaggi a livello, i lavori termineranno entro il 2007. Entro fine anno sarà in funzione la nuova rete di elettrificazione. Il personale è sceso a 196 unità, di cui 4 dirigenti. I costi a chilometro/treno sono più che ottimi, le Fs ci riconoscono 5,70 euro contro i 3 degli anni precedenti. L’obiettivo è di lavorare molto sui servizi tra i due capoluoghi, in particolare sul Perugino con le 16 stazioni ferroviarie. I tredici punti restano anche se l’ultimo bilancio non è ancora ufficiale. Un’attenzione particolare va dedicata al materiale rotabile, il cui patrimonio è di 38 motrici a gasolio, e di dotarle di aria condizionata almeno per il 65%”. Nella replica, la Modena ha rimproverato alla Giunta regionale “di non aver mai preso di petto la questione Fcu, infilandola nel calderone della holding dei trasporti. Con un bilancio così, la riorganizzazione e la ristrutturazione della Fcu era ed è una priorità sia per i costi che per i disservizi agli utenti”.

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