La polemica innescata da An. sulla imminente chiusura, nei fine settimana, dell’ospedale di Todi e l’immediata smentita della Usl 2, si prestano ad alcune considerazioni ed ad una analisi di medio periodo che, prossimamente, presenteremo su questo sito web.
Né Giovanni Ruggiano, né l’unità sanitaria sono stati un modello di chiarezza. L’esponente di An ha confuso l’ospedale con il reparto chirurgico e non ha considerato che il problema è di tutto il sistema ospedaliero della media valle Tevere.
La U.S.L. di tutto ha parlato, nella smentita vista dai più come un tentativo di tener buona “ la piazza”, congelando il problema fino alle elezioni, che dei veri e completi termini del problema. Più che una smentita, quella dell’ente sanitario (direttore generale Legato), è parsa un “parlar di fischi per fiaschi”. Perché quello che viene definita come una riorganizzazione per “area mista”, in verità non è che la fase finale di un cambiamento che, previsto sulla carta dal piano sanitario regionale 2003 -2005 come indicazione non vincolante, era stato fino ad ora gestito con equilibrio, nel quadro di una organizzazione unitaria della chirurgia, sia sul presidio tuderte che su quello marscianese.
Stiamo parlando dell’organizzazione, che ora si vorrebbe esclusiva in ciascuno dei due presidi, delle attività chirurgiche secondo il modello del “Week Surgery” cioè, per dirla coi termini del Piano Sanitario,
«la possibilità clinica, organizzativa ed amministrativa di effettuare interventi chirurgici per i quali è opportuna una osservazione postoperatoria superiore alle 24 ore che, di norma, non si prolunga oltre le 72 ore, in regime di ricovero ordinario in strutture funzionanti in maniera continuativa dal lunedì al venerdì». Ricoveri non superiori a 4/5 giorni, quindi, col malato operato nel giorno del ricovero o in quello successivo. Conseguentemente una parte importante della casistica operatoria, quella con necessità di ricovero superiore, esclusa la possibilità di accorciare i tempi di degenza pre-operatoria ( dati medi 2005: 2,07 giorni a Todi tenuto conto anche dei ricoveri non programmati e 0,99 giorni a Marsciano). Un’altra parte della casistica, compresa quella ortopedica, destinata ad intasare le sale operatorie nei primi due giorni della settimana “corta”. Per i prolungamenti imprevisti della degenza, oltre il venerdì, trasferimento in un altro reparto che per questo diventa “misto”.
A dar fuoco alle polveri, la notizia diffusasi nell’ambito Usl, della volontà regionale di una applicazione rigida della direttiva, nonché l’indicazione di fare di Marsciano il punto di riferimento (essendoci per l’Ostetricia un servizio anestesiologico continuo) per eventuali necessità operatorie urgenti dei ricoverati, fin qui assolte dal presidio di Todi, in virtù della presenza di un reparto medico, di una TAC e di un servizio cardiologico.
Conseguente risveglio di tensioni campanilistiche e prepotente inserimento del tema fra quelli, al momento assenti, della campagna elettorale tuderte.
Ciò in virtù del ripetuto richiamo ad un presunto avallo delle indicazioni regionali da parte della conferenza dei Sindaci ad opera di chi, a sua volta, viene accusato di non aver saputo per tempo coinvolgere operatori e forze politiche. su un problema che rischia di fare del costruendo nuovo ospedale il centro di scontro ( e non di incontro e di sviluppo) delle professionalità sanitaria del comprensorio e della provincia.
E’ proprio sul ruolo del costruendo – prima pietra sabato 10 marzo 2007– ospedale di Pantalla al servizio, di buon livello, delle popolazioni del comprensorio che incentreremo l’analisi, perché il 2011 dovrebbe essere, non solo il primo anno di pieno funzionamento del presidio ospedaliero, ma anche quello di importanti cambiamenti nel mondo sanitario che, sicuramente, già saranno nei pensieri di molti e questo potrebbe spiegare anche il presente.
- Redazione
- 18 Febbraio 2007
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