Nelle scuole medie e superiori marscianesi l’afflusso di studenti di nazionalità straniera è minore rispetto a quanto riscontrato nelle materne e nelle primarie. Alla media “Moneta” la percentuale di allievi non italiani è di poco superiore al 13%, mentre scende al 2% al liceo scientifico “Salvatorelli” (solo 6 iscritti su 312). Situazione opposta all’istituto professionale (indirizzi servizi turistici e meccanico), dove la presenza di ragazzi stranieri torna a salire fino al 16%. Un dato questo che evidenzia come tra questi giovani si manifesta la volontà di privilegiare percorsi dal più immediato sbocco lavorativo che coniugano il sapere con il saper fare (giova ricordare che la scuola dovrebbe aiutare soprattutto a saper essere).
Cambiando il contesto ed in particolare l’età, le dinamiche sociali, culturali e religiose si fanno qui più complesse, con la possibilità di conflitti che obbligano la scuola a confrontarsi con realtà difficili e in continua evoluzione.
L’eco delle fratture che minano la scuola al suo interno – gli episodi di bullismo ne rappresentano una testimonianza – mostrano però come ci sia un livello di disagio generalizzato, che coglie più o meno tutti, rischiando di creare una paradossale integrazione in territorio negativo. La scuola in generale e quella marscianese nello specifico cerca di fare il possibile per venire incontro alle esigenze, spesso inconsapevoli, di questi nuovi ragazzi di vita, agiati e protetti, sradicati non più dalle circostanze ma dalle condizioni, promuovendo iniziative che possano funzionare come un elemento regolatore. In tal senso la presenza di studenti stranieri fra i banchi può funzionare anche in ambito locale da stimolo per rivedere le politiche scolastiche
- Redazione
- 9 Marzo 2007
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