Condividi su facebook
Condividi su twitter
Le indennità regionali verranno tagliate?

Un disegno di legge approvato dalla Giunta Lorenzetti e trasmesso all’esame del Consiglio prevede che l’indennità dei consiglieri e degli assessori regionali umbri sarà ridotta del 10% e che gli aumenti non saranno più automatici, collegati a quelli dei parlamentari, ma decisi di volta in volta sulla base delle necessità e disponibilità finanziarie. Il provvedimento stabilisce l’abrogazione delle norme precedenti che rapportavano in automatico l’indennità all’80% di quella dei parlamentari.
Eventuali nuovi aumenti potranno essere disposti dalla Giunta, nel caso delle indennità del presidente e degli assessori, e dall’ufficio di presidenza per i consiglieri, che ne stabiliranno, in modo discrezionale, entità e decorrenza «previa verifica della copertura finanziaria». Mentre però per la diaria giornaliera della Giunta e del Consiglio il ddl stabilisce che eventuali aumenti non potranno elevarne il valore oltre il 60% di quella dei parlamentari, per l’indennità mensile l’unico limite è la disponibilità finanziaria, che può essere creata anche con una maggiore imposizione fiscale…
Ci si chiede perchè per diminuire i compensi occorre una legge dal lungo ed incerto cammino, mentre per gli aumenti la decisione è riservata (e presumibilmente poco pubblicizzata) ai pochi diretti interessati. Se i dipendenti lavoratori devono contrattare gli aumenti coi loro datori di lavoro, perchè i servitori delle istituzioni non devono contrattare le loro retribuzioni con i cittadini di cui sono espressione?
Si calcola che il disegno di legge, se approvato, comporterà un risparmio annuo nel bilancio regionale di 300 mila euro. Intanto anche il comitato che ha proposto di tenere un referendum per ridurre della metà gli stessi emolumenti (vedi articolo sotto), «non crede affatto» all’annunciata intenzione della Giunta regionale di autoridursi le indennità. Il comitato pronostica che sarà «l’ennesimo nulla di fatto», visto che un provvedimento simile, proposto già due anni fa, «non ebbe alcun seguito». Lo stesso comitato ha chiesto alla Lorenzetti «di esprimere  subito un parere interpretativo definitivo sulle modalità di svolgimento» del referendum, ricordando che «da tre anni 13.800 cittadini hanno sottoscritto» la richiesta per tenere la consultazione. 

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter