Ormai è ufficiale. L’avvocato Maurizio Giannini è il terzo candidato a sindaco di Todi. La sua non è più una proposta personale o velleitaria. Sta raccogliendo adesioni tra quanti non si riconoscono nei percorsi che hanno portato alle candidature di Servoli e di Ruggiano. La redazione di www.iltamtam.it lo ha intervistato per prima.
Lei non ha mai fatto politica? “Non è del tutto preciso. Non ho mai partecipato alla vita partitica, nel senso che non ho mai operato alle dipendenze di alcun partito politico. Ma ho sempre fatto politica nel senso più elevato: lavorando in modo serio, mettendo la mia esperienza e professionalità a disposizione di chi voleva attivare iniziative di sviluppo, cercando di trasferire le mie competenze ai collaboratori (soprattutto ai più giovani),non facendo favoritismi ma privilegiando i più capaci. Soprattutto ritengo, senza rischiare di sembrare presuntuoso, di aver impostato tutta la mia vita su un principio essenziale: ho sempre voluto essere libero. Attenzione, libero non vuol dire anarchico, né irresponsabile, ma proprio il contrario. Libero è chi rispetta le regole, anche quando gli sono sfavorevoli, e non cerca scorciatoie. Libero è chi è responsabile delle proprie azioni, e ne risponde in proprio. Libero è chi non si lega ad un carro per avere facile successo, ma trascina la carretta con caparbietà, senza dover dire grazie ad altri che al Padreterno”.
Venendo alla sua candidatura a Todi… “In quello che ho detto che anche la ragione per cui mi metto in gioco, per tentare di dare una scossa ad una città che amo e che vedo sempre più in difficoltà, quasi rassegnata all’ impossibilità di cambiare le cose. Troppi anni di governo senza ricambi e senza apertura alla critica e al confronto hanno portato al deprimente teatrino dei partiti che non pensano ad altro che al voto. La mia battaglia è per ricordare a tutti che il voto è un mezzo e non un fine: si deve chiedere il voto motivandolo con un programma e non perché la classe politica è intoccabile per diritto divino e va confermata senza discutere. Io non ambizioni di potere: ho l’età in cui si comincia a pensare a mettere i remi in barca, e quello che potevo fare, dal punto di vista della soddisfazione personale, credo di averlo già ottenuto. Ma è proprio per questo che sento il dovere, come cittadino, di dare un messaggio alla Città e soprattutto ai giovani: mi metto in gioco, rischiando nome e faccia, per dimostrare che ci si deve attivare se si vogliono cambiare le cose. Se ciascuno di noi si rassegna, e pensa che spetti agli altri attivarsi per la collettività, le cose non cambieranno mai. Se ci limitiamo a lamentarci nei bar produciamo solo chiacchiere.
Cosa propone per Todi? “Questa è una bella domanda: come posso in poche righe sintetizzare un programma che per mesi è stato scritto e rielaborato più volte, discutendolo e confrontandolo con le idee e le proposte della gente? Facciamo così: pubblicatelo sul sito di Tam Tam, in modo che lo si possa leggere con calma e attenzione”.
Proposta accettata, però intanto ci dica qualcosa? “Le dico che è in solo nove punti. E per due ragioni. La prima è che se scriviamo la lista dei mille desideri, rischiamo di lasciarne gran parte insoddisfatti. Concentrandosi invece su alcuni punti fondamentali, è più verosimile ottenere dei risultati. La seconda ragione è che spero che sia la città ad aggiungere il decimo punto, dicendo sì al cambiamento”.
Nel concreto… “La sintesi della sintesi è che la mia lista propone di recuperare e migliorare la vivibilità di Todi, soprattutto per i cittadini. Se Todi è vivibile, viva e vitale, se non scaccia i suoi giovani e non trascura chi vive e lavora qui, se chi fa impresa non viene solo munto ma valorizzato, se i servizi vengono dati con un occhio attento alla soddisfazione dell’utente e non alla tranquillità sindacale, se insomma sapremo recuperare la voglia e l’orgoglio di essere una ittà con la C maiuscola, allora Todi sarà di nuovo e veramente quella città ideale che già una volta ha volato alto per il mondo. Ma attenzione, deve essere ideale prima di tutto per i tuderti, perchè solo allora lo sarà anche per i turisti”.
Almeno due o tre interventi concreti, che attuerà se diventerà Sindaco, ce li può dire? “D’accordo. 1) Revisione del finanziamento a manifestazioni che hanno un alto costo ed un ritorno limitato: lo sa che con quello che è costato in questi anni il Todi Arte festival avremmo potuto far venire decine di migliaia di turisti offrendo loro uno sconto del 50% sui costi di soggiorno? 2) Revisione del mercatino della domenica in piazza: il deprimente spettacolo che offre è offensivo per chi lo visita e per gli artigiani e commercianti tuderti, ingiustamente mortificati dalla presenza nella nostra vetrina principale di merci ed oggetti che non valgono un centesimo di quello che la città sa produrre. 3) parcheggio di Porta orvietana: facciamo ulteriori progetti e realizziamoli, ma nel frattempo, da subito, facciamo funzionare meglio questo parcheggio, i cui orari sono più favorevoli al gestore che alle esigenze degli utenti. In una città turistica si può chiudere alle nove di sera? 4) Creazione di una banca dei progetti, per essere pronti ogni volta che c’è un’opportunità di finanziamento. 5) Maggior attenzione ai tempi con cui il Comune incassa i suoi crediti, soprattutto verso gli affittuari. 6) Cura della pulizia, ordine, immagine della città; valorizzazione e gratificazione del personale comunale che lavora bene, ed è spesso costretto a lavorare anche per coloro che, e per fortuna sono pochi, screditano la categoria con la loro inefficienza ed indolenza dovuta prevalentemente alla garanzia politica di inamovibilità ed impunità”.
C’è un elemento comune fra queste cose? “ Innanzitutto è solo una piccola parte delle mie proposte. L’elemento comune è che non ce n’è una che costituisca un nuovo costo, anzi tutte portano ad un risparmio per la collettività”.
- Gilberto Santucci
- 6 Aprile 2007
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