Alla presentazione ufficiale della lista de “L’Ulivo”, svoltasi ieri pomeriggio all’Hotel Tuder, Enzo Tomassini c’era (d’altra parte era o no la vigilia della Liberazione?!). Non solo c’era. Quando è arrivato sembrava una sposa, tanti sono stati i baci e gli abbracci che ha dispensato. E ad ognuno degli astanti, al posto della bomboniera, ha consegnato una sua lettera confezionata per l’occasione e destinata ad essere distribuita prossimamente “urbi et orbi”. Nessun imbarazzo, nessuna tensione. Il “contrordine compagni” si è consumato così all’insegna dell’imprevedibilità tomassiniana. Rappresentando la sua lettera (crediamo… speriamo) l’ultimo atto della lunga vicenda che lo ha visto protagonista, riproponiamo il testo nella sua integralità, convinti che la lettura potrà costituire materia di studio sotto più punti di vista. Ecco a voi, senza commenti, il “verbo” che, unico appunto, sarebbe stato giusto, come giusto contrappasso, l’avesse letta e interpretata.
“Carissime concittadine, carissimi concittadini, carissimi giovani – scrive Tomassini – sono fiero della fiducia che avete riposto nella mia persona per la prossima campagna elettorale, ma proprio per questa fierezza che ritengo mio dovere informarvi direttamente sulle ultime vicende che mi hanno riguardato. Sapete che sono stato sempre critico nei confronti della politica istituzionale-amministrativa della nostra città perché non intravedo sbocchi concreti alle emergenze che caratterizzano il confronto istituzionale nel nostro territorio.
Mi riferivo e mi riferisco in particolare al rapporto istituzionale tra centro e periferia cioè tra capoluogo e frazioni, avendo io come voi la consapevolezza che la maggioranza della nostra popolazione vive nelle frazioni, e così come quella che vive nel capoluogo, abbisogna di servizi pubblici graduati alle esigenze soprattutto a quelle delle fasce più deboli.
Così come altra emergenza ho sottolineato in un quadro di costante perdita del potere di acquisto di salari e pensioni che deve sicuramente essere intrecciato con un effetto positivo della tariffazione e imposizione locale che passa anche attraverso una riedificazione della politica abitativa residenziale pubblica (case popolari, edifici pubblici, ecc.).
La ulteriore certezza che il rilancio economico del nostro territorio passa attraverso un “patto forte” su obiettivi comuni tra istituzioni e tutte le categorie produttive e dei servizi che non può solo essere limitato a strumenti burocratici a volte non efficaci (troppi sportelli e pochi incentivi). Cioè per rilanciare il territorio dobbiamo tutti “osare di più” partendo dalle istituzioni pubbliche. Così come ritengo non più rinviabile affrontare il grosso problema dei costi della politica. Se la politica deve essere “servizio” allora c’è l’esigenza di più volontariato e di meno professionisti. Il nostro territorio abbisogna di servizi sanitari e servizi sociali adeguati. E’ tempo di pensare alla realizzazione di una “casa della salute” che possa essere punto di riferimento unico per i cittadini che chiedono servizi sociali e servizi sanitari che spesso devono integrarsi.
Così come ritengo necessario intessere un rapporto diverso con i giovani. I giovani sono il nostro futuro ed è lì che dovremmo andare. E’ necessario allora farli appropriare del gusto di fare politica, quella con la P maiuscola, e non quella dei bassi livelli e dei personalismi che tanti danni hanno portato fino ad oggi. Su questi e su altri temi ancora mi sono reso sempre disponibile al confronto con gli iscritti e con la dirigenza del mio partito. Da questi confronti è emersa netta la condivisione sulle questioni da me sollevate e il conseguente impegno a a sostenerle nel governo futuro della città.
Per queste motivazioni ritengo superata la necessità della presentazione di una mia lista civica ed il relativo programma.
Carissimi, nelle mie valutazioni ho sempre tenuto presente che un rischio non potevamo correrlo: consegnare la città alla destra. Tanto più questo rischio si prospetta e tanto più le mie radici agricolo-proletarie mi richiamano ai valori della solidarietà della libertà e della democrazia che ritrovo in voi tutti.
Carissime concittadine, carissimi concittadini, carissimi giovani – conclude Tomassini. Sono certo che condividete il mio operato, lasciatemi questa presunzione. Sono certo di continuarvi ad avervi al mio fianco perché molti principi e molti valori ci uniscono e soprattutto lo spirito di servizio che deve sempre contraddistinguere la nostra azione quotidiana per il bene della nostra amata città”.
- Redazione
- 25 Aprile 2007
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