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Ospitiamo l'intervento di Alfio Todini, assessore allo sviluppo economico del Comune di Marsciano

L’alto tasso di occupazione che si riscontra a Marsciano è indice di quanto questa comunità e questo territorio debbano al complesso del tessuto produttivo locale e di quanto questo, nel corso degli anni e passando anche attraverso fasi non facili, abbia comunque rappresentato uno degli elementi trainanti non solo dello sviluppo locale, ma della qualità stessa della vita del nostro territorio.
Il valore e la cultura del lavoro, come mezzo primario di soddisfacimento dei propri bisogni di vita ma anche come elemento cruciale dell’affermazione del proprio essere cittadini, rappresentano ancora oggi uno dei tratti costitutivi dell’identità di questo territorio.
Pur rimanendo il settore del manifatturiero e dell’industria ancora oggi preponderanti, anche la nostra realtà locale e il suo mercato del lavoro, hanno conosciuto e sono anzi tuttora dentro, un significativo processo di cambiamento. Sul versante della domanda abbiamo un numero crescente di cittadini di origine non italiana che oggi, in diversi settori, rappresentano una risorsa per il nostro tessuto economico e sociale. Di cui imprese, e molte famiglie italiane, non possono più fare a meno. A questo proposito, visto che il diritto al lavoro non è altra cosa dal più complessivo tema della cittadinanza, è davvero tempo che il Governo e il Parlamento procedano con rapidità al riconoscimento del diritto di voto, intanto alle elezioni amministrative, a uomini e donne che nel nostro paese lavorano, pagano le tasse e hanno, appunto, il diritto di esprimersi sul governo del territorio in cui vivono. Siamo l’unico paese europeo che non riconosce questo diritto.
Sul versante dell’offerta di lavoro c’è da rilevare il ruolo crescente offerto dal terziario (servizi e commercio, ma anche attività ricettive). Servizi all’impresa, alla persona, alla pubblica amministrazione. Un mercato che, anche a livello locale, si va facendo sempre più articolato. E che se da un lato amplia il ventaglio delle possibilità, dall’altro innalza il rischio di un crescente tasso di precarietà, che, come sappiamo, colpisce in primo luogo giovani e donne. E che alla lunga rappresenta non solo un elemento di insicurezza e di ingiustizia, ma anche un potenziale fattore di debolezza economica. Per il fatto che spesso, ad essere investiti di questo problema, a cui si accompagna una difficoltà storica tutta italiana a rimuovere blocchi, corporazioni e accessi alle più diverse professioni, sono proprio coloro di cui l’intero sistema economico italiano ha più bisogno: giovani che esprimono talento, voglia di fare, capacità di inventiva e di innovazione; che hanno studiato e posseggono gli strumenti e le competenze per poter essere coloro che, affiancati da chi ha più esperienza, “più tirano” e non coloro che “più tribolano” ad acquisire ruoli più consoni al proprio merito.
Anche per questo riteniamo che i processi di liberalizzazione operati dal Governo nazionale siano utili al paese e che bisogna proseguire. Non contro qualcuno, ma a favore di chi ha voglia di fare e di provarci e che non può continuare ad essere frenato dalla necessità di mantenere rendite di posizione per chi c’è già riuscito. È un fatto di democrazia, non solo economica. E anche così si crea lavoro.
È urgente quindi che sia sul versante normativo e contrattuale, che su quello delle politiche economiche e rivolte al tema del lavoro, si compiano scelte che sappiano tenere insieme diritti e opportunità.
Come Amministrazione Comunale interpretiamo la nostra funzione come quella di un soggetto attivo dello sviluppo locale.
Si pone oggi e sarà sempre più così nel futuro, il tema decisivo, per lavoratori di tutti i comparti, per le imprese e per la pubblica amministrazione, di un continuo innalzamento del livello delle proprie conoscenze e delle proprie capacità. Il Comune di Marsciano insieme e attraverso il Centro di Formazione Cnos-Fap di Ammeto, ma anche in collaborazione con molte altre agenzie formative della regione, ha moltiplicato gli sforzi per promuovere direttamente e sostenere un sempre maggiore numero di attività formative e di riqualificazione professionale. Ma sentiamo che tutto ciò non è ancora sufficiente ed è per questo che, anche investendo risorse proprie, l’Amministrazione Comunale ha promosso il progetto di ristrutturazione della Ex Piccola Casa del Ragazzo. Parte importante degli spazi che verranno ricavati andrà proprio ad allargare quelli a disposizione del Centro di Formazione, con l’obiettivo, attraverso il coinvolgimento attivo delle imprese e dei lavoratori, di ampliare il ventaglio delle opportunità. Il tutto anche nella consapevolezza che l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità saranno sempre più nel futuro tra le risposte principali alla domanda di lavoro.
Marsciano è tornata ad essere un polo di attrazione anche per imprese che provengono da fuori il territorio comunale. Gli spazi messi a disposizione, attraverso la realizzazione di nuove Aree Industriali da parte del Comune, hanno senz’altro favorito questa ripresa di appeal. E ciò ha determinato anche un incremento delle possibilità di lavoro per tanti nostri giovani e cittadini. Dovremo procedere su questa strada, certo mantenendo sempre un grande equilibrio nel rapporto tra industria e territorio, anche su un piano paesaggistico ed ambientale. Ma senza rinunciare ad essere una tra le prime scelte per coloro che intendono collocare o spostare la propria attività in un territorio vocato per cultura e in grado di offrire anche servizi ad uno sviluppo di qualità.
Il primo maggio è una occasione per riflettere e per noi di denunciare che ancora oggi si muore troppo di lavoro. Troppe parole sono state spese, troppi appelli caduti nel vuoto. L’Umbria è una regione che nonostante abbia saputo introdurre importanti novità anche di carattere normativo, riprese a livello nazionale, è ancora troppo colpita. E anche Marsciano ha dovuto piangere i propri caduti, anche recentemente. Il Governo nazionale ha emanato un importante ulteriore provvedimento in materia. Ma non è solo un fatto di leggi. Ma anche di cultura, da parte delle imprese e degli stessi lavoratori. E di controlli. C’è da un lato una eccessiva frammentazione di competenze su chi deve vigilare sulla materia e dall’altro una cronica carenza di personale. Qualcuno ha proposto di dedicare a questo compito anche personale in eccesso della Pubblica Amministrazione, dopo un adeguato periodo di formazione specifica. Ci sentiamo di condividere.

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