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Federcaccia chiede una gestione equilibrata e trasparente dei prelievi della specie a ridosso del territorio perugino

La Federcaccia Umbra è contraria alle mattanze indiscriminate di cinghiali nel territorio orvietano-tuderte. Lo si ribadisce con una nota dove si esprime apprezzamento per gli interventi già attuati in tal senso, ma nella quale si sottolinea anche come esistano ancora dei problemi riferiti a massicci interventi di contenimento a ridosso del territorio della provincia di Perugia.
“Abbiamo appreso con piacere – si legge nel comunicato – dall’assessore provinciale di Terni Gianni Pelini e dai funzionari dell’ufficio caccia, che la fase commissariale per la gestione della specie cinghiale nelle zone demaniali del Ternano e dell’Orvietano, e nel parco fluviale del Tevere insistente in quei territori, è terminata. Imminente è la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra Provincia e Comunità montana del Monte Peglia e Selva di Meana, che dovrà, attraverso vari soggetti, provvedere alla gestione della specie in parola.
Mentre per quanto fatto nel Ternano e Orvietano ci è doveroso ringraziare sia l’assessore che i funzionari, per la sensibilità e puntualità dimostrate nella gestione di un problema, ci risulta tuttavia che nel parco fluviale del Tevere, a confine con la Provincia di Perugia, nonostante le assicurazioni, si continuano a programmare massicci interventi di contenimento della specie. Qualora queste informazioni fossero confermate, chiediamo un immediato un incontro con la Provincia e con la Comunità montana, per valutare la situazione e programmare specifici interventi.
Comprendiamo le preoccupazioni del mondo agricolo per i danni arrecati dai selvatici, nonché quelle della Provincia costretta ad affrontare risarcimenti di notevole importo, ma è bene ricordare che è sempre “Pantalone cacciatore” che paga, e che anche i previsti rincari sulle tasse regionali di concessione serviranno in gran parte a tale scopo.
Siamo pertanto vicini – conclude Federcaccia – a tutti quei cacciatori che chiedevano e chiedono una equilibrata e corretta gestione, senza eccessi, senza favoritismi, trasparente che, senza creare conflitti, poteva e sicuramente potrà raggiungere gli obiettivi prefissati dal piano di contenimento del cinghiale”.

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