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Sorprese dall'indagine di Unioncamere: gli imprenditori soddisfatti del livello dei servizi erogati

Gli osservatori più onesti intellettualmente fanno notare che spesso le più accese polemiche vengono sollevate dalle “minoranze”. Forse perchè tali, “i minori” devono “strillare” più dei tanti.
Questo sembra essere il caso del supposto problema della “inefficienza” della Pubblica Amministrazione italiana, almeno visto dal versante della maggioranza degli imprenditori. Gli imprenditori “soddisfatti” dell’operato della P.A. confessano, dall’indagine delle Camere di Commercio, di essere tanti. D’altro canto il mondo imprenditoriale è una minoranza nel paese. Se, quindi, gli osservatori hanno ragione c’è il sospetto che la Pubblica Amministrazione sia più “buona” con l’impresa che con i semplici cittadini.
“Il rapporto tra Pubblica Amministrazione e imprese si è modificato negli ultimi anni: da un lato,infatti, è emersa una maggiore consapevolezza del fatto che l’efficienza e l’efficacia della pubblica amministrazione sia un elemento indispensabile per la competitività del sistema economico; dall’altro, è cresciuta l’esigenza di soddisfare, con modalità adeguate, la crescente domanda di servizi sempre più avanzati da parte delle imprese in Italia.
Il Centro Studi Unioncamere, a tale proposito, ha condotto anche per il 2007 un’indagine per rilevare il livello di soddisfazione per i servizi resi dagli uffici della Pubblica Amministrazione più prossimi alle imprese, con modalità analoghe a quelle utilizzate per gli studi svolti negli anni precedenti sullo stesso tema.
In particolare, sono stati considerati i seguenti uffici della P.A.: gli uffici periferici dell’Amministrazione finanziaria (uffici IVA e del Registro e delle Imposte dirette), gli uffici dell’INPS, gli uffici dell’INAIL, le ASL, nonché gli uffici delle Amministrazioni Regionali, Provinciali, Comunali e delle Camere di commercio. La qualità percepita dalle imprese intervistate circa i servizi utilizzati nel corso del 2006 è stata rilevata, in particolare, attraverso tre indicatori specifici:
tempestività nell’assolvimento degli adempimenti amministrativi;
professionalità tecnico–amministrativa del personale pubblico nel trattamento delle pratiche;
facilità d’accesso ai servizi (sotto il punto di vista del tipo d’accoglienza, della disponibilità di informazioni preventive, della chiarezza delle procedure e della modulistica e della idoneità della documentazione richiesta). 
Più di 2 imprenditori su tre sono soddisfatti della Pubblica Amministrazione. “Il livello di soddisfazione complessivo da parte delle imprese circa i servizi utilizzati nel corso del 2006 si è attestato su un valore positivo – raggiungendo il punteggio di 69,3 su una scala di valori compresa tra 0 e 100. Sotto l’aspetto territoriale si rileva un miglior giudizio espresso dalle imprese localizzate al Nord- Ovest (70,7) seguite da quelle del Centro (69,9), mentre meno soddisfatte nel complesso appaiono le imprese del Nord-Est (67,9). Leggermente sotto la media nazionale le imprese del Sud (68,7).
Per quanto riguarda la tempestività dell’espletamento delle pratiche, la percentuale delle imprese che ha giudicato in maniera pienamente soddisfacente (buono, molto buono o ottimo) gli uffici considerati si è attestata al 65,7%, superiore di circa un punto percentuale a quanto rilevato lo scorso anno (64,8%). Considerando anche il giudizio di sufficienza tale dato raggiunge l’85,0%. Cinque imprese su cento, invece, formulano una opinione particolarmente negativa, giudicando gravemente insufficienti i tempi di risposta della Pubblica Amministrazione. “ Rovescio della medaglia “la percezione delle imprese evidenzia (per il 24,6% dei casi) un incremento – rispetto al 2005 – dei costi sostenuti per i principali adempimenti burocratici nei confronti della Pubblica Amministrazione. Solo l’8,4% delle imprese segnala una diminuzione rispetto a due anni fa. Particolarmente differenziata, però, la percezione delle imprese su queste tematiche: le imprese che hanno sostenuto un incremento dei costi nel 2006 dichiarano una percentuale media diaggravio pari al 12,6%, mentre coloro che hanno registrato una diminuzione dei costi sostenuti nei rapporti con la Pubblica Amministrazione evidenziano un risparmio medio di poco inferiore al 15%.

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