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La Cdl vuole le dimissioni dell'assessore regionale: "un ragazzo senza esperienza"
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Quindici giorni fa in Consiglio regionale, le forze politiche umbre avevano mostrato una inusitata unità d’intenti a difesa degli interessi comuni. Ma come in tutte le famiglie, quando si tratta d’altro, ognuno va per la sua strada. E così sul tema della famiglia, quella della conferenza nazionale sulla famiglia, la lite (imparzialmente documentata dall’agenzia regionale ACS) è divampata come tra avversari acerrimi. Non sono mancate parole pesanti: la decisione di non partecipare alla conferenza dell’assessore regionale alle politiche sociali è stata definita gravissima ed odiosa dai consiglieri della CdL. In verità la minoranza ha tenuto anche a sottolineare le divisioni all’interno della maggioranza sul tema e questo, forse, è l’obbiettivo tattico più immediato della richiesta dei consiglieri regionali del centrodestra di censura e dimissioni dell’assessore regionale Damiano Stufara un ragazzo senza esperienza “ come lo ha definito Sebastiani dell’UDC. Lo testimoniano le parole del consigliere Andrea Lignani Marchesani (An): “L’atteggiamento di Stufara è da censurare perché ha posto in essere un’evidente violazione del suo ruolo. Ma il dato politico che si ricava da questa vicenda è che la Regione è governata da una maggioranza incoerente che su temi fondamentali e importanti per i cittadini si cimenta in una guerra tra bande. La Margherita è intervenuta per stigmatizzare Stufara, la presidente Lorenzetti, donna sola al comando, è costretta a smentire il suo assessore di Rifondazione comunista.”
Dopo che Pietro Laffranco, capogruppo della Cdl per l’Umbria, nell’ illustrare l’atto ha spiegato che “è di una gravità inaudita l’atteggiamento di Stufara di disertare a titolo personale la Conferenza sulla famiglia, organizzata peraltro dal suo governo, perché ‘sconcertato’ dalla volontà del ministro Bindi di non invitare le organizzazioni rappresentative degli omosessuali”, ha rincarato la dose il capogruppo di Forza Italia Fiammetta Modena. “Si tratta di affermare un principio, e cioè che la Regione non è un centro sociale con tutto il rispetto per i centri sociali e per l’attività che svolgono. E questo Stufara dovrebbe capirlo. E’ gravissimo che un assessore alle politiche sociali si permetta di confondere la posizione personale di propaganda del partito su un tema come quello della famiglia con il ruolo che svolge”.
Ovviamente in soccorso dell’assessore, che ha fatto prevalere le sue convinzioni personali sulle ragioni di opportunità politica, è intervenuto il capogruppo del PRC, Vinti Stefano, con un “Pieno e convinto sostegno alla scelta dell’assessore Damiano Stufara di non partecipare alla Conferenza nazionale sulla famiglia convocata a Firenze dal ministro Bindi. Una conferenza ‘escludente’, rivolta solo alle famiglie basate sul matrimonio e che non tiene conto di una società cambiata rispetto al concetto di famiglia e di unione tra le persone“. “In Italia – ha poi spiegato – non è sul tavolo l’estensione della nozione di famiglia ad altre forme di convivenza, quindi la discussione ideologica è mal posta e quella politica risulta del tutto inutile e priva di senso”.
Pur non condividendo politicamente la decisione di non partecipare alla Conferenza sulla famiglia di Firenze, ritengo assolutamente legittima la posizione, altrettanto politica, assunta dall’assessore”. Con queste parole a metà tra la critica e l’appoggio si è espresso, invece, Gianluca Rossi capogruppo dei Ds-Uniti nell’Ulivo il quale ha rimarcato che “non si consolida la famiglia imponendo a tutti i cittadini scelte assolutamente individuali, di carattere civile o etico; ma lavorando per rafforzare quei valori ed estendere i diritti individuali delle persone”.

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