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Anche il presidente nazionale dell'ANCI vuole ridurre i costi della politica, ma a tutti i livelli, Parlamento ed Ato inclusi
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Il problema dei costi eccessivi della politica sembra inizi concretamente ad essere percepito dai politici di primo piano come la mina vagante capace di rivoluzionare il quadro istituzionale italiano e ciò potrebbe avere una certa influenza anche sul referendum umbro sui compensi ai politici. Il nuovo discorso avviato in ambito Anci potrebbe avere influenze anche sul percorso della legge sugli At(o)i, anche se c’è da ricordare che l’Umbria da un po’ di tempo segue con ritardo le evoluzioni che si manifestano nell’ambito delle regioni “rosse” E’ una personalità che è vicina alla regione Umbra:Leonardo Domenici, sindaco di Firenze il quale, per esempio,suggerisce un taglio secco, del 25 per cento, del numero dei consiglieri e degli assessori comunali. Il sindaco toscano, da presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni, raccoglie la sfida sui costi della politica e rilancia. “Noi cominciamo, ma poi deve toccare a ministeri, Regioni e Parlamento”.
Dentro l’Anci è da un po’ che ci stanno ragionando. Già al consiglio nazionale di marzo era stato, peraltro, deciso di introdurre cambiamenti importanti anche per gli enti intermedi, come ad esempio gli Ambiti territoriali ottimali. Gli “Ato, realtà che il più delle volte complicano la vita delle amministrazioni anziché semplificarla” ha detto Domenici lanciando così, indirettamente, un monito alla Lorenzetti che, invece, su questa strada intende proseguire.
All’ incirca 45 milioni di euro l’anno a livello nazionale è il risparmio stimato delle proposte Anci. Un risparmio su una cifra complessiva di circa 5 – 6 miliardi l’anno che già tiene conto del fatto che Le Regioni hanno appena ottenuto dal Consiglio di Stato la possibilità di non applicare il taglio del 10% introdotto dall’ultima Finanziaria.
Ci va giù duro anche sulle comunità montane il presidente dell’ANCI “andare al superamento delle comunità montane così come sono attualmente:dobbiamo favorire l’aggregazione fra i Comuni, che può comportare risparmi e razionalizzazioni, ma facendo in modo che queste aggregazioni siano guidate dai sindaci e assessori già in carica, in maniera tale da evitare di sprecare risorse in altri compensi.”.
Sull’aggregazione dei Comuni, intanto, è polemica aperta. Mauro Guerra, Coordinatore Anci Unioni di Comuni risponde alle “accuse” rivolte all’Associazione dal Presidente dell’Uncem, Enrico Borghi, proprio sul tema dei costi della politica. Il primo rilancia così, per tutte le Istituzioni e anche per i Comuni e le loro forme associate, modelli innovativi e soluzioni per razionalizzazioni della spesa senza inficiarne autonomia, efficacia degli organi di governo e di rappresentanza. “Un modello, quello dell’Unione di Comuni, valido anche per i territori montani”.

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