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Anche Coldiretti preoccupata del fenomeno che pregiudica l'impollinazione dei fiori degli alberi da frutto
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Il cambiamento del clima sta causando anche una migrazione degli insetti e un repentino accrescimento dei parassiti molto dannosi per le piante. Particolare apprensione c’è per la crescita delle malerbe e per le difficoltà che gli agricoltori incontrano nel contrastare le infezioni che colpiscono le coltivazioni (ortaggi a campo aperto), gli alberi da frutta, gli olivi e le viti.
Le temperature “tropicali” dell’autunno e dell’inverno scorsi hanno consentito alle uova degli insetti di resistere e, quindi, di provocare un proliferare anomalo in tutte le zone rurali e non solo. Anche le città fanno i conti con la continua diffusione di questi fastidiosi animaletti, zanzare soprattutto.
Preoccupante è anche la situazione che si è venuta a creare nei boschi e nelle pinete dove si è diffusa la presenza della processionaria che, oltre ad attaccare gli alberi, provoca allergie agli uomini.
Corre un grave pericolo anche la frutta estiva a causa delle larve che stanno attaccano sia i frutti che le foglie. A ciò si aggiungono i problemi provocati alle piante dalla mosca dell’olivo e dalla cocciniglia, che si diffonde sulle conifere, sulle succulente in genere, su molte piante ornamentali, sulla vite e sugli agrumi. E’ segnalata anche la presenza della tignola della patata nel Centro e Nord Italia, in aree che finora non erano mai state attaccate da questo insetto.
Non basta. C’è allarme pure per le api. Le alte temperature hanno, infatti, favorito la loro concentrazione, con una “sciamatura” assai anticipata rispetto ai tempi normali. E questo mette in pericolo sia la raccolta di miele sia le persone in quanto la proliferazione di sciami può espandersi nei centri urbani: l’alimentazione umana che dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro di insetti, al quale proprio le api concorrono per l’80 per cento. Prodotti come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e colza – spiega la Coldiretti – dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti. Ma le api sono utili anche per la produzione di carne con l’azione impollinatrice che svolgono nei confronti delle colture foraggere da seme come l’erba medica ed il trifoglio fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento. Anche la grande maggioranza delle colture orticole da seme si possono riprodurre grazie alle api come l’aglio, la carota, i cavoli e la cipolla.
Diverse – sono le teorie sulle cause del profondo malessere che sta colpendo le api, come l’ipotesi di una responsabilità delle onde elettromagnetiche prodotte dai cellulari, che secondo uno studio inglese determinerebbe morie fino al 70 per cento, ma considerata depistante dagli operatori del settore. L’anomala crescita delle segnalazioni del formarsi in questi giorni di improvvisi sciami di api nelle città per le elevate temperature è la dimostrazione della sensibilità ai cambiamenti climatici che tuttavia da soli non sono sufficienti a spiegare il fenomeno mentre cresce l’apprensione per gli eventuali effetti di contaminazioni di organismi geneticamente modificati (Ogm) . Una recente ricerca del “Department of Biological Sciences, Simon Fraser University” della “British Columbia“ in Canada pubblicata dall’ “Ecological Society of America” ha evidenziato che nei campi coltivati con colza geneticamente modificata (Ogm) si è verificata una forte riduzione del numero di api presenti e un grave deficit nell’attività di impollinazione rispetto ai campi con colture convenzionali.
Tra i principali sospettati ci sono anche parassiti come virus o batteri sconosciuti e pesticidi che potrebbero anche agire in combinazione nell’indebolire ed uccidere le api, Recentemente un gruppo di ricercatori americani del Edgewood Chemical Biological Center (ECBC) e dell’ Università di California, San Francisco ha individuato un virus e un parassita che potrebbero essere i responsabili della morte di intere colonie di api in Europa e nel Nord America. I ricercatori hanno usato una nuova tecnologia chiamata Integrated Virus Detection System (IVDS) un sistema integrato di rilevazione dei virus, progettato per usi militari con lo scopo di visualizzare rapidamente campioni di agenti patogeni.

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