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Lo sostiene la Flai-Cgil nazionale, che però è preoccupata per il futuro in Umbria

Secondo Ettore Ronconi, della Flai-Cgil nazionale, “La produzione di tabacco in Umbria tiene, al contrario di quello che abbiamo dovuto registrare in Campania dove con il disaccoppiamento parziale degli aiuti si è verificato un crollo del 40%”.
Secondo il sindacalista, sulla base dei datori di lavoro, si sarebbe in presenza ”di una situazione di sostanziale tenuta dell’industria della trasformazione in Veneto e in Umbria mentre in Campania i numeri sono da allarme rosso: da una produzione di 50 milioni di chili, si è scesi a 32-33 milioni.” Da ciò l’apprezzamento per il modo in cui in Umbria il problema è stato affrontato “i provvedimenti adottati, l’azione congiunta tra istituzioni e parti sociali e l’impegno costante del sindacato hanno permesso di salvaguardare la produzione e quindi il lavoro.”
Tuttavia secondo la Flai-CGIL ”c’è la necessità assoluta di prolungare l’Ocm tabacco fino al 2013, così come è accaduto per tutte le altre Ocm. E’ evidente infatti che senza contributo la produzione non regge, con tutte le conseguenze che si possono immaginare dal punto di vista occupazionale anche in una regione che finora ha tenuto bene come l’Umbria”.

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