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 29 giugno 2007
Todi, l’assessore alla cultura risponde

In relazione alla lettera aperta (pubblicata in questo stesso spazio) inviata da Maurizio Pierdomenico al nuovo assessore alla cultura del Comune di Todi, riceviamo e pubblichiamo:
Gentilissimo Signor Pierdomenico, mi scuso innanzitutto per aver tardato nel risponderLe, ma sono stata davvero parecchio impegnata. Accolgo con piacere i suoi suggerimenti che spero vorrà continuare ad esternarmi. Non sono informata sulle vicende della collezione dell’artista D’Orazio, ma mi informerò quanto prima. Per quanto riguarda i ritrovamenti presso il piazzale della Scuola Media Cocchi, che mi
toccano da vicina essendo io archeologa, posso assicurarLe che mi darò da fare per il vantaggio della città presso le sedi competenti. Condivido pienamente il suggerimento relativo al coinvolgimento degli studenti nelle attività culturali della città e del territorio e mi propongo di organizzare qualcosa di utile e soddisfacente sia per loro (con acquisizione di crediti formativi) sia per i turisti che esigono informazioni. Mi dia solo il tempo necessario per farlo. Margherita Bergamini

28 giugno 2007
La familia, nucleo in via di estinzione

Quanto è accaduto nella Spagna di Zapatero ci è noto: aboliti per legge i termini madre, padre, marito e moglie. Per ora sembra essersi salvato il termine “figlio”, in mancanza di un adeguato sinonimo laicista D.O.C. “Frutto dei lombi” in effetti puzzava un po’ troppo di sciovinismo da sagrestia… Qualcuno, forse un po’ troppo legato a tradizioni e consuetudini naturali plurimillenarie e quindi già per questo retrogrado, ha qualificato aberrante la politica sociale di Zapatero, eppure il trend europeo sembra muoversi verso quel traguardo. Possibilmente con l’intento di superarlo. Certamente lo si vuole superare, la Spagna è la Spagna e l’Europa è l’Europa, che paragoni! Tutto deve essere rapportato alla grandezza politica, sociale, economica, e alla stupidità di gente che in nome della libertà personale si arriva a dare in affido un bambino a due gay. Ma sarà mai possibile?
Le parole “madre” e “padre” saranno spazzate via anche dalla Costituzione europea, per essere sostituite da “fattore A” e “fattore B”. Siamo in matematica: fattori, segno e prodotto. Si avrà una futura non-famiglia europea, moderna e progredita. Certo, qua c’è pure molto lavoro per gli avvocati: chi avrà la patria potestà? “A” o “B”? A in fondo viene prima di B nell’alfabeto “A” sarà l’uomo e “B” sarà la donna? Non è possibile: qua si torna al Medioevo. In caso di coppia gay, o “moderna” come oggi si usa dire, “A” sarà attribuita al progenitore più anziano e “B” a quello più giovane? E invertendo il prodotto dei fattori il risultato non cambia: il coefficiente discriminatorio, seppur latente, c’è e resta.
Noi, nella civile Europa, ci ridiamo su speculazioni di questo tipo, ma nella spregiudicata America su queste capziosità all’apparenza risibili ci fanno cause multimilionarie. E se poi arriva un genitore C o D? Ridete pure, ma la faccenda è seria, dal Nord Europa arrivano notizie sconcertanti: sta aumentando a livelli spaventosi il fenomeno della famiglia mononucleare, ove la madre single non è tale in quanto tragicamente sedotta e abbandonata o divorziata, bensì decide di mettere scientemente al mondo un figlio senza consolidare in alcun modo il rapporto parentale, anche blandamente, sul piano civile con la controparte maschile, la quale è ridotta al ruolo di fuco. Nulla di più. In Scandinavia lo stato si sostituisce al padre in tutto e per …quasi tutto. Qui, secondo me, la Chiesa, il Papa, la morale non c’ entrano niente. Sono le teste vuote dei nostri governanti che pensano sempre a nuove forme di libertà, come se dopo 60 anni di dittature non sono bastate a farci apprezzare cosa sia la libertà, a farci capire soprattutto cosa significhi la parola libertà, perché mi sorge qualche dubbio, molti se lo sono dimenticato e sono alla ricerca di estremismi, che come tali, non porteranno a nulla di buono.
Occorre ridimensionare un po’ il tutto nella nostra società, il benessere che tutti ricerchiamo, deve essere una conquista cosciente e maturata, consci dei sacrifici affrontati, consci che i figli ci guardano e ci giudicano, dare a tutti le “pari opportunità’” ma mai, dico mai, cercare di imitare il vicino che ha comparato il SUV, se non ne hai le possibilità. Ritorniamo al passato, accontentiamoci di quello che abbiamo conquistato e dedichiamo più tempo alla famiglia e ai figli, la domenica tutti insieme usciamo fuori porta con gli amici, come si faceva una volta, con il cestino dei panini, riappropriamo delle cose che stiamo rimpiangendo, ma che nessuno, vuol ritornare a fare. Ci vuole solo un po’ di coraggio, chiamare al telefono, anzi no, passate per casa dell’amico e glielo chiedete a voce, i figli ve ne saranno grati.
Antonio Germino

28 giugno 2007
L’Italia dei Valori fa arrivare le ragioni del comitato referendario a palazzo San Macuto

Il referendum bocciato dalla Regione Umbria sul taglio dei compensi percepiti dai consiglieri regionali è diventato un affare nazionale. Dopo il risalto dato dalla grande stampa ora l’Italia dei Valori fa segnare una grande vittoria ai proponenti ed agli 13 mila cittadini che hanno firmato la richiesta di consultazione popolare. Non solo, poiché la vicenda interessa i comitati referendari di Umbria, Sardegna ed Abruzzo, regioni in cui il problema del taglio dei costi della politica è molto sentito e dove sono state raccolte molte firme per indire il referendum, i rappresentanti locali saranno ricevuti a Roma.
Difatti, di fronte al muro di gomma eretto da alcuni partiti per contrastare il sacrosanto diritto degli elettori di esprimersi, il presidente della Commissione bicamerale per le Regioni onorevole Leoluca Orlando ha fissato per il prossimo 18 luglio l’audizione a Palazzo San Macuto dei comitati delle tre regioni per dire le loro ragioni e capire perché non è stato possibile indire il referendum. Quindi il partito dipietrista si schiera ancora una volta dalla parte dei cittadini che chiedono con forza di ridurre il pesante fardello e che alla fine si traduce in nuove tasse.
Questo, insieme alla scarsa attenzione alla questione morale esplosa in questi anni in mille forme (neppure Veltroni ha affrontato il tema), impedisce all’Italia dei Valori di entrare nel Partito democratico e di continuare la propria battaglia affinchè la casa della politica sia trasparente e popolare.
Alberto Laganà
Segretario regionale Italia dei Valori

27 giugno 2007
Le infrastrutture umbre penalizzate dalla scarsa ‘diplomazia’

Quello tra il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro e la presidente della regione Umbria Maria Rita Lorenzetti è ormai da tempo un dialogo tra sordi, bisogna però stabilire di chi è la colpa di tanta incomunicabilità, anche se giorno dopo giorno diventa a tutti più chiaro.
C’è chi in casa propria può permettersi di alzare la voce o mettere tutti in riga, la cosa cambia quando di fronte si ha un ministro come Di Pietro che se c’è una cosa che non sopporta e vede come il fumo negli occhi sono gli arroganti.
Il ministro è presidente e fondatore dell’Italia dei Valori, formazione politica determinate nella vittoria del centrosinistra nazionale ma maltrattata a più riprese dalla Lorenzetti che si è distinta nelle ultime amministrative per aver contribuito ad affossare un suo sindaco a Bettona, per aver fatto pressioni indebite sulle scelte del partito a Todi e soprattutto perché da 6 anni fa finta che non esiste. Se queste sono le premesse è chiaro che le conseguenze non saranno molto positive per la nostra regione rispetto agli impegni ministeriali.
Quindi, poiché in politica i rapporti personali sono importanti, non ci sembra che il miglior ambasciatore sia stato messo in campo dall’Umbria e se i rapporti istituzionali sono e saranno coretti non c’è da attendersi grandi cose fino a quando i sordi non miglioreranno il loro udito o lasceranno il posto a chi ci sente chiaro e forte.
Del resto i soldi disponibili a livello nazionale sono solo 35 miliardi di euroi, l’Umbria ha una popolazione che è un ottantesimo d’Italia e le spettano meno di mezzo miliardo, con buona pace di chi si vanta di aver alzato la voce ma… forse era meglio aver abbassato la cresta.
Alberto Laganà
Segretario regionale Italia dei Valori

27 giugno 2007
Cattivi pensieri sulla raccolta differenziata

Rileggendo sull’edizione cartacea di Tam Tam mi viene una riflessione ed un invito.
Nell’articolo viene riportato il dato della raccolta differenziata a Todi di poco superiore al 30%. Mi chiedo come si fa ricavare questo dato se nel mio piccolo ho constatato che nei cassonetti prossimi alla mia abitazione vengono regolarmente gettati nei contenitori della plastica, carta rifiuti organici o materiali che poco hanno a che vedere con le specifiche indicate?
Cattivi pensieri mi portano a dedurre che non interessa a nessuno il contenuto tanto va tutto in discarica.
Bisogna ricordare che bastano poche quantità di materiale non conforme a quello indicato per inficiare tutto il contenuto del cassonetto in quanto una ulteriore separazione avrebbe costi non consoni alla separazione. E se cosi non fosse perchè ce li fanno separare? Si ricorda (alcuni esempi) che i contenitori in plastica andrebbero sciacquati e schiacciati, quelli in vetro lavati e nella carta evitare carte oleate alimentari altrimenti il tutto va in discarica. Considerato che sono tenuto a pensare che ciò non avvenga solo nei contenitori a me vicini non vedo come si possa raggiungere un risultato (modesto) simile. Perchè non introdurre controlli e sanzioni?
A dicembre 2007 dovrebbe scadere l’affidamento alla Gesenu: auspico per la nuova gara che venga elaborato un piano rifiuti più attento dove il Comune "pretenda" servizi efficienti, una raccolta differenziata degna di questo nome ed iniziative a supporto adeguate.
Ricordo a noi tutti che i costi di smaltimento in discarica andranno sempre crescendo (per una serie di norme che non sto a spiegare) e che i materiali recuperati con la differenziata oltre che a diminuire i costi di discarica sono fonte di reddito per il Comune. I consorzi di filiera carta, acciaio, plastica, vetro ecc.. pagano questi materiali a patto di essere convenzionati (e mi auguro che il Comune di Todi lo sia).
L’invito finale per tutti. Ricordiamoci che i tempi di svuotamento dei bidoni della differenziata sono diversi da quelli dei sacchi (per intenderci) e se noi gettiamo i resti alimentari nei bidoni della differenziata la puzza e quanto ne consegue saranno all’ordine del giorno! Maurizio Pierdomenico

26 giugno 2007
Todi Arte Festival e… i nuovi martiri

Scorrevo, come ogni mattina durante la pausa colazione, le pagine del TamTam.it. Non potevo perciò non notare la lettera aperta del Todi Arte Festival allo IAT del Tuderte (pubblicata più in basso), lettera in cui vengono poi tirati in ballo anche Regione Umbria e Comune di Todi. Chiunque con un pò di buon senso dovrebbe dirsi indignato! Ora sembra che siano le Istituzioni a non dare spazio al Festival. Al di là dei cospicui finanziamenti ricevuti negli ultimi anni, concessi sempre più sulla fiducia, che su un programma di eventi concreto (o almeno di massima) presentato con lauto anticipo, ora vogliamo attribuire agli Enti pubblici la cattiva risonanza data alla manifestazione?? Pensi cha già da un mese circolano i manifesti della "festa della Battitura"!!! A settembre, e mancano ancora 3 MESI, ci sarà, a Foligno, "I Primi d’Italia" ed il programma è già reperibile da tempo… Il pieghevole con il programma degli stage del Todi Festival, che per altro inziano il 13 luglio, è in circolazione a Todi da non più di una settimana: un pò pochino per chi volesse programmare di prendervi parte, compatibilmente a vacanze o impegni. E il programma della manifestazione? A tutto ieri non c’era ancora. Credo che se qualcosa non và, non dipenda solo da IAT, Regione o Comune, ma forse, direi sicuramente, dall’Organizzazione stessa. Lavorare alla creazione di un evento non è cosa semplice, ma per il suo successo la strada và intrapresa con molti mesi di anticipo. E, per finire, il sito istituzionale… L’archivio era fermo al 2003! Ora è apparso miracolosamente il 2005. E il 2006? E il 2004? Non credo che il sito sia poi così istituzionale o aggiornato. Se poi andiamo a visionare l’area Press, beh è ancora ferma al 2001, anno evidentemente di creazione del sito… Spero, e mi auguro, che comunque questa edizione possa vedere rinascere un pò dell’attenzione che oltre un decennio fà circondava il Festival, periodo in cui pubblico ed artisti amavano incontrarsi in giro per il locali (anche se pochi) di Todi fino a notte inoltrata: il "baretto del Festival" restava aperto anche fino alle 4/5 del mattino. Luca Cardaio

25 giugno 2007
La colpa è della sua origine!

Quando nel 1892 viene fondato a Genova il Partito dei Lavoratori Italiani, poi Partito Socialista, le persone che lo compongono, i Socialisti, vengono dalle più svariate esperienze di lotta, operaia e contadina, anarchica e rivoluzionaria, positivista e comunque incline alla ricerca della libertà di crescita, di vita, di lavoro, di ogni singola persona.
Sono passati gli anni, ma tale e quale è rimasto il Socialista originale, anarchico, rivoluzionario, controcorrente e perché no, vendicativo, soprattutto ora che la politica lo ha disilluso e la gestione di essa deluso. Anarchico nel senso di appartenenza reale ad uno dei due schieramenti attuali, non ci si sente dentro e quasi non li riconosce come entità che possano rappresentare appieno i suoi ideali. Rivoluzionario, perché in uno scenario dove tutti si dicono riformisti, Lui, riformista da sempre, e per questo in passato tacciato di cattiva nomea e spesso accusato di tradire la causa dei lavoratori, vuole continuare a distinguersi dagli altri e soprattutto non portare più un nome che oramai è stato inflazionato e farcito di ogni tipo di proposito, alcuni lontanissimi dalle idee originarie di riformisti come Turati, Matteotti, Nenni o Craxi, che ora come ora appaiono come rivoluzionari modernizzatori del nostro amato Bel Paese.
In questi anni si è trovato a scegliere fra una selva di partiti e partitini, i quali più o meno rappresentassero e mettessero in pratica il suo modo di pensare, come un naufrago rimane attaccato ad un pezzo della barca distrutta per non annegare, così il Socialista si è destreggiato fra i flutti del mare politico italiano, inerme, avendo fiducia, fino a quando ha acquisito Consapevolezza. La Consapevolezza che le cose come stanno andando ora, non potevano continuare, la Consapevolezza di essere in tanti, e di poter influire sulla politica, soprattutto quella locale. Come dicevo prima però il Socialista è vendicativo, non violento o spaventoso, ma vendicativo. Non poteva assistere all’evento contro il quale da sempre si è contrapposto, per ragioni storiche, senza fare nulla e anzi dandogli la propria benedizione, il compromesso storico alla fine si è fatto, anche se “bonsai”, e un rivoluzionario riformista come poteva restare a guardare? Da una parte politica non ha avuto risposta, se non timidi tentativi di riunificare quello che non c’è più, dall’altra parte almeno una parola, Libertà, che lo ha fatto pensare.
Il Socialismo non è solo una parola di speranza, è anche e soprattutto un’ideale da calare nelle specifiche situazioni storiche; questo periodo richiedeva quindi un impegno che i Socialisti della Media Valle del Tevere hanno espresso, nell’ultimo periodo, nel migliore dei modi possibile. Non è più lo schieramento ora che distingue il Socialista, quanto il riscontro di esso con i propri ideali, i quali, a quanto sembra, ora sono rappresentati da quella parte, opposta alla mancina, che mai prima ci si sarebbe aspettato potesse rappresentare. Tant’è, ora il Socialista sembra di nuovo aver trovato una collocazione, si aspetta da essa grandi cose, e per chi ancora si stesse chiedendo, “Come è potuto succedere che un Socialista sia andato di là?”, la risposta è soltanto una, “La colpa è della sua origine!”.
Il Presidente Giovane Italia Umbria
Francesco Montanaro

25 giugno 2007
Lettera aperta del Todi Arte Festival allo Iat del Tuderte

Spettabile IAT del Comprensorio Tuderte, ci dispiace molto rilevare che nel sito istituzionale della Regione Umbria (sponsor, tra gli altri, della rassegna tuderte) il Todi Arte Festival non risulti affatto menzionato. Ancor più siamo stupiti nel considerare la capillarità delle manifestazioni citate, tanto che alla data del 13 luglio (giorno di apertura del Festival) sono evidenziate la festa della battitura del grano, la Sagra dei legumi, la festa della Madonna del Carmine. Per quanto riguarda invece una ricerca meno estesa, limitata alla sola segnalazione dei Festival in Umbria, vengono riportati i festival di: Terni, Spoleto, Foligno, Gubbio, Spello, Montecastrilli.
Abbiamo attivamente collaborato con La Regione Umbria al numero speciale dedicato alle principali manifestazioni estive della Regione, quindi il materiale era assolutamente reperibile. Abbiamo anche un sito istituzionale, precisamente www.todiartefestival.it, dunque le fonti di informazioni non sarebbero mancate. Ricordandovi che anche il Comune di Todi è tra i finanziatori del Todi Arte Festival, vi saremmo grati se poteste provvedere a questa lacuna, altresì lesiva per il turismo locale del quale vi occupate. Vi ringraziamo per l’attenzione e vi auguriamo buon lavoro. Enrica Petrarulo

24 giugno 2007
Lettera aperta al sindaco di Todi Ruggiano e all’Assessore alla cultura Prof.ssa Bergamini

Rileggendo un numero del 2006 di Città Viva mi sono soffermato sulle vicende dell’artista D’Orazio e della relativa Fondazione. Colgo l’occasione per rivolgere un invito affinché tesori come quelli del citato Maestro D’Orazio o come quelli recentemente portati alla luce dagli scavi presso piazzale Scuola Media Cocchi (tombe e quant’altro) siano occasione di valorizzazione del patrimonio artistico-culturale della città di Todi.
La cittadinanza deve essere informata di cosa si sviluppa intorno a queste importanti opportunità lasciando da parte le dispute (che poco interessano) sulle eredità e/o sulle competenze. Facciamo sì che, oltre alla incapacità passata, non si aggiunga la migrazione verso altri lidi di beni cittadini.
Mi permetto di suggerire una valutazione in merito alla possibilità di coinvolgere studenti in qualità di guide in percorsi cittadini riconoscendo loro qualche decina di euro di compenso oltre a crediti formativi.
Maurizio Pierdomenico

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