Condividi su facebook
Condividi su twitter
Giannini si chiama fuori e critica l'IDV che è rientrata con Servoli; L'Ulivo: Ruggiano porterebbe la città alla paralisi e al caos

La chiusura della campagna elettorale per il ballottaggio si avvicina e si intensificano le prese di posizione dei partiti, degli schieramenti e dei singoli candidati. L’ultimo in ordine di tempo è il pronunciamento, particolarmente atteso, di Maurizio Giannini, del quale si vociferava da giorni di un possibile apparentamento con uno dei due schieramenti. L’accordo, invece, non è stato raggiunto, anche se l’Italia dei valori che appoggiava dall’esterno la lista civica è invece rientrata nel centrosinistra, provocando la dura stigmatizzazione dello stesso Giannini. Di seguito il comunicato diffuso da “Todi viva” e, in coda, quello del coordinamento comunale dell’Ulivo di Todi, dove vengono ribaditi i rischi di ingovernabilità della città qualora vinca Ruggiano.

Comunicato stampa lista civica “Todi viva”
“In questa fase pre ballottaggio – scrive Maurizio Giannii – la nostra posizione, basata su un tentativo di innovazione rispetto agli schemi tradizionali e all’appiattimento su posizioni puramente partitiche, non ha trovato riscontri sufficienti a motivare un appoggio politico ad alcuno dei contendenti.
Todi ha bisogno di un modo nuovo di fare politica, e la logica degli schieramenti contrapposti porta solo a radicalizzare i contrasti, a difendere posizioni altrimenti indifendibili, a giustificare compromessi in nome della vittoria ad ogni costo, a perdere di vista il bene della città.
Del resto TODIVIVA non ha vinto, e quindi non potrebbe accettare proposte di rientrare dalla finestra attraverso una trattativa coi partiti, dopo essere stata messa fuori dalla porta dal voto degli elettori.
Diamo invece la nostra piena e convinta disponibilità ad una seria collaborazione futura, nel solo interesse di Todi e non di uno schieramento: abbiamo un patrimonio di idee e di professionalità che da martedì prossimo sono pronte a dare il meglio di sè per la città, come del resto lo erano ben prima delle elezioni.
Quanto alla componente partitica che ci ha sostenuto apponendo il proprio marchio alle nostre idee, la lasciamo libera di fare la propria scelta autonoma rispetto alla posizione estremamente chiara di TODIVIVA, rammaricandoci di aver compreso solo ora che qualunque partito, per quanto originale, ha in sè il seme dell’obbedienza a logiche romane e la necessità di trasformare i propri voti, fossero anche una quindicina, in posizioni di potere, anche se subalterno“.

Comunicato stampa coordinamento comunale L’Ulivo
“La questione della coerenza tra programma amministrativo,sindaco e giunta non può essere liquidato con qualche battuta superficiale. Un sindaco di destra sarebbe in minoranza e non potrebbe contare su di una maggioranza che nella prima seduta approvi il suo programma e quindi sarà vincolato ad attuare quello della maggioranza consiliare di centro-sinistra. Inoltre un sindaco di minoranza non può contare su una maggioranza per approvare gli atti di bilancio, da quello preventivo a quello consuntivo, non ha la maggioranza per approvare gli atti urbanistici (piani attuativi,varianti al PRG), non ha la maggioranza per approvare tutti gli atti di programmazione e indirizzo, non ha la maggioranza per decidere su tasse e tariffe. Potrà al massimo occuparsi della ordinaria gestione per qualche mese. Cioè gestirà ma non governerà condannando la città all’immobilismo, alla paralisi e al caos.
Le stesse differenze tra i programmi presentati dai due schieramenti agli elettori in questa campagna elettorale non possono essere superate verticisticamente e trasformisticamente in qualche trattativa tra capigruppo. Sarebbe un tradimento del mandato elettorale.
Non è questione di ripicche , è questione di coerenza, di correttezza verso gli elettori e di serietà istituzionale. Nessun sindaco di minoranza è durato più di qualche mese proprio a causa del corto circuito tra consiglio e sindaco. Lo stesso Ciaurro , tanto citato a sproposito, nel secondo mandato, senza maggioranza , è durato poco più di un anno e Terni ne pagò le conseguenze per anni.
Non è morale ridurre tutto a tarallucci e vino , come fa il centro-destra, nè pensare a ipotesi di trasformismo perchè ciò è lesivo della dignità degli eletti oltre che prive di ogni fondamento.
La verità è che la città non si è fidata della squadra del centro-destra , non si è fidata del suo programma e ha scelto in modo chiaro e definitivo a favore del centro-sinistra. Mentre per il Sindaco ha rinviato la scelta al ballottaggio.
Ed è pertanto opportuno che tutti gli elettori riflettano sulle conseguenze di una scelta che potrebbe provocare solo instabilità, conflittualità e paralisi”.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter