La vittoria del candidato di centro destra a sindaco di Todi, ha suscitato, come ovvio, i commenti entusistici dei rappresentanti umbri della Cdl. Tra i primni ad arrivare i seguenti:
“Hanno vinto la città, che ha avuto il coraggio di cambiare, ed il suo nuovo sindaco, Ruggiano, che ha ottenuto un importante successo personale, con una valanga di voti di vantaggio rispetto al suo avversario. Sta ora alle forze politiche del centrodestra – commenta Melasecche vice presidente del Consiglio regionale (UDC)- saper consolidare questo dato, ascoltando le vere esigenze dell’elettorato, traducendole in un’amministrazione concreta e incisiva”.
“La rinnovata unità della Cdl – sottolinea Laffranco capogruppo della Cdl per l’Umbria – rilanciata dalla grande manifestazione del dicembre scorso e che anche a livello locale si è rafforzata durante la campagna elettorale, accompagnata dall’entusiasmo e la competenza di un giovane candidato sindaco di An e da liste competitive composte da rappresentanti qualificati della società e della politica tuderte, ha compiuto quello che alla vigilia poteva sembrare un miracolo e che nella realtà dimostra, invece, che anche l’Umbria è finalmente pronta a cambiare”.
“Solo dimostrando di essere più capaci della sinistra e più uniti – sottolinea il capogruppo di Alleanza nazionale Franco Zaffini – possiamo essere, per gli umbri, ormai stanchi di tanta arroganza ed incapacità amministrativa, una valida e credibile alternanza di governo del territorio”.
“La vittoria di Ruggiano – sottolinea il vice presidente della III° Commissione consiliare Aldo Tracchegiani (AN) – è il frutto di un lavoro meticoloso, prolungato negli anni, supportato da numerose iniziative organizzate proprio a Todi, una città in cui la destra ha sempre creduto.
“Cade una roccaforte della Sinistra e contemporaneamente la Destra dimostra che può governare in prima persona. Da domani non sarà più niente come prima e comincia per l’Umbria una nuova stagione”. Lo ha scritto in una nota il consigliere Andrea Lignani Marchesani (An).
Per il coordinatore provinciale di Forza Italia, sen. Franco Asciutti, «la vittoria è a dir poco strabiliante». «Il centro destra – ha aggiunto – vince anche a Todi e questo è senza dubbio un segnale forte non solo per i governi locali, ma anche per il governo nazionale: e si è vinto perchè il programma era valido e ricco di contenuti ed il candidato Ruggiano ha saputo essere vicino ai cittadini, parlare con la gente, ascoltare le sue esigenze; un modo sano di fare politica rendendo soprattutto un servizio concreto alla cittadinanza che evidentemente è stato compreso dall’elettorato».
«Quello di Todi è un risultato estremamente importante, indicativo per la sua portata» ha detto il segretario umbro dell’Udc, sen. Sandra Monacelli. «Un voto convinto – ha proseguito – da parte dell’elettorato. Fa trasparire una crisi ormai non più colmabile del centro-sinistra, si tratta evidentemente di un movimento franoso ormai in atto».
Profonda soddisfazione è stata espressa dal responsabile dell’organizzazione di Forza Italia Umbria, Massimo Mantovani il quale ha parlato dello «straordinario risultato di Todi, che elegge, in maniera schiacciante, l’avvocato Antonino Ruggiano a sindaco». «Il successo di Todi – ha aggiunto – rappresenta una rivoluzione politica contro un sistema di potere che ha depresso per decenni questa città e tutta la regione, un autentico ‘tsunamì’ che travolge la mentalità e la prassi politica della sinistra, una volontà popolare che dà voce finalmente ad un’altra Todi e ad un’altra Umbria».
Nel campo avverso, almeno a livello regionale, l’unica voce che si è sentita è quella dell’Italia dei Valori che, per bocca del sua segretario regionale, Alberto Laganà, così commenta: “Quando l’Unione è divisa si moltiplicano le sconfitte: dopo Bettona e Deruta ora Todi e speriamo che questa volta si individuino i colpevoli dal momento che bisogna cambiare finchè si è in tempo. Dopo le ultime elezioni regionali la coalizione di centrosinistra non si è riunita più e gli amministratori si sono sostituiti ai politici con i risultati che abbiamo visto. Come conseguenza, agli interessi collettivi si sono sovrapposti interessi personali con sprechi di risorse inimmaginabili, la mancanza totale di trasparenza, favoritismi, voto di scambio per ottenere più consensi… insomma quanto di peggio può esprimere la politica di chi bada solo a conservare il posto. L’ultimo esempio è la presa in giro con il taglio dei compensi dei consiglieri regionali per paura del referendum popolare. Il fatto stesso che i segretari regionali dei maggiori partiti politici siedono in consiglio regionale la dicono lunga su come si sia formato una sorta di direttorio autoreferente che ha perso di vista gli interessi degli umbri. All’Italia dei Valori, unico partito intransigente sulla moralizzazione della vita pubblica, è stato impedito per cinque anni di controllare l’operato degli amministratori locali e questi sono i risultati. Se non si cambia registro nel 2009 cambieranno tutti gli equilibri, niente sarà più come prima”.
- Redazione
- 11 Giugno 2007
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