Nonostante che, pur lavorando più dei tedeschi e dei francesi (indagine Ocse) siano retribuiti un terzo di meno dalle loro aziende, i lavoratori dipendenti italiani conservano inalterata la fiducia nei loro datori di lavoro. Un bell’ esempio di “spirito aziendale” meritevole di più alta considerazione emerge infatti da una rilevazione condotta lo scorso 20 marzo per Il Sole 24 Ore dall’Istituto IPR Marketing.
A poco più di un mese dalla scadenza per ufficializzare la scelta solo il 30% dei lavoratori ha destinato il proprio TFR ad un fondo pensione, mentre il 61% degli italiani ha preso la decisione di lasciarlo in azienda. Il fronte degli “indecisi” si assottiglia al 9%, dal 29% rilevato nella precedente analisi.
Sicuramente sulla scelta ha influito la scarsa conoscenza, nonostante le campagne di informazione messe in atto, che però vengono criticate per l’aspetto più “pubblicitario” (e perciò sospetto) che informativo reale. Infatti solo per il 18% dei lavoratori il livello di informazione attuale è considerato molto alto, ma per il 40% il giudizio è più severo, poiché si valuta poco incisiva l’attività informativa a supporto della scelta. Fra i canali di informazione per cogliere le peculiarità della nuova legge in materia di TFR primeggia l’azienda per il 38% dei lavoratori, seguita dal sindacato per 37%, dai giornali per il 29%, da tv e radio per il 28%, da internet e passaparola per il 16%, dalla comunicazione di assicurazioni per il 15%, dal sito governativo per l’8%.
Un sentimento molto diffuso è certamente quello rappresentato dal noto detto “ Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quello che lascia e non quello che trova” rafforzato da un’immagine del mondo finanziario non proprio edificante e da un sistema legislativo spesso incapace di impedire o solo di punire realmente gli abusi a spese dei risparmiatori.
- Redazione
- 20 Giugno 2007
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