E’ una storia d’altri tempi, stile ottocento, come uscita dalle pagine di romanzi d’appendice strappalacrime: ma anche una storia che si potrà presto ripetere, come si ripete nel tempo e nello spazio l’origine della storia: le migrazioni e gli emigrati.
Una figlia di minatori contro il discendente di una dinastia di padroni delle ferriere. In ballo c’era un posto di deputato all’Assemblea nazionale francese: ha vinto una nipote e figlia di emigrati giunti nella Lorena per estrarre ferro e carbone. Aurelie, socialista, ha battuto Alain Missoffe, dell’ Ump, il partito di Nicolas Sarkozy, nella circoscrizione della Mosella. Missoffe è un discendente dei padroni delle ferriere che hanno retto la siderurgia di quella regione per tre secoli. Qualche giorno fa, reagendo ad una dichiarazione di Aurelie – «Missoffe è l’ erede di una dinastia che ha abbandonato la Lorena al suo triste destino dopo essersi arricchita alle sue spalle» – il candidato dell’ Ump aveva detto, duro: «Senza di noi, la signora sarebbe probabilmente oggi candidata nel suo paese ». Un paese che ha nomi sempre diversi, sempre nuovi. Allora si chiamava Italia, ma si potrebbe chiamare col nome di una qualsiasi nazione del mondo. Il lavoro era nelle miniere ma oggi potrebbe essere quello duro nelle campagne, nell’edilizia o quello nascosto di badante nell’Italia di oggi.
Già l’ Italia, l’Umbria: Gualdo Tadino, che il nonno di Aurelie, Tommaso Filippetti, lasciò all’inizio del secolo, come tanti altri, per lavorare nel nord della Francia. Tommaso, resistente, venne preso assieme ad altri, fra i quali due suoi fratelli, dalla Gestapo proprio in fondo ad un pozzo e portato in un campo di concentramento nazista, dove morì.
- Redazione
- 22 Giugno 2007
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