Condividi su facebook
Condividi su twitter
Le iniziative di Provincia e Regione per fronteggiare la crisi; il futuro è legato alle dighe del Chiascio e di Montedoglio
water4

Di fronte all’attuale emergenza idrica che lascia presagire un’estate di particolare sofferenza, le istituzioni umbre iniziano a mettere in atto tutte le procedure necessarie per fronteggiare una situazione che molto probabilmente, a fini idropotabili, costringerà a ricorrere anche ai pozzi di riserva. L’occasione per fare un quadro completo delle azioni concertate dai soggetti istituzionali umbri interessati è stata offerta dall’audizione dell’assessore provinciale all’ambiente Sauro Cristofani, richiesta dalla prima Commissione consiliare permanente.
Un incontro dal quale è emerso che i maggiori allarmi giungono dal fronte idropotabile, considerato lo stato di depressione nel quale sono precipitati, come riferito anche dal dirigente Lucio Gervasi, i più importanti acquiferi della regione, tanto che, come detto, le autorità preposte non escludono la possibilità di riattivare i pozzi di riserva. Al momento infatti i principali corsi d’acqua, con portate molto ridotte, versano nelle condizioni che normalmente ogni anno si riscontrano a metà luglio. A tale proposito tuttavia risulta quanto mai opportuno agire anche sul problema delle perdite, oltre che sul piano delle abitudini e dei consumi dei cittadini, attraverso campagne di sensibilizzazione con richiami al risparmio e all’uso corretto della risorsa idrica. Regione, Provincia e Ato stanno già lavorando su questo piano, ipotizzando la possibilità di stilare un atto di indirizzo a cui tutti i Comuni della regione saranno chiamati ad adeguarsi. La Provincia dal canto suo ha investito del problema anche il Corpo di Polizia provinciale, affinché intensifichi i controlli per un esercizio corretto delle concessioni in essere. Meno drammatica appare, a detta dell’assessore Cristofani, la condizione del lago Trasimeno, il cui livello è posto oggi a –81 centimetri sullo zero idrometrico. “Non siamo in una fase di criticità – ha sostenuto l’assessore – come accadde nel periodo 2002-2003. Siamo piuttosto a livelli di guardia e di attenzione, e contiamo di superare l’estate senza dover far scattare alcun provvedimento restrittivo nei confronti della pubblicazione navigazione”. Sul lago intanto sono già scattate le riduzioni per gli attingimenti, mentre il blocco totale delle licenze (con una riduzione del 50% dei volumi degli attingimenti) è atteso per il momento in cui il livello raggiungerà i –99 centimetri.
“Il nostro destino idrico – sono state le parole di Cristofani – è legato ai progetti delle due grandi dighe, il Montedoglio e il Chiascio”. Nel primo caso si è alle battute finali delle opere, tanto che è attesa per la fine dell’anno la conclusione dei lavori sulle condutture che raggiungeranno Borghetto di Tuoro. Da quel momento dovrà essere interrotta qualunque captazione a fini irrigui dal lago. Ma molte speranze umbre sono riposte anche e soprattutto sulle riserve della diga sul Chiascio a Valfabbrica. Secondo le anticipazioni di Cristofani nell’arco di 2-3 anni si inizieranno a far sentire gli effetti positivi del processo di invasamento. “A quel punto – ha sostenuto l’assessore – saranno completamente soddisfatte le esigenze irrigue dell’Umbria”. Anche sul fronte idro-potabile le istituzioni sono moderatamente ottimiste, confidando sul completamento dell’acquedotto di Baschi, che consentirà una totale copertura del servizio pubblico a livello provinciale.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter