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In Consiglio Regionale dell'Umbria una proposta di legge per chi non riesce ad "arrivare alla fine del mese"
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Il prestito d’onore (da restituire senza interessi), non ha avuto troppa fortuna in Italia, a differenza di quanto accade da tempo nei paesi nordici. Lì questa forma di anticipazione è soprattutto usata a favore dei giovani che, prima di entrare nel mondo del lavoro, vogliono approfondire le loro conoscenze per il mondo e poi, un po’ per volta, restituire piccole quote di salario a saldo del “debito d’onore” assunto.
Ora in un altro campo, di più difficile successo, ci provano con una proposta di legge i consiglieri regionali Bocci, Tomassoni, Brega e Masci.
Qui, in Umbria, le prospettive di chi si trova in difficoltà non sono così rosee e le persone “d’onore” temono di dover fare “brutte figure” quando si tratterà di restituire i soldi, ma in qualche caso il “prestito d’onore potrebbe funzionare. Anche i dati più recenti dell’Istat e le ricerche locali svolte segnalano che anche nella nostra regione esiste una quota di popolazione che “non ce la fa ad arrivare a fine mese”.
Molto spesso un aiuto economico “al momento giusto” può essere di fondamentale importanza per evitare che le famiglie che vivono “in bilico” cadano in uno stato di difficoltà economica che rischia di innescare un circuito in cui l’assenza di risorse porta, di fatto, a percorsi di esclusione sociale.
L’Umbria, presenta un’incidenza del fenomeno povertà inferiore alla media nazionale (9,1%), ma superiore a quella del Centro e in aumento rispetto al 2003 (quando era pari all’8,7%).  Secondo l’Istat, nel 2003 le famiglie “sicuramente povere” (con consumi inferiori all’80% della soglia di povertà), in Umbria, erano pari al 3,0%, quelle “appena povere” (con consumi compresi tra 1’80% e la linea stessa) pari al 5,4% e quelle “quasi povere” (con consumisuperiori alla soglia di povertà ma non oltre il 20%) pari al 6,4%. In particolare, il 3,9% delle famiglie non povere umbre presenta un surplus di consumi rispetto alla spesa mensile compreso tra zero e 99 euro e il 4,9% compreso tra 100 e 199 Euro.
In Umbria, già la legge regionale 3/97 ha previsto, tra gli interventi di sostegno economico (art. 15), il Prestito d’onore, come “piccole anticipazioni a titolo di prestito senza interessi, attraverso apposite convenzioni con istituti di credito e sulla base di piani di restituzioneconcordati, in favore di famiglie con figli e di persone sole o con figli,in gravi e temporanee difficoltà finanziarie”.
Anche il Piano Sociale Regionale 2000-2002 ha individuato il Prestito d’onore come una possibile misura di assistenza economica. A livello nazionale, il Prestito d’onore è stato disciplinato anche dalla legge 328/2000 (“Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”). L’art. 16 prevede che “per sostenere le responsabilità individuali e familiari e agevolare l’autonomia finanziaria di nuclei monoparentali, di coppie giovani con figli, di gestanti in difficoltà, di famiglie che hanno a carico soggetti non autosufficienti con problemi di grave e temporanea difficoltà economica, di famiglie di recente immigrazione che presentino gravi difficoltà di inserimento sociale i comuni, in alternativa a contributi assistenziali in denaro, possono concedere prestiti sull’onore, consistenti in finanziamenti a tasso zero secondo piani di restituzione concordati con il destinatario del prestito”, con l’onere dell’interesse a carico del comune. Il Prestito d’Onore, inoltre, è stato sperimentato in alcuni comuni dell’Umbria (Spoleto, Norcia, Orvieto, ecc.). Ora la proposta di legge individua una casistica:
a) Soluzione del problema alloggiativo: es. anticipo mensilità affitto alla stesura del contratto;
b) Formazione o riqualificazione professionale con particolare riferimento al rientro al lavoro dopo la maternità, dopo una separazione-divorzio, dopo assenza dal mondo del lavoro dovuta a motivi non dipendenti dalla volontà;
c) Spese legate all’assolvimento dell’obbligo scolastico e formativo e volte a consentire la regolarità della frequenza;
d) adozioni di uno o più figli;
e) Anticipo spese per assistenza domiciliare, per la presenza all’interno del nucleo familiare di anziani non autosufficienti o di soggetti con grave disabilità, in attesa dell’erogazione dell’assegno di accompagnamento e ad integrazione delle altre forme di assistenza;
f) Ristrutturazioni o adeguamenti dell’alloggio in situazioni di forte degrado tale da compromettere il mantenimento o miglioramento dello stato di salute psicofisico;
g) Spese legate a problemi sanitari non assicurate dal S.S.N. e non garantite da altra forma assicurativa (es. cure e protesi dentarie, ausili, spese non direttamente sanitarie per
degenze ospedaliere fuori sede, parrucche per soggetti sottoposti a chemioterapie, altro);
h) Situazioni di problematicità che compromettono il raggiungimento dell’autonomia con particolare riguardo dell’esercizio degli impegni genitoriali, di cura e sostegno a
parenti conviventi in situazione di dipendenza o non autosuff
icienza, a percorsi di recupero e inserimento sociale.

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