Quando in Umbria si discute intorno al peso dell’assistenza farmaceutica, si fa normalmente ricorso a parametri grezzi come la spesa media per assistito e la posizione nella graduatoria nazionale, che vede, per la nostra regione, un valore appena al di sotto della media non suscita particolari entusiasmi negli “economisti sanitari”. In verità una valutazione dei dati grezzi prescinde da un fenomeno: l’età della popolazione, il quale per l’Umbria è invece molto significativo, stante il fatto che da noi le persone al di sopra dei 65 anni sono più di quel 22 per cento della popolazione totale che costituisce la media italiana.
Una ricerca indipendente, svolta dall’Università di Milano e dallo Henley Management College su 3 milioni di cittadini italiani, ha accertato che la media annuale pro capite per le prescrizioni è complessivamente molto simile per maschi (196 euro) e femmine (195 euro), ma dopo i 65 anni la media dei costi per le prescrizioni agli uomini è decisamente superiore. In media i costi per un anziano maschio di 75 anni sarebbero 12 volte quelli necessari per coprire i bisogni di un soggetto maschio di età compresa fra i 25 e i 34 anni, mentre quelli relativi a una donna di pari età arrivano solo a 8 volte. Le persone al di sopra dei 65 anni – pari al 22 per cento della popolazione totale – assorbono il 56 per cento della spesa farmaceutica.
Alla luce di questi dati, qualche perplessità suscita l’insistenza con la quale le autorità sanitarie regionali puntano sulla riduzione della spesa farmaceutica attraverso meccanismi incentivanti dei medici di base basati solo su parametri economici.
Durante la vecchiaia, la povertà continua ad essere un problema non indifferente: è stato stimato che le spese per la salute provocano un aumento di circa il 10% dei poveri effettivi. Ed è preoccupante – fa notare l’Osservatorio della terza età – che circa il 15% delle famiglie italiane con un anziano abbia dichiarato di non aver avuto denaro sufficiente per le spese mediche e che una famiglia su tre non riesca a sostenere le spese impreviste.
Nel giro di un decennio (1996-2006) c’é stato un incremento delle spese sanitarie a carico delle famiglie che sfiora il 35%. Secondo le previsioni, nel 2020 gli anziani saranno oltre due milioni in più mentre nel 2030 sfioreranno quota 16 milioni: per ogni ‘grande vecchio’ (85 anni e più) il rapporto passerà da 1 ogni 50 persone a 1 ogni 20. Inoltre, la popolazione italiana del 2050 sarà composta per il 33,6% da over 65enni e per il 12,7% da giovani con meno di 14 anni.
- Redazione
- 5 Luglio 2007
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