Condividi su facebook
Condividi su twitter
La rievocazione della battitura del grano sull'aia è un momento di cultura popolare del "tempo che fu" che rivive oggi soltanto nelle feste paesane

Domenica a Collevalenza “se batte“: non certo su e giù per i marciapiedi che non ci sono mai stati ma, molto più seriamente e rievocativamente, sull’aia di Carlino e Pompeo per l’occasione riprodotta nel campetto parrocchiale. Trattore, trebbia, scala, scaletta e carretto dei lubrificanti, ripristati e revisionati dall’amatore Gino Danieli, saranno piazzati sul campo e dalle ore 16 circa andranno in moto per il piacere di quanti vorranno rivivere le atmosfere faticose e romantiche che fino a qualche decennio fa si registravano nelle nostre campagne. Sarà occasione di stimolo e di giuste emozioni per giovani e meno giovani che si appassionano “al tempo che fu” attraverso i ricordi delle persone più anziane, anche grazie alla conduzione di Sante Filippetti, speakers agreste delle Acli, cercando di trasmettere valori positivi di un mondo che rivive oggi solo nelle feste e manifestazioni a tema.
Era il tempo della mezzadria e dell’economia rurale basata sull’autoconsumo familiare. Tempi e modi delle operazioni agricole erano scandite dalla natura e dall’istituto della “ajutarella” che consentiva di effettuare la mietitura, la carratura e la trebbiatura in un clima di solidarietà. Tre fasi ben distinte e con grandi storie da poter raccontare. Nello specifico della trebbiatura si incominciava sin dalle ore piccole dopo il penetrante suono della sirena, con non meno di trenta persone all’opera sotto il battito frenetico del trattore, il rombo cupo della trebbiatrice, il polverone sollevato e i pagliai che piano piano crescevano in altezza rendendosi visibili a distanza.
Era ben difficile che un tale frastuono e movimento lasciasse indifferenti intere comunità e paesi. Oggi, invece, anche in maniera quasi inosservata, nei biondi campi di grano, orzo e avena arriva una grande mietitrebbia e in poche ore il grano è nei silos di trasformatori e commercianti. Come dire: niente poesia e nemmeno il tempo per la gastronomia tipica (tagliatelle al sugo d’oca e oca arrosto o in porchetta, bocconcelli e dolcetti della nonna con vinsanto, per i più fortunati). Ma niente paura, perchè a Collevalenza la rievocazione della trebbiatura del grano e la festa nel castello si concluderanno proprio con la caratteristica “cena della battitura”.
Da segnalare, per completezza di cronaca, che analoga rievocazione verrà proposta sabato pomeriggio a Fratta Todina nell’ambito della festa paesana in corso di svolgimento.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter