Buone notizie per la sanità perugina, sia quella universitaria che quella delle aziende sanitarie. Il servizio di assistenza domiciliare integrata dell’Usl 2 dell’Umbria incontra il gradimento della stragrande maggioranza, anche se c’è ancora da lavorare sul coordinamento tra medici di base e distretti e forse anche tra distretti e aziende ospedaliere. Anche se l’indagine sembra sia stata limitata a chi del distretto è utente e pertanto potrebbe non tener conto di quanti non vi fanno ricorso per mancanza di informazione o per la lunghezza delle attese, la situazione della Usl 2 appare comunque favorevole se confrontata con altre realtà.
Secondo una ricerca dell’istituto Swg di Trieste (500 le persone intervistate), commissionata dall’Unità sanitaria locale, tutti i distretti del comprensorio del perugino raggiungono ottimi livelli di operatività, con punte di eccellenza nel distretto del Trasimeno. L’assistenza domiciliare integrata, nel 2006, ha riguardato nel territorio dell’azienda Usl 2 circa 4.000 assistiti con bisogni complessi. Di queste solo il 3% – è detto in un comunicato della struttura sanitaria – sostiene di aver incontrato difficoltà nell’attivazione del servizio e meno di uno su 10 dichiara di aver avuto problemi nel procurarsi gli ausili. L’aspetto che soddisfa maggiormente il campione intervistato è il lavoro svolto dagli infermieri e l’estensione oraria delle prestazioni.. L’indagine della Swg ha rilevato anche un deficit di coordinamento tra il medico di base e il personale dell’assistenza domiciliare integrata.
Sul versante universitario è stata accolta con soddisfazione l’assegnazione al professor Giuseppe Abbritti, della facoltà di medicina dell’Università di Perugia( ed attualmente direttore sanitario dell’Ospedale di Perugia) del premio internazionale «Buccheri La Ferla» per la medicina del lavoro. Il riconoscimento viene assegnato ogni due-quattro anni a uno studioso «di qualsiasi nazionalità che abbia apportato con la sua attività scientifica, un effettivo e originale contributo allo sviluppo della disciplina». «Il prof. Abbritti – si legge nella motivazione con la quale gli è stato assegnato il premio – è uno degli studiosi più noti per i suoi contributi nel campo della Medicina del Lavoro a livello internazionale. Le sue ricerche spaziano su diversi temi di tossicologia (con importanti studi sul piombo e sui solventi), di patologie polmonari, e di patologie correlate con gli edifici e gli inquinanti in ambienti chiusi. La sua produzione scientifica è testimoniata da oltre 300 pubblicazioni in prestigiose riviste nazionali e internazionali.
- Redazione
- 6 Luglio 2007
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