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Due aziende regalano allo Stato Pontificio una foresta che dovrà compensare la quantià di gas tossici emessi nella città di San Pietro

Il commercio di “aria buona” è un affare, lo abbiamo già detto nei giorni scorsi commentando l’iniziativa del governo brasiliano. Ora un esempio delle prospettive economiche dell’ecologia lo possiamo trovare vicino a noi. Il Vaticano diventerà virtualmente il primo Stato del mondo ad emissione zero di anidride carbonica (Co2). Ciò grazie ad una foresta che verrà piantata da un’azienda americana in Ungheria e che servirà a compensare la quantità di gas tossici che la città pontificia immette ogni anno nell’atmosfera terrestre.
Si tratta di un dono che due aziende (la statunitense Planktos Inc. e la ditta consorella ungherese Klimafa) hanno deciso di fare alla Santa Sede: per gli imprenditori ci sono ragioni pubblicitarie e per il Vaticano l’iniziativa rappresenta un modo di incoraggiare i cattolici a fare “di più” per difendere il futuro del pianeta. La sensibilità ecologista sta divenendo una delle bandiere della Chiesa Cattolica che, negli ultimi mesi, ha dedicato documenti, convegni e impegno “pastorale” all’emergenza clima.
La Planktos e la Klimafa dovranno valutare nei prossimi mesi le emissioni di anidride carbonica prodotte in un anno dalla piccola città del Papa, circa mille abitanti in meno di mezzo chilometro quadrato a ridosso di San Pietro. Le due aziende sono specializzate in case ecologiche e nelle vendita di “crediti” a ditte e individui per mitigare la produzione di gas tossici nell’atmosfera: tra i metodi usati per combattere l’inquinamento vi è appunto la forestazione di parti della terra.

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