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Il partito, ancora un po' scosso, ha il nuovo cordinamento che affiancherà Ferracchiati fino al 14 ottobre; intanto si riunisce pure la Sinistra Democratica, mentre dall'area socialistica arriva un altro "pizzino"

A Todi l’avvio dell’attività della nuova Amministrazione di centrodestra ha catalizzato l’attenzione, ma non è che nel centrosinistra non vi sia di che parlare. Anzi. Mancano i comunicati ufficiali, che arrivano invece puntuali quando c’è da fare opposizione a Ruggiano, ma nella coalizione non manca il fermento, soprattutto in casa Ds, dove mercoledì è stato varato il nuovo coordinamento. Ma andiamo con ordine…
Martedì della scorsa settimana, presso l’Hotel Tuder, si è tenuto un “attivo” del partito a cui ha preso parte anche il segretario regionale della Quercia Fabrizio Bracco. La riunione ha visto la riconferma a coordinatore del due volte dimissionario Paolo Ferracchiati, al quale è stata riconosciuta l’onestà intellettuale di aver fatto, a differenza di altri, pubblica ammenda degli errori (virtù assai rara in politica) e chiesto di farsi carico di rimanere alla guida fino al 14 ottobre, facendo quindi il traghettatore verso il Partito Democratico.
Prima di arrivare a questa soluzione, comunque, si è tenuto un dibattito piuttosto vivace. Padovani ha esordito andando giù duro con chi ha pensato solo alle proprie carriere; Ombelli è stato ugualmente critico sulla conduzione del partito; Giorgi ha parlato della presenza fra le file diessine di ipocriti; Passeri è intervenuto in difesa di Petrini (assente) e anche della Marini, protagonista invece di una disamina della situazione politica generale.
Altri contributi, fra cui quello di Romina Perni, candidata bruciata alla presidenza del Consiglio comunale a vantaggio dell’elezione di Pizzichini (vicenda tutt’altro che metabolizzata dalla base), hanno dato complessivamente il quadro di un partito ancora un po’ frastornato dalla batosta elettorale, in parte ancora incredulo di dover imparare a fare opposizione e alle prese con il difficile travaglio che dovrebbe portare alla nascita del PD.
In merito al coordinamento ci si è lasciati fra chi proponeva una sorta di “direttorio”, affiancando cioè Ferracchiati dagli eletti in Consiglio comunale, in quanto espressione di una volontà popolare, e chi al contrario sosteneva che era necessario evitare proprio nuove sovrapposizioni fra il livello istituzionale e quello del partito.
Mercoledì scorso, invece, preceduta da una convocazione dei consiglieri eletti per delineare la strategia da tenere in vista del prossimo Consiglio comunale (che si svolgerà sembra venerdì 27 luglio), si è tenuta come detto una nuova riunione nella sede del partito nella quale Ferracchiati ha comunicato i nomi individuati per affiancarlo nel coordinamento: ne faranno parte i quattro segretari delle sezioni tuderti (Austeri, Innocenti, Pepi e Tomassini) e quattro giovani leve: i consiglieri Romina Perni e Pierluigi Contessa più Matteo Di Bello (Sinistra giovanile) e Manuel Valentini, in lista alle ultime elezioni ed autore di una buona performance.
In apparenza, quindi, tutto a posto, ma al risultato si è giunti in ogni caso dopo l’ennesima defaticante chiacchierata che ha visto allontanarsi alla spicciolata una parte dei presenti. Ombelli è stato per un po’ sulla porta a fischiettare prima di togliere le tende (è sembrato con il sollievo di Ferracchiati); Cappelletti, dopo aver portato il suo intervento, è ugualmente uscito prima della fine (c’è chi dice contrariato per le manovre che non lo vorrebbero capogruppo a vantaggio, forse, di Rossini); Giorgi idem, probabilmente deluso dal fatto che la sua proposta non è stata accettata e che quindi non farà parte del coordinamento; anche Tomassini, apparso il più frastornato di dover discutere di opposizione piuttosto che di amministrazione, è andato via prima della fine (pare che abbia detto che le prossime volte rimarrà a godersi il fresco a Ripaioli).
In vari interventi, fra cui quelli della Luzi e di Valentini, si è fatto cenno alla necessità di tornare tra la gente, ammissione implicita che forse un “pochino” ci si era allontanati. Ad ulteriore dimostrazione del disorientamento c’è chi ha chiesto conferma delle dimissioni dell’assente Petrini: Ferracchiati ha risposto che si sarebbe effettivamente chiamato fuori, addirittura anche dalla segreteria regionale e dal Parco Agroalimentare (alla cui presidenza, a proposito,  sembra debba arrivare, all’insegna del cambiamento e del rinnovamento, Giannetto Serafini, l’ex direttore generale-city manager del Comune di Todi).
Anche in tale occasione non sono mancati i riferimenti contro i “fratelli-coltelli” socialisti, con tutto quanto connesso alla presidenza del Consiglio comunale. Consiglio comunale rispetto al quale una strategia sarebbe quella di assicurare la presenza e il voto solo su alcuni punti all’ordine del giorno (obbligatorio quello sul bilancio consuntivo, eredità della Marini) per poi eventualmente alzarsi e far mancare il numero legale.
E’ evidente che il massimo consesso cittadino vive una situazione anomala rispetto al passato anche per la presenza di tante persone prive di esperienza, aspetto questo che sta imponendo sia al centrodestra che al centrosinistra delle riunioni preventive di “simulazione”.
Ultime due annotazioni, che confermano la mobilità del quadro politico cittadino. Mentre i Ds decidevano del coordinamento, a Duesanti sembra fosse in corso un’altra riunione promossa dai componenti della neonata Sinistra Democratica che si richiama a Mussi (c’è anche chi maligna che qualcuno di quelli che se ne sono andati prima da piazza di Marte si siano diretti proprio lì, ma la notizia non trova conferma).
L’altra segnalazione è riferita ad un nuovo “pizzino” proveniente dalla tormentata galassia socialista e alla presidenza Pizzichini, il quale avrebbe nuovamente rigettato l’insistente invito ulivista a dimettersi per poi eventualmente essere rieletto anche con i voti del centrosinistra (della serie: “ma mi avete visto scendere dal treno!?”). Questo è quanto si legge in proposito in un documento semi-anonimo: “La costituente socialista è alle porte. Purtroppo anche di Todi. dove sarà interessante soprattutto capire ‘da che parte’ sta, come recita la ormai immortale e trina domanda, cui si risponde tra la gente tre volte con l’altrettanto ormai rituale “non si sa”. E questo perchè sul palco con Veltroni si stava chiaramente a sinistra, nella cabina elettorale metà di qua e metà di là e nell’elezione del presidente del Consiglio comunale altrettanto certamente a destra! Avendo esaurito le tre posizioni, si potrebbe anche ricominciare dall’inizio del gioco, perchè è un gioco vero?”.

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